Venerdì, 10 Gennaio 2020 14:55

Crisi maggioranza, il centrosinistra attacca l'amministrazione. Masciocco: " Biondi pavido politicamente". Palumbo: "L'Aquila ostaggio delle beghe del centrodestra"

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“E’ vero: il sindaco dell’Aquila è stato capace di portare a casa l’approvazione del bilancio di previsione a prescindere dalla Lega e dal consigliere Roberto Jr Silveri: ad oggi, però, aver licenziato il provvedimento entro il 31 dicembre si sta rilevando perfettamente inutile: se la Giunta non si riunisce ed approva il Peg – il piano esecutivo di gestione – i dirigenti non possono procedere con gli impegni di spesi. La verità è che Pierluigi Biondi sconta la sua pavidità politico-amministrativa: avrebbe voluto ritirare la delega agli assessori della Lega ma non ha potuto farlo per imposizione del suo stesso partito, Fratelli d’Italia: ha subito le pressioni del segretario regionale Etel Sigismondi, del governatore Marco Marsilio e persino della segretaria nazionale Giorgia Meloni. D’altra parte, l’ascesa politica di Luigi D’Eramo – vicinissimo a Matteo Salvini – impedisce di fatto a Biondi di assumere qualsiasi decisione di rottura”.

E’ durissima la presa di posizione del capogruppo di Articolo 1 in Consiglio comunale Giustino Masciocco che stamane, al tavolo delle forze politiche di centrosinistra che hanno tenuto una conferenza stampa sulla crisi della maggioranza, ha lanciato un durissimo affondo al primo cittadino.

“Un altro sindaco di centrodestra, di ben altro spessore, e sto parlando di Biagio Tempesta – ha aggiunto Masciocco – in una occasione simile ritirò le deleghe ai suoi assessori, nominò come vicesindaco l’avvocato Anna Maria Ranalli e, con lei, governò la città per due mesi; soltanto quando i partiti trovarono una quadra sulla spartizione delle poltrone riassegnò le deleghe. E’ questo che avrebbe dovuto fare Biondi. Non ne ha la forza, però. Anzi, si nasconde: non convoca la Giunta per non legittimare gli assessori della Lega. E’ questa la forza del primo sindaco di Fratelli d’Italia in un capoluogo di Regione: siamo sicuri che Biondi abbia la stessa influenza nel suo partito rispetto a due anni e mezzo fa? Credo che potrebbe avere qualche difficoltà ad ottenere da Giorgia Meloni un seggio blindato in Parlamento, come spera”.

Alla conferenza stampa erano presenti le forze del centrosinistra in Consiglio comunale: oltre a Masciocco e al segretario regionale di Articolo 1 Fabio Ranieri, intorno al tavolo si sono seduti il capogruppo del Pd Stefano Palumbo, il consigliere comunale e segretario cittadino dimissionario dei dem Stefano Albano, Lelio De Santis dell’Italia dei Valori, Angelo Mancini di L’Aquila sicurezza e lavoro; assenti, come prevedibile, i consiglieri del Passo Possibile e Carla Cimoroni di Coalizione sociale.

“Assistiamo da più di un mese ad una crisi di maggioranza, l’ennesima, e né il sindaco né altri esponenti dei partiti di coalizione si sono ancora degnati di spiegarne i motivi alla città”, l’affondo di Stefano Palumbo. “Non sappiamo se la Lega, che non ha votato il bilancio di previsione, verrà cacciata dalla Giunta, o se si farà finta di nulla e gli assessori del Carroccio torneranno a sedere ai loro posti spendendo fondi che altri partiti hanno stanziato. Non sappiamo se si arriverà ad un nuovo rimpasto. A metà mandato – ha proseguito il capogruppo dei democratici – ci saremmo aspettati un consuntivo, un bilancio del lavoro fatto in questi due anni e mezzo. Come forze di opposizione, un bilancio l’abbiamo fatto: non è cambiato assolutamente nulla; anzi, le uniche cose che sono cambiate sono cambiate in peggio. E ci ritroviamo, oggi, con una crisi di maggioranza che ha congelato le attività amministrative: alcuni servizi scaduti al 31 dicembre non sono stati ancora rinnovati, l’iter per la pubblicazione del bando di affidamento del centro sportivo di Santa Barbara è fermo, abbiamo assistito ad uno spettacolo indecente sulla vicenda Ama con l’evidente scollamento tra il sindaco e la Lega che esprime l’amministratore unico della società partecipata, il piano di dimensionamento scolastico di cui si discute in queste ore è soltanto l’ultimo dei fallimenti di questa Giunta; per non parlare della mancata gestione del progetto Case, della mancanza palese di una programmazione urbanistica. La città è allo sbando, abbandonata al suo destino”, la denuncia di Palumbo.

