Nella suggestiva e prestigiosa cornice del Palazzetto dei Nobili, in pieno centro storico aquilano, è stato presentato il progetto politico di Centro Democratico (Cd) e Liberali per l'Abruzzo (Pli) per le prossime elezioni regionali.
Tanti gli esponenti politici presenti. Come prevedibile, non sono stati ufficializzati i nomi dei candidati che andranno a sostenere Luciano D'Alfonso presidente. Presente, oltre all'ex sindaco di Pescara, il parlamentare e leader del Centro Democratico Bruno Tabacci, l'ex deputato Daniele Toto – passato il mese scorso da Futuro e Libertà al Partito Liberale Italiano – e tanti esponenti di quella che una volta era la democrazia cristiana aquilana e abruzzese. A fare gli onori di casa, oltre a Gino Milano (consigliere regionale, ex Idv e Api), anche l'ex vice sindaco dell'Aquila Giampaolo Arduini.
"Unità di intenti". "Ammiro Tabacci da decenni – ha esordito Luciano D'Alfonso – quando era governatore della Lombardia ha applicato un modello di regionalismo che io sposo, coniugando al meglio i rapporti sia con Palazzo Chigi che con Bruxelles". La lista che verrà presentata in appoggio a D'Alfonso è il sodalizio elettorale tra Centro Democratico e Liberali per l'Abruzzo (Pli): "L'unione tra questi due partiti – afferma laconico Daniele Toto – è l'unione tra politica ed etica”. Gli fa eco Bruno Tabacci: “Appoggiamo D'Alfonso perché chi rappresenta le istituzioni deve essere specchiato”. Non sembrano scalfire più tanto le polemiche sui “transfughi dal centro destra”, montate in queste ultime settimane: “L'importante è avere delle idee di fondo comuni e mettersi insieme – ha sottolineato il deputato lombardo - le grandi rivoluzioni si sono fatte anche con chi ha cambiato casacca”. “Se la politica è l'arte del possibile e dello stare insieme, noi ci proviamo”, ha ribadito Gino Milano. Impossibile dargli torto: dagli ex forzisti ai liberali, passando per il vecchio nucleo della Dc, il sodalizio tra Liberali per l'Abruzzo e Centro Democratico è un potpourri di trasversalità.
I nomi possibili. L'uomo forte nell'aquilano è l'ex vicesindaco dell'Aquila Giampaolo Arduini. Sarà lui, più di tutti, che concorrerà per un posto all'Emiciclo. C'è aria di passi indietro per Gino Milano (tuttavia, ancora non è stata definitivamente esclusa una sua candidatura) e dell'ex consigliere comunale dell'Aquila Enrico Verini (Fli), la cui candidatura – come avevamo scritto qualche giorno fa – è stata avanzata da quel che rimane del partito di Fini. Le voci narrano anche di un interessamento dell'avvocato aquilano Stefano Rossi, del liberale della prima ora Mauro Chilante e di una probabile candidatura nel marsicano per Sonia Sorgi, presidente dell'Avezzano Rugby.
Rimane in forse anche lo stesso Daniele Toto, che mira a una poltrona a Strasburgo: "L'Abruzzo abbia la necessità di una nuova classe politica fresca. Abbiamo anche bisogno di qualcuno a Bruxelles, se il partito mi chiederà di candidarmi alle europee lo farò senza indugio e con spirito di servizio". Sui passaggi da destra a sinistra l'imprenditore è lapidario: "Parlare di repentini cambi di idea è sbagliato, perché lo scollamento si è consolidato già dalla maggioranza precedente, e concretizzato nelle vittorie delle amministrative di Spoltore e Montesilvano. Facciamo ciò che è giusto, non quello che è previsto dagli ordini di scuderia".
Nel pescarese è quasi certa la candidatura di Camillo Sulpizio, attuale consigliere regionale eletto nelle lista dell'Italia dei Valori. A Teramo l'uomo forte è Berardo Rabuffo, altro destrorso pentito, ex Futuro e Libertà, eletto nel 2008 nella listino di Gianni Chiodi.
La "federazione" aquilana. Tra gli altri, presenti in platea anche l'assessora allo Sport (con delega all'aeroporto) Emanuela Iorio, i consiglieri Salvatore Placidi e Adriano Durante (Cattolici Democratici) ed Ermanno Giorgi (gruppo misto, Centro Democratico). Arduini durante l'incontro ha annunciato una non meglio specificata "federazione" tra i due gruppi. Tuttavia, come ci ha confermato lo stesso Durante, i due gruppi consiliari rimarranno per ora separati, ognuno con il proprio capogruppo.
Una cosa è certa: Luciano D'Alfonso sta dimostrando di essere il più bravo nell'aggregare il centrosinistra assieme a pezzi di centrodestra e di prima repubblica pura. Vedremo se questo tipo di scelte strategiche saranno premiate dalle urne.