Martedì, 04 Marzo 2014 21:35

Ctgs: Usra trasferisce 9milioni al Comune ma Invitalia resta lontana

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La giunta Comunale lo ha da poco approvato, venerdì sbarcherà in Commissione bilancio e presto verrà trasmesso al Consiglio come proposta deliberativa.

E' l'atteso business plan, o piano industriale, del Centro turistico del Gran Sasso la cui stesura era necessaria per l'avvenuto trasferimento di 9milioni, dei 15 previsti dal DPCM dell'8 aprile 2013, dall'Ufficio speciale alle casse del Comune. Fondi che fanno parte del 5% destinati alle attività produttive dalla cosiddetta "Legge Barca".

Trentotto pagine completate a più mani lo scorso 30 gennaio dal Consiglio d'amministrazione del Ctgs, il Comune dell'Aquila e l'Ufficio speciale della ricostruzione, e che si pongono l'obiettivo di rilanciare il Gran Sasso aquilano tramite la "valorizzazione turistica e l'aumento della potenzialità ricettiva e dell'infrastrutturazione".

Come? In sintesi nel piano industriale vengono tracciati gli investimenti per ammodernare gli impianti e le strutture d'accoglienza da un lato, e si delinea una strategia per privatizzare la loro gestione dall'altra.

"Il piano è stato fatto sulla base di questi due assunti ed è stato già approvato dal Comitato d'indirizzo del fondo del 5%" afferma il direttore dell'Usra Paolo Aielli, che appare un perno fondamentale anche per questa complessa operazione sul territorio.

Aielli ha evidentemente ricevuto le rassicurazioni politiche necessarie, sul fatto che la delibera sul Piano Industriale passi anche in Consiglio, cosa che in effetti dovrebbe avvenire senza troppe difficoltà.

La strategia messa in campo dal Sindaco Cialente e dal Ministero, proprio tramite il direttore dell'Usra, d'altronde, è già passata per l'approvazione di provvedimenti anche controversi, come il debito fuori bilancio di un milione e mezzo da parte del Comune, per sanare le perdite del Ctgs relative al 2012.

"Avevamo chiesto al Comune di ripianare prima le perdite perché non volevamo che i soldi da trasferire fossero poi utilizzati per quello. Fatto ciò - prosegue Aielli - e approvato dalla Giunta il Piano industriale, è stato a sua volta approvato dal Ministero il Piano che prevede di ricapitalizzare il Ctgs attraverso il trasferimento complessivo di 15milioni, dove 'capitalizzare' vuol dire avere le risorse per fare gli investimenti dei nuovi impianti e ristrutturare le strutture d'accoglienza".

"Ho trasferito al Comune i 9milioni 165mila euro - continua Aielli - perché è la cifra corrispondente agli investimenti previsti per il primo anno dal business plan. Il secondo anno il mio ufficio trasferirà quelli previsti per il 2015 e così via".

La difficoltà maggiore per il momento resta quella di trovare il partner privato, visto che da tutte le parti è sempre più grande lo scetticismo verso il coinvolgimento di Invitalia. Eppure, su questo versante, nelle righe del Business Plan si insiste ancora nell'entrata della società facente capo al ministero dello Sviluppo economico, che dovrebbe affittare per il 2015 un ramo d'azienda del Centro Turistico (assumendosi quindi i rischi di gestione), per poi espletare le procedure necessarie per la definitiva privatizzazione della gestione.

L'alternativa dovrebbe consistere invece nel pubblicare direttamente, da parte del Comune, un bando per la gestione degli impianti già ammodernati dagli investimenti provenienti dai fondi pubblici, e che il privato dovrebbe solo completare.

"L'importante è arrivare all'obiettivo della rivalorizzazione di questo asset fondamentale per il territorio, in un modo o in un altro", è convinto Aielli che di piani industriali, vista la sua storia personale di ex manager di Finmeccanica, sembra intendersene. "Di certo - ammette - la gestione che c'è stata finora non è stata all'altezza delle potenzialità del Gran Sasso".

Sul fronte di Campo Imperatore, l'ingegner Marco Cordeschi, che quest'anno è tornato a dirigere gli impianti, parla di "obiettivi molto ambiziosi indispensabili per lo sviluppo economico e occupazionale dell'area nell'ambito turistico".

