La quiete prima della tempesta.
Sono ore di attesa nel centrodestra aquilano: ad una settimana dal Consiglio comunale che, di fatto, ha certificato la crisi di maggioranza, con la Lega che non ha partecipato ai lavori d’approvazione del bilancio di previsione - un punto di non ritorno considerato che il documento economico finanziario è l’atto più importante di programmazione per l’amministrazione attiva - si attende di capire che piega prenderà la vicenda.
Le bocche restano cucite: a quanto si apprende, non ci sono stati contatti tra il gruppo consiliare del Carroccio e il sindaco dell’Aquila e, al momento, non sono previsti vertici di maggioranza; c’è chi si dice convinto che sarà Pierluigi Biondi a fare la prima mossa ma è difficile a credersi che il sindaco del capoluogo possa arrivare al punto di ‘cacciare’ gli assessori della Lega. Così fosse, la crisi di maggioranza al Comune dell’Aquila potrebbe avere ripercussioni imprevedibili, investendo anche i livelli politici nazionali. D’altra parte, è altrettanto difficile a credersi che il Carroccio possa far finta di niente, tornando a sedere sui banchi della Giunta e del Consiglio come se nulla fosse accaduto.
La tensione è oltre i livelli di guardia.
In queste ore, l'ennesimo motivo di scontro è stato il contributo di 400mila euro, inserito nel bilancio di previsione della Regione, per il miglioramento della mobilità urbana della città; risorse che serviranno a dare respiro all’Ama, l’azienda partecipata del trasporto pubblico locale.
A presentare l’emendamento è stato il gruppo consiliare regionale della Lega e, sebbene la proposta sia stata rimodulata con l’intervento dei consiglieri aquilani Roberto Santangelo e Americo Di Benedetto, i rappresentanti del Carroccio in Consiglio comunale hanno inteso rivendicare il provvedimento, ringraziando gli esponenti del loro partito all’Emiciclo ma 'dimenticando' di citare l’assessore al bilancio della Regione, Guido Quintino Liris, esponente di Fratelli d’Italia. Anche il sindaco dell’Aquila ha sottolineato l’importanza del provvedimento, imputandolo però all’azione dell’assessore e del governatore Marco Marsilio che – ha messo nero su bianco Biondi – hanno dato un “importante segnale di attenzione nei confronti della città che premia il costante lavoro di questa amministrazione”. Nessun riferimento alla Lega, se non un generico ringraziamento ai “rappresentanti aquilani di Giunta e Consiglio regionale”.
In Ama, il clima è caldissimo: è vero, il contributo della Regione era atteso e permetterà di rimettere mano al piano di risanamento ‘lacrime e sangue’ annesso alla ricapitalizzazione da 1milione e 300mila euro approvata dal Consiglio comunale; tuttavia, Biondi aveva assunto un impegno preciso con i lavoratori: prorogare al 31 gennaio 2020, e al 28 febbraio fosse stato necessario, l’azzeramento della contrattazione di secondo livello - che significa un taglio sulle contribuzioni dei lavoratori di 300-400 euro al mese - in attesa di una rinegoziazione ora possibile, stante il contributo regionale. Ed invece, l’amministratore unico Gianmarco Berardi, indicato dalla Lega, ha deciso di non dare seguito agli accordi, non concedendo alcuna proroga sul taglio della contrattazione accessoria che scatterà il 1° gennaio.
Una presa di posizione che ha mandato Biondi su tutte le furie: il sindaco ha scritto una missiva a Berardi e al direttore generale di Ama Maurizio Michilli ribadendo come il 13 novembre scorso sia stato “sottoscritto un accordo con i lavoratori che prevedeva la proroga dell’attuale contrattazione di secondo livello” e invitando, dunque, il management della società partecipata “a rispettare i termini del suddetto accordo al fine di non inasprire ulteriormente il clima con i lavoratori, pregandovi in futuro – ecco la stoccata – di informarmi prima di assumere decisioni che vanno a contraddire accordi sottoscritti anche da me”.