Che ha aggiunto: “la situazione che stiamo vivendo è inaccettabile, offensiva nei confronti del dramma che la città si porta sulle spalle da più di dieci anni; un atteggiamento scostumato e superficiale: L’Aquila è diventata ostaggio delle beghe tra le forze di maggioranza, collettore di tutte le tensioni politiche regionali che nulla hanno a che vedere con le esigenze e le aspettative dei cittadini”.

“Il 2019, l’anno del decennale, si è aperto con una crisi di maggioranza e si è chiuso con una crisi di maggioranza”, ha ricordato Stefano Albano; “ciò che sta accadendo è assurdo e paradossale. Nessun rispetto per la città, soltanto un braccio di ferro politico per determinare rapporti di forza dentro la Giunta: il centrodestra si è molto occupato dell’avanzamento di carriera dei suoi esponenti e pochissimo della città. E l’anno che doveva raccontare di una riappacificazione, si è trasformato, invece, in un continuo scontro”.

Albano è tornato al Consiglio comunale del 23 dicembre scorso: “l’assise era convocata alle 9, un’ora e mezza dopo, però, erano in aula soltanto 11 consiglieri di maggioranza e si doveva discutere del bilancio di previsione: una immagine offensiva per la città, una situazione di inaudita gravità. Questa amministrazione non ha a cuore gli interessi degli aquilani, piuttosto mantenere stabili pezzi di potere della città”. Ha aggiunto il consigliere comunale dem: “Il Documento unico di programmazione approvato ricalca, di fatto, il programma di mandato; un copia e incolla che tenta di tenere insieme diverse visioni, diverse idee di città. Non c’è una parola sugli insediamenti industriali, sui poli di ricerca, sull’innovazione. Paradossale la vicenda del rilancio del centro storico: a maggio, il Consiglio aveva approvato all’unanimità un documento di indirizzo che, scevro da polemiche politiche, intendeva segnare un punto di svolta per venire incontro alle legittime esigenze di residenti e commercianti che sono tornati coraggiosamente a popolare il centro della città; ebbene, nel Dup non vi è alcuna traccia degli impegni che erano stati assunti dall’assise consiliare”.

Dunque, Albano ha ‘scomodato’ il maestro Eduardo De Filippo: “la città è tenuta in ostaggio; ‘adda passà ‘a nuttata’: così sta L’Aquila, agonizzante tra le chiacchiere, le promesse e gli slogan a mezzo stampa di una amministrazione che pensa soltanto ai bracci di ferro interni”.

Duro anche il consigliere Lelio De Santis: “Qui non sono seduti consiglieri di minoranza che protestano a prescindere; anzi, in questi due anni e mezzo abbiamo studiato gli atti, ragionato nel merito delle proposte e dato il nostro contributo: io stesso ho proposto emendamenti, accolti all’unanimità, al programma di mandato del sindaco Biondi. Nulla di ciò che abbiamo approvato, però, è stato realizzato. Ciò per dire che abbiamo tenuto sempre un comportamento responsabile, anteponendo gli interessi della città a quelli partitici, con un atteggiamento responsabile quanto o più di quello dei colleghi che hanno assicurato il numero legale all’ultimo Consiglio comunale”.

Chiaro il riferimento al Passo Possibile. “Purtroppo, siamo costretti ad assistere ai giochi di potere di una maggioranza di governo ‘per caso’: l’impreparazione e la mancanza di cultura di governo, unite all’arroganza che porta le forze di maggioranza a scontrarsi continuamente, stanno facendo danni enormi. Si devono dare una mossa: o si tresca o si spiaccia l’aia, diceva un vecchio adagio; non si può più tollerare l’inerzia, l’apatia, il menefreghismo, l’irresponsabilità di questa maggioranza”.

