"Avremmo voluto anche noi che la questione in cui si è 'incartato' l'assessore al Bilancio Guido Liris, e con lui il direttore generale della Asl Roberto Testa, si esaurisse con eleganza, magari con delle scuse da parte dell'assessore. Ma, purtroppo, visto il tenore delle risposte da lui rilasciate alla stampa, non è così".
Ad affermarlo sono gli esponenti del Pd Michele Fina (segretario regionale Abruzzo), Luciano D'Alfonso e Stefania Pezzopane (parlamentari), Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci (consiglieri regionali) e il consigliere regionale di Abruzzo in Comune Sandro Mariani.
"Ci vediamo così costretti a controbattere punto per punto".
"Prima bugia: l'assessore Liris dichiara che sarebbe stata opportuna una richiesta di accesso agli atti, prima di parlare. E infatti l'accesso agli atti è stato regolarmente richiesto, riscontrato dall'Ente e poi da noi letto. E' con nota del 7 marzo 2020, protocollo 0073402/2020, che la Direzione Generale della ASL1, ottempera alla richiesta, come da oggetto del documento inviato presso la posta istituzionale "Richiesta di accesso agli atti del Gruppo del Partito Democratico della Regione Abruzzo in data 3 Aprile 2020 (acquisita al protocollo n° 0071622/20). Riscontro".
"Seconda bugia: il dottor Liris viene inserito nello staff della Direzione Generale della Asl aquilana. E' ben noto che la Direzione Generale sia l'ambito manageriale di una Asl in cui si gestiscono appalti, gare, si destinano risorse umane e materiali, oltreché incarichi professionali. E' anche ben noto che l'Assessore al Bilancio della Regione Abruzzo possa decidere quali e quante spettanze finanziarie destinare alle Asl regionali, di cui al contempo, in questa stortura amministrativa, egli stesso fa parte".
"Terza bugia: la Legge Regionale n°3/2020, recante "Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio di previsione finanziaria 2020/2022 della Regione Abruzzo (legge di stabilità regionale)", è stata impugnata dall'Avvocatura di Stato, che ne decreta alcuni profili di incostituzionalità. In un momento così delicato per la Regione Abruzzo, dunque, in cui viene bocciato il documento finanziario, il suo Assessore al Bilancio decide di incrementare la propria attività amministrativa con un altro incarico, benché in part time al 30%. Se la pandemia necessita dell'aiuto di un medico al 30%, va anche considerata l'ipotesi malaugurata che quel medico, già Assessore al Bilancio, possa ammalarsi e debba lasciare la Giunta regionale, in un momento in cui invece la sua presenza risulta imprescindibile".
"Quarta bugia: dopo un primo momento, in cui il dottor Liris è stato integrato in Direzione Generale Asl1 con un ruolo dirigenziale al 30% e con uno stipendio di pari importo, la nota con cui l'Assessore chiede di svolgere funzioni gratuitamente è stata decisa e inviata successivamente alla reazione delle opposizioni e allo sconcerto dell'opinione pubblica. E non è ancora stata recepita dalla ASL, che dichiara di prendersi del tempo per verificarne la fattibilità".
"Quinta bugia: non è previsto in alcun caso e norma che nella Pubblica Amministrazione si possano rivestire, contemporaneamente, due ruoli pubblici. E' evidente che né "l'assessore" Liris, né la ASL abbiano comunicato alla Regione Abruzzo la decisione di aver tolto unilateralmente "il dottor" Liris dall'aspettativa, altrimenti la Regione avrebbe risposto che non era possibile procedere".
"Troviamo oltremodo scorretto da parte di Liris, continuare a fare leva sulla sua generosità come medico, (che non è in discussione, non essendo questo il punto della questione), piuttosto che chiedere scusa e affermare di aver sbagliato circa quanto ormai è acclarato, vale a dire l'illiceità dell'atto che lo reintegra con funzioni Dirigenziali nella Direzione Generale della ASL1. Tutto è documentato negli atti incontrovertibili che sono depositati presso la Presidenza del Consiglio di Regione Abruzzo e inviati al Presidente della Commissione Vigilanza per conoscenza e azioni previste".