D’altra parte, il 23 dicembre sono già stati licenziati 5 autisti che erano assunti a tempo determinato.
A darne notizia è stato l’ex sindaco Massimo Cialente che ha sottolineato come l’amministrazione attiva abbia fatto saltare deliberatamente la fusione di Ama in Tua speculando sui “modesti sacrifici che la stessa avrebbe richiesto ai lavoratori” pur sapendo che “il buco da quasi 1 milione di euro, dovuto ai mancati trasferimenti regionali, si sarebbe registrato sia per il 2017 che per il 2018 e il 2019. Incoscienti”, l’affondo di Cialente. Che ha aggiunto: “Hanno abbindolato i dipendenti. Adesso, dopo i milioni che gli aquilani hanno dovuto sborsare per salvare l’azienda, per i lavoratori c’è lo spettro di perdere tra i 300 e i 400 euro al mese in busta paga e 5 autisti sono già stati licenziati nel silenzio generale”. Con la fusione in Tua, “Ama avrebbe avuto un futuro – ha ribadito l’ex sindaco dell’Aquila: questa amministrazione, invece, ha messo l’azienda in mezzo ad una strada”.
Non è un mistero che su Ama si sia consumato uno scontro durissimo tra Berardi, sostenuto dalla Lega, e l’assessore alla mobilità Carla Mannetti, altra esponente di spicco di Fratelli d’Italia: i fatti delle ultime ore non hanno fatto altro che acuire le tensioni, e chissà che non parta proprio da Ama la resa dei conti interna alla maggioranza.
Biondi ci arriverà con un’altra grana da risolvere: come non bastasse la rottura con la Lega, infatti, si sta sfaldando il gruppo cittadino di Fratelli d’Italia, il movimento di cui è coordinatore provinciale. Il primo cittadino, per blindarsi in Consiglio comunale al momento di regolare i conti con il Carroccio, di concerto con l’assessore regionale Guido Quintino Liris ha favorito il convergere dei consiglieri di Insieme per L’Aquila nel gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.
Una decisione che ha finito per riacuire le spaccature interne che erano seguite alla decisione di far candidare Liris nelle liste dei meloniani alle Regionali, con Biondi, Mannetti e altri esponenti di Fdi che avevano lavorato alla sua elezione e il gruppo consiliare che, al contrario, si era schierata con Luca Ricciuti. Un momento di forte tensione che aveva portato allo sfaldamento del gruppo, con Giorgio De Matteis, Marcello Dundee e Berardino Morelli che avevano deciso di passare a Forza Italia.
Neanche un anno dopo, l’adesione dei consiglieri di Insieme per L’Aquila al gruppo di Fratelli d’Italia ha creato un altro scossone. “A casa mia certi annunci li fa il partito. Inoltre è bene chiarire che occorre l’accettazione del capogruppo, particolare non da poco”, il commento durissimo di Ersilia Lancia, che è appunto il capogruppo di Fdi in Consiglio comunale, alla notizia diffusa da Insieme per L’Aquila.
Più chiaro di così.
E a testimoniare come si sia arrivati ad una spaccatura difficile da sanare, sta il flop della conviviale organizzata dalla segreteria cittadina di Fratelli d’Italia sabato scorso, presso l’agriturismo del consigliere Daniele D’Angelo: oltre al padrone di casa, alla cena si sono presentati soltanto l’assessore Carla Mannetti e il consigliere comunale Leonardo Scimia che, tra l’altro, è andato via poco dopo; assente il coordinatore provinciale Biondi, assente la capogruppo in Consiglio Lancia, assenti Liris e i consiglieri di Insieme per L’Aquila, assente l'intera classe dirigente del partito. Nervi tesissimi, per la gestione di un passaggio delicatissimo che – è stato sottolineato – sarebbe avvenuta senza la minima discussione interna.
Un bel guaio.