"I primissimi interventi che si realizzeranno quest'anno con i 9milioni - specifica l'ingegnere - saranno la sostituzione della seggiovia Fontari con una seggiovia nuova a sei posti, la ristrutturazione dell'ostello e il cavodotto dei servizi lungo il tracciato della funivia dove far passare l'elettrodotto, l'acqua potabile, l'illuminazione della funivia e la banda larga. In più, proveremo ad includere anche alcune opere di protezione attiva dalle valanghe per i fuori pista intorno le strutture di Campo imperatore".

"Entro l'anno - aggiunge Cordeschi - si prevede anche di pubblicare il bando per la realizzazione della cabinovia di Monte Cristo la cui realizzazione finirebbe però necessariamente al 2015".

Su questo punto il Buisness plan si propone sostanzialmente di attuare, in due fasi, il Piano d'area iniziato nel 1995, approvato dalla Regione nel 2004 e recepito dal Comune dell'Aquila nel maggio 2005, e che prevede la realizzazione di due nuovi accessi diretti al comprensorio da Monte Cristo e dalla Fossa di Paganica.

Nella prima fase relativa al biennio 2014-2015 ci sarà "il ripristino delle strutture ed attrezzature nell'area di Campo Imperatore e Monte Cristo, tramite Cabinovia Rifugio Montecristo e Cima Monte Cristo Sud sostitutiva dell'esistente seggiovia dismessa".

In questa fase il Ctgs prevederebbe anche di riattivare ed utilizzare le risorse regionali di Fondi FAS, pari a 2,5milioni, più altri 3milioni già assegnati sulla base di L.R. 44/2004.

La fase due invece è relativa al 2016, e prevederebbe "la realizzazione di due nuovi impianti di cabinovia tra Cima Monte Cristo Sud e Fossa di Paganica e Monte Scindarella".

Questa ulteriore realizzazione infrastrutturale prevederebbe, sempre secondo il business plan, il "conferimento da parte del Comune dlel'Aquila di ulteriori 10milioni da render disponibili con la stessa logica del DPCM del 8/04/2013; un contributo in impianti del Comune dell'Aquila per 1,2milioni; mezzi finanziari da parte di privati investitori, eventuale ricorso ad indebitamento di scopo; cash flou generato dalla gestione della stazione".

"Così - si scrive nel piano industriale - ci sarà la disponibilità di 67 chilometri di piste per lo sci alpino, 35 chilometri di piste per lo sci nordico, 20 chilometri di fuoripista controllati, 5 tra rifugi e baite montani, 2 baby camps estivi, 44 chilometri di sentieri escursoniostici serviti, 60 chilometri di itinerari segnalati per mountain bike, punti panoramici, 2 percorsi di salute estivi, 2 aree di sosta attrezzate per camper".

Il tutto, sempre secondo il piano, dovrebbe creare un indotto di posti di lavoro da attestarsi "tra le 1500 e le 3000mila unità tra cui l'impiego di circa 60 unità, in condizioni di regime, per il sistema di impianti a fune e piste da sci".

In mezzo a tutto questo mare di numeri, reali e potenziali, c'è chi dal basso già opera tra mille difficoltà sul comprensorio del Gran Sasso, e vuole muoversi per poter continuare a mettere la propria energia a disposizione della montagna. Un cartello di associazioni, costituito da appassionati e guide alpine che operano a vario titolo sul Gran Sasso, sta per lanciare per il prossimo 15 marzo, un incontro che possa dare il via ad una sorta di anno zero per la messa in rete di esperienze e percorsi tra i vari soggetti che hanno a cuore lo sviluppo e la tutela della montagna.

In particolare i ragazzi e le ragazze delle associazioni parleranno delle attività relative allo sci, lo sci d'alpinismo, il free-ride, lo snowboard, l'arrampicata estiva ed invernale, l'alpinismo, le escursioni ma anche di festival e ricettività.

Attività dai costi bassi e a zero impatto ambientale, ma che meritano però anch'esse di essere sostenute e sviluppate.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 05 Marzo 2014 23:21

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