Venerdì, 08 Novembre 2019 15:27

L'Aquila, scontro nella capigruppo su mozione di censura a Mannetti

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Riunione dei capigruppo tesissima quella convocata, stamane, dal presidente del Consiglio comunale dell’Aquila, Roberto Tinari.

Sul tavolo, la mozione di censura dell’assessore Carla Mannetti depositata ad inizio settembre dalle opposizioni sulla gestione della vicenda Ama; stante l’inserimento all’odg del prossimo Consiglio della delibera di ricapitalizzazione della società per 1.3 milioni di euro, il capogruppo del Pd Stefano Palumbo ha chiesto infatti di discutere anche la mozione.

Tuttavia, la capogruppo di Fratelli d’Italia Ersilia Lancia ha tirato fuori un parere giuridico amministrativo della segretaria comunale Alessandra Macrì che era stato sollecitato dal presidente del Consiglio per appurare se, in effetti, la mozione di censura e, così, la mozione presentata da Roberto Jr Silveri che, di fatto, chiedeva l’avvicendamento dell’assessore Vittorio Fabrizi, fossero ammissibili alla discussione dell’assise.

“La mozione di sfiducia è un istituto autonomo disciplinato dall’articolo 52 del TUEL – ha chiarito la segretaria nel parere – ed è previsto esclusivamente nei confronti del sindaco”. In sostanza, la mozione nei confronti di un singolo assessore non è contemplata: “la responsabilità dell’operato di ogni esponente della Giunta – ha aggiunto Macrì – è ricondotta alla collegialità della Giunta comunale e alla responsabilità politica del sindaco che ha il potere di nomina e revoca dei componenti dell’esecutivo”.

Ecco il motivo per cui la mozione presentata da Silveri non è stata considerata ammissibile.

Sotto altro profilo, stando all’articolo 52 del regolamento del Consiglio comunale, è consentito invece ai consiglieri comunali di proporre mozioni che esprimano anche giudizi e posizioni “ma esclusivamente in relazione all’attività svolta dal Comune direttamente o mediante altri enti e soggetti” – ha specificato la segretaria comunale – e, dunque, “in nessun caso sull’attività singola di un assessore comunale”.

Di qui, il parere negativo della segretaria Macrì anche sulla mozione di censura dell’assessore Mannetti: “la mozione tende ad incidere sulle deleghe conferite all’assessore e sulla gestione delle singole attività, in alcun modo esprime un giudizio di scelte complessivamente intese”.

Appreso del parere, Palumbo ha proposto di inserire comunque la mozione di censura all’ordine del giorno del Consiglio comunale che dovrà esprimersi sulla delibera di ricapitalizzazione dell’Ama, così da dibattere la vicenda in modo tecnico e, dunque, politico, eliminando il riferimento sulle deleghe conferite all’assessore.

Richiesta respinta a maggioranza: in favore della discussione della mozione hanno votato lo stesso Palumbo e Antonio Nardantonio (delegato del capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano) - gli unici capigruppo d’opposizione presenti alla riunione – oltre al capogruppo di Forza Italia Giorgio De Matteis.

E’ noto che sia in corso un violento scontro tra l’assessore Mannetti e l’amministratore unico di Ama Gianmarco Berardi, indicato dalla Lega, sulla contrattazione di secondo livello dei lavoratori dell’azienda partecipata; Mannetti ha parlato esplicitamente di “divergenza di vedute”, dicendosi pronta a rimettere il mandato nelle mani del sindaco qualora Berardi dovesse tirare dritto sulla cancellazione della contrattazione. Tuttavia, il Carroccio – almeno per il momento – non ha inteso portare la mozione in Consiglio, per evitare di rompere gli equilibri già fragilissimi della maggioranza.

De Matteis, al contrario, in nome del gruppo di Forza Italia, ha espresso con forza la volontà di discutere la mozione, rendendo plastica la sfiducia all’assessore che era stata già espressa a parole; la decisione dei capigruppo di maggioranza l’ha mandato su tutte le furie e, ora, c’è da scommettere che l’iter d’approvazione della delibera sulla ricapitalizzazione, che ha già avuto un primo stop in Commissione con la richiesta di audizione dell’assessore Mannetti e dei revisori dei conti oltre che dell’amministratore di Ama e dell’assessore alle partecipate Fausta Bergamotto, diventerà l’ennesimo motivo di scontro tra le diverse anime di una maggioranza dilaniata dalle spaccature e che non riesce proprio a fare sintesi.

Con ripercussioni che potrebbero essere pesanti per l’azienda partecipata, per i lavoratori e le loro famiglie.

 

Ultima modifica il Venerdì, 08 Novembre 2019 20:10

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