Martedì, 10 Marzo 2020 14:49

Coronavirus, il governo verso lo stop a mutui, bollette e tributi: si lavora a forme di congedo straordinario alle famiglie

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Nel decreto che il governo sta mettendo a punto per sostenere l'emergenza economica che si accompagna a quella sanitaria legata alla diffusione del coronavirus, potrebbe trovare spazio anche una sospensione estesa a tutto il territorio nazionale del pagamento di mutui, bollette e tirbuti.

Lo ha spiegato il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, intervenuto a Circo Massimo su Radio Capital.

Uno dei "quattro canali" su cui si sta indirizzando il governo per aiutare famiglie e imprese "è quello della liquidità, che va garantita, e questo lo si fa con la sospensione dei pagamenti, di mutui, bollette, tributi. Dobbiamo ragionare su tutto territorio nazionale", ha detto Patuanelli. Alla domanda se la sospensione varrà già dalla prossima scadenza fiscale del 16 marzo, "stiamo lavorando in questa direzione", ha risposto.

Quanto alla portata economica degli interventi il ministro ha fatto capire che la somma sarà probabilmente superiore ai 7.5 miliardi di cui si è parlato nei giorni scorsi, spingendosi fino a 10 miliardi grazie all'aumento del deficit. "L'ordine di grandezza è quello", ha detto Patuanelli. "Probabilmente chiederemo un deficit leggermente più alto per avere più possibilità di interventi. Non è detto che utilizziamo tutto nel primo decreto. Il limite di 7.5 miliardi è un limite che superiamo", ha aggiunto.

Per definire le misure economiche il governo aspetterà, comunque, il voto del Parlamento, previsto per domani, che autorizzerà il finanziamento in deficit degli interventi.

Oltre alla sospensione di tributi, mutui e bollette, il Governo sta lavorando su un'ampia moratoria sui prestiti; e poi, ammortizzatori sociali e meccanismi di indennizzo per i settori maggiormente colpiti. Tra le priorità, c'è quella di garantire forme di congedo straordinario alle famiglie che devono gestire i figli a casa da scuola.

Il pacchetto con le tutele per i lavoratori, che comprende anche maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali e la copertura di tutte le imprese che non possono ricorrere alla Cassa integrazione con la Cig in deroga, dovrebbe valere circa 2,5 miliardi. Per i congedi, invece, finora si sono ipotizzate tre fasce, con la garanzia del 100% della retribuzione per i redditi più bassi. Ma si lavora per tutelare anche gli autonomi, cui potrebbe anche essere estese la sospensione di tasse e contributi, e anche per garantire indennizzi a chi ha perso fette importanti di fatturato (si ipotizza almeno il 25%).

Le norme dunque si muoveranno sulla falsariga delle misure di sostegno che erano già state previste per la zona rossa, dove vige il potenziamento della cassa integrazione, a cominciare dalla Cig in deroga per i datori di lavoro del settore privato che non possano beneficiare degli strumenti esistenti di sostegno del reddito, e una indennità di 500 euro al mese per un massimo di tre mesi per i lavoratori autonomi e le partite Iva che non possono esercitare in questo periodo la propria attività.

Ci sono, inoltre, alcune misure economiche che già valgono per tutto il territorio nazionale. In particolare, il governo ha stabilito una serie di proroghe per le scadenze fiscali: la scadenza per la presentazione del 730 slitta di qualche mese, da luglio al 30 settembre 2020. I sostituti di imposta, tra i quali i datori di lavoro, avranno più tempo per inviare al Fisco la Certificazione Unica che attesta tutti i redditi del contribuente (da lavoro dipendente, autonomo, redditi diversi come le locazioni brevi, reddito da pensione), il termine passa dal prossimo 9 marzo al 31 marzo.

"Domani mattina sarò alla Camera dove voteremo un altro importante provvedimento che autorizza a superare i limiti che abbiamo stabilito sui saldi di finanza pubblica", ha sottolineato in una nota la deputata del Pd Stefania Pezzopane. "Immediatamente dopo questo voto fondamentale, il governo approverà le prime misure economiche per far fronte a questa gigantesca emergenza. Interventi necessari, a mio giudizio, riguardano la sospensione dei pagamenti, di mutui, bollette, tributi" ha ribadito Pezzopane. "C’è già una prossima scadenza fiscale, il 16 marzo, che va assolutamente sospesa e rinviata. La parte fiscale sarà molto importante e riguarderà, mi auguro, la sospensione di pagamenti, ritenute e contributi. Necessaria la cassa integrazione, anche quella in deroga, per piccole aziende sotto i 6 dipendenti. Sul credito, invece - ha concluso Pezzopane - è necessario uno sforzo per garantire un sistema che permetta liquidità alle imprese. E poi le famiglie: necessario mantenere l’impegno sul congedo per un genitore ed anche una misura tipo bonus che permetta alle famiglie di poter andare avanti".

Il senatore Gaetano Quagliariello, d'altra parte, ha chiesto che, "nel perimetro delle urgenze che verranno affrontate dai provvedimenti in preparazione, si dia immediatamente ossigeno alle attività ricettive e turistiche, alle strutture sportive, alle imprese ricreativo-culturali: quelle che prendono la loro linfa vitale dal contatto con quel 'pubblico' al quale, giustamente, si chiede oggi di stare il più possibile a casa".

Per quanto riguarda, nello specifico, le strutture ricettive e turistiche (come ristoranti, alberghi e altri) – ha chiarito Quagliariello - "il minimo indispensabile è la sterilizzazione per tre mesi delle imposte statali (gli F24 che incombono al 16 del mese) e delle imposte e tariffe locali sulle attività produttive (scorporando tre dodicesimi sull'annualità), la sospensione delle rate dei mutui e la previsione della possibilità di una cassa integrazione all'80 per cento per i dipendenti. Presenterò degli emendamenti in Senato, ma già ora - in vista dei nuovi provvedimenti d'urgenza annunciati dal governo - credo che sia questa la direzione da intraprendere. E' un impegno poderoso per lo Stato, ma nulla al confronto di ciò che accadrebbe in caso di crisi generalizzata del settore, che con effetto a catena arriverebbe a contagiare tutta l'economia".

A questo fine, visti i tempi strettissimi e l'entità dell'impegno finanziario – ha aggiunto Quagliariello - "sarà difficile non ricorrere alla spesa in deficit (per cui vi sono peraltro margini non ancora utilizzati), alla quale sono sempre stato contrario ma che può trovare giustificazione in un momento paragonabile a una fase bellica. Sarebbe tuttavia un segnale virtuoso se, almeno in parte, l'intervento fosse coperto da una contrazione della spesa pubblica: più precisamente, se parte delle risorse oggi previste per il reddito di cittadinanza venissero impiegate per la sopravvivenza delle attività produttive, nel presupposto che sia meglio aiutare un'impresa oggi che dare domani il reddito di cittadinanza a lavoratori disoccupati. Nei prossimi giorni - ha concluso il senatore – si metteranno a punto proposte precise che riguardano anche i settori delle attività sportive e di quelle culturali".

Ultima modifica il Martedì, 10 Marzo 2020 16:37

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