Lunedì, 24 Marzo 2014 16:41

Voto di scambio: archiviazione per Cialente, Verini, Toto e Paolucci

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"Non sono emersi elementi indiziari concreti idonei a sostenere l’accusa".

Con queste parole, il giudice per le indagini preliminari del tribunale dell'Aquila, Marco Billi, ha deciso l'archiviazione dall'accusa di voto di scambio per il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, l'ex consigliere di Futuro e Libertà, Enrico Verini, il segretario regionale dei finiani, Daniele Toto, e il segreatario abruzzese del Partito Democratico, Silvio Paolucci.

La vicenda risale al maggio 2012. A qualche giorno dal ballottaggio per le elezioni amministrative, che avrebbero confermato Cialente alla guida della città, il centrosinistra aveva tentato un accordo con Futuro e Libertà che aveva espresso la candidatura a primo cittadino di Verini.

Scritto nero su bianco, l'accordo dal titolo 'Protocollo d'intesa per la rinascita dell'Aquila' prometteva ai finiani importanti poltrone in cambio dell'appoggio a Cialente nel ballottaggio con Giorgio De Matteis. In particolare, un assessorato con deleghe a Sociale, Assistenza alla popolazione, Gestione e reperimento dei fondi europei, Rapporti con l’Ue, Gestione dei bandi del ‘de minimis’, e la presidenza di una commissione consiliare.

Non se ne fece nulla. Il tentativo di mediazione politica, però, scatenò un putiferio. A distanza di quasi due anni, è arrivata ora l'archiviazione: non è stato violato l’articolo 86 del Dpr 570/60, il cosiddetto “Testo unico per la composizione e l’elezione degli organi delle amministrazioni comunali”, che prevede il carcere fino a 3 anni e multe per chi promette utilità in cambio di appoggio elettorale.

La tesi del giudice Marco Billi è che gli accordi politici sono assolutamente leciti. Discorso differente per gli scambi tra politici ed elettori.

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