Sulla spaccatura col Passo Possibile è tornato Angelo Mancini: “Una parte della minoranza ha permesso, con la sua presenza in aula, l’approvazione di provvedimenti che segneranno la vita dei cittadini dei prossimi anni e che non erano nel programma di mandato del candidato sindaco Americo Di Benedetto; hanno permesso l’approvazione di regolamenti che attengono alle tasse e alle imposte, al patrimonio pubblico per il prossimo triennio, oltre la fine della legislatura”. Stando alla tassazione che grava sui cittadini, “si era partiti con slogan sulla equità tributaria, pagare tutti per pagare meno; al contrario, si cerca di recuperare ciò che è recuperabile dall’evasione e non si sta pensando ad alcun tipo di riduzione. Anche quest’anno, e gli anni a venire, l’Imu sarà all’8.1 x 1000, la Tasi al 2.5 x 1000: il totale si attesta al 10.6 x 1000. Abbiamo una tassazione tra le più alte d’Italia e, tra l’altro, non è prevista alcuna riduzione sulla Tari. In modo sensato, andavano riviste le rendite catastali dei fabbricati: oggi, il patrimonio edilizio si è dimezzato di valore ma continuiamo a pagare l’Imu su rendite ante terremoto. Si è permesso di approvare questo. Si è permesso di avallare la decisione di non ridurre la Cosap, l’occupazione di suolo pubblico, agli esercizi commerciali. Americo Di Benedetto e il Passo Possibile hanno consentito all’amministrazione di approvare provvedimenti che avranno ricadute sulle tasche degli aquilani. Non so se si sono resi conto, non so se intendono continuare così. E’ vero, è più che probabile che la maggioranza si sarebbe ricompattata e avrebbe approvato il bilancio in seconda convocazione: sta di fatto che lo hanno approvato con la presenza in aula del Passo Possibile e non mi piace assolutamente. La città deve aver ben presente chi governa e chi sta in minoranza per svolgere altri compiti, non certo per sostituire pezzi di una maggioranza che non c’è”.

“La scelta del Passo Possibile è grave – ha proseguito Fabio Ranieri – proprio perché mantiene esattamente la situazione di stallo, di paralisi amministrativa che stiamo vivendo, non facendo esplodere davvero i problemi che attanagliano la maggioranza e non aiutando a risolverli però. Anzi, così il centrodestra può continuare a vivacchiare. E’ stata una scelta sbagliata”. Andando alla “sostanza politica”, Ranieri si è domandato: “la maggioranza di centrodestra sta governando bene o male? Per noi, sta governando male. E’ un giudizio condiviso dal Passo Possibile? Questa è la prima domanda. La seconda: noi siamo alternativi a questa amministrazione, in modo chiaro e netto, e stiamo provando a mettere in campo una proposta politica: il Passo Possibile ha intenzione di costruirla insieme a noi? Si sente davvero alternativa al centrodestra? Qui non ci sono questioni personali da risolvere: le valutazioni debbono essere politiche. E i nodi vanno sciolti nel più breve tempo possibile, lasciandosi alle spalle gli errori commessi due anni e mezzo fa”.

Dunque, Ranieri si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: “Come Articolo 1 e liste di sinistra, per essere chiari e finirla col chiacchiericcio, non abbiamo mai votato a destra in vista nostra; non so se altri, altrove, possono dire la stessa cosa. Noi, non abbiamo mai fatto gesti politici che potessero favorire la destra: anzi, alle amministrative ci siamo spesi ‘pancia a terra’. Al ballottaggio, ai seggi c’erano soltanto i nostri rappresentanti di lista. Da soli. E quella sera, forse più di altri, ci siamo resi conto del disastro che era accaduto”.

A chiosare ci ha pensato Giustino Masciocco, chiamando in causa il capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano: “Nella conferenza stampa di fine anno, il Passo Possibile ha dichiarato che è un consigliere provinciale del movimento, smentendo, di fatto, lo stesso Romano che si era detto espressione del centrosinistra in Consiglio comunale; tant’è vero che ha ricevuto soltanto 2 voti dal gruppo del Passo Possibile, il suo e un altro. Per questo, chiedo pubblicamente a Romano di chiarire se lui rappresenta in Consiglio provinciale le opposizioni di centrosinistra o se è espressione invece del Passo Possibile, come rivendicato dal movimento”.

Romano era presente a Villa Gioia per tenere una conferenza stampa sull’edilizia scolastica; incalzato dai giornalisti ha risposto: “faccio parte del Passo Possibile e, dunque, quando parla il movimento parla anche di me, essendo un componente del gruppo; è chiaro, però, che la mia elezione in Provincia è stata una elezione espressione della coalizione di centrosinistra, come si disse allora: così è adesso e così sarà in futuro. Su questo, non ci sono dubbi”.

 

Ultima modifica il Sabato, 11 Gennaio 2020 23:00

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