Rischiano di scatenare l'ennesima polemica tra territori le parole del dottor Alberto Albani, capo dell'Unità di crisi della Regione Abruzzo, che, audito in Commissione Sanità sulla gestione dell'emergenza Covid, ha sostenuto con convinzione che l'unico ospedale che può ambire a divenire Dea di II° livello è il "Santo Spirito" di Pescara.
Parole che hanno fatto "sobbalzare sulla sedia" il consigliere Sandro Mariani (Abruzzo in Comune) che chiede "spiegazioni ai consiglieri di maggioranza" auspicando che l'assessore Nicoletta Verì "riferisca subito in Commissione: abbiamo il diritto di sapere che cosa sta accadendo, se qualcosa sta accadendo. Di certo, farò di tutto affinché non accada che si realizzi un super ospedale a Pescara dimenticando il resto d'Abruzzo".
Fino ad oggi l'assessore Verì ha ribadito che l'esecutivo regionale intende andare verso una riorganizzazione della rete ospedaliera basata sui così detti 'hub' e 'spoke': per farla breve, quattro ospedali destinati a gestire i casi di maggior impegno clinico e assistenziale, nei quattro capoluoghi di provincia, collegati funzionalmente con i presidi 'spoke' territoriali; certo è che le parole di Albani, e la decisione della Giunta di realizzare a Pescara un covid-hospital da 11 milioni di euro, lasciano dubbi sulle reali intenzioni dell'esecutivo regionale. "E' stato realizzato un ospedale covid che prevede 200 posti in più per il 'Santo Spirito' - l'affondo di Mariani - questo è fino a prova contraria, e si è fatto passare come un ospedale per l'emergenza".
E' stata descritta una gestione efficiente dell'emergenza, "ma non è andata affatto così" l'affondo di Mariani; "i casi di contagio negli ospedali, e così la confusione sui tamponi, raccontano altro".
Marsilio: "Albani ha espresso una opinione personale"
"Non conosco la ragione per la quale il dottor Albani abbia espresso la sua personale opinione sui dea di secondo livello in Abruzzo, visto che era in commissione per parlare in qualità di referente per l’emergenza sanitaria. Ad ogni modo e a scanso di equivoci e fraintendimenti, è bene ribadire che si tratta di una sua opinione personale, che non coinvolge né impegna in alcun modo l’amministrazione regionale".
Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
Biondi: “Dichiarazioni sconcertanti, Marsilio e Verì valutino l’opportunità di rimuoverlo”
“Le dichiarazioni rese da Alberto Albani, referente regionale per le maxi emergenze sanitarie, sono sconcertanti. Affermare, come è stato fatto nel corso della commissione regionale sanità, che l’unico presidio ospedaliero che può ambire a diventare Dea di secondo livello sia quello di Pescara genera confusione e conflittualità tra territori di cui nessuno sentiva il bisogno”.
Lo dichiara il primo cittadino del capoluogo d’Abruzzo e presidente del Comitato ristretto dei sindaci della provincia aquilana, Pierluigi Biondi.
“È quantomeno anomalo che un tecnico si sostituisca all’assessore regionale alla Sanità, all’Agenzia sanitaria regionale e ai rappresentanti dei territori, singoli o che ricoprono incarichi nei comitati ristretti della Asl, ai quali è demandata la programmazione della rete ospedaliera. – sottolinea Biondi – Il piano di riordino inviato dalla Regione, peraltro, prevede l’istituzione di quattro ospedali ad alta complessità nei quattro capoluoghi di provincia ed è su questo che si sta ragionando in sede di tavolo di monitoraggio, che prima del lockdown legato alla pandemia, aveva chiesto ulteriori approfondimenti”.
“Alla luce di quelle parole verrebbe da pensare che la gestione dell’emergenza Covid-19, di cui Albani è coordinatore, sia stata indirizzata a proseguire il disegno dell’ex presidente D’Alfonso e dal centrosinistra, già bocciati dagli elettori oltre un anno fa. Affermazioni mortificanti per un sistema sanitario, quello delle aree interne, che ha risposto in maniera efficiente e puntuale all’emergenza coronavirus non per una semplice casualità ma grazie alla preparazione e professionalità di medici, personale sanitario e di una rete di strutture in grado di sostenere la loro attività”.
“Mi sembra, pertanto, che Albani non garantisca il ruolo di terzietà e imparzialità che dovrebbe avere e auspico che presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, e assessore alla sanità, Nicoletta Verì, valutino l’opportunità di rimuoverlo dall’incarico. A quest’ultima, inoltre, data la necessità di riorganizzare i presìdi ospedalieri del territorio nel post emergenza chiedo di procedere celermente alla presa d’atto delle decisioni assunte dalla commissione paritetica locale relative a reparti centrali dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila” conclude Biondi.
Fedele (M5S) critico sulla gestione della sanità in Marsica
Critico anche il consigliere Giorgio Fedele (M5S), ed in particolare sulla gestione dell'emergenza in Marsica su cui sono stati auditi il manager della Asl 1 Roberto Testa e il direttore sanitario Simonetta Santini. "Nessuno è stato in grado di fornirmi una data per il ripristino dei servizi dell’ospedale di Avezzano, nessuno è stato in grado di dare giustificazioni sulle scelte sbagliate e su quelli che ho evidenziato come clamorosi ritardi che hanno congestionato l’offerta sanitaria della Marsica e hanno costretto il personale a lavorare in totale assenza di strumenti e indicazioni chiare per la sicurezza. Insomma, le denunce che ho fatto nelle ultime settimane sull’abbandono dell’ospedale di Avezzano a sé stesso, e di tutti i disagi che ne sono derivati sull’intera gestione sanitaria della Marsica, hanno trovato conferma nelle audizioni che si svolte questa mattina nel corso della Commissione Sanità, che ho preteso dal Presidente Mario Quaglieri per analizzare finalmente in sede istituzionale la questione. Avevamo ragione, e qualcuno adesso deve prenderne atto e rimediare ai numerosi errori commessi che continuano a mortificare il diritto alla salute di un intero territorio".
L’emergenza covid - sottolinea il consigliere 5 stelle - ha palesato l’inadeguatezza della struttura dell’ospedale di Avezzano, "una carenza strutturale aggravata dalla mancanza di una programmazione serie ed efficace dell’offerta sanitaria in marsica che, in una situazione emergenziale e post emergenziale, è praticamente crollata a picco. Avezzano, infatti, pur essendo formalmente individuato come ospedale covid free si è trovato a gestire ben 40 casi accertati e 100 sospetti. Un totale di 140 pazienti provenienti da tutta la provincia. Eppure, non è stato dotato di presidi adeguati per la tutela del personale, laboratorio per le analisi dei tamponi e tutto quanto necessario a sopperire alle esigenze di un’emergenza come quella che ci siamo trovati ad affrontare. Sono state prese decisioni errate e le iniziative messe in campo per correggerle in questa fase di riavvio delle prestazioni inizialmente sospese, a mio avviso, sono arrivate tardi e non hanno avuto l’effetto sperato, anzi hanno spesso aggravato la situazione".
Ascoltando le risposte della direzione Asl 1 risulta evidente che chi è alla guida dell’azienda sanitaria non conosce minimamente le strutture che ha a disposizione, la stoccata dell'esponente pentastellato. "Per esempio, nella scelta della realizzazione di un laboratorio in supporto di quello di Pescara per l’analisi dei tamponi, è stato individuato solo il presidio aquilano, ignorando che anche la struttura di Avezzano aveva le caratteristiche tecniche e strutturali necessarie per l’attivazione dell’esame dei tamponi e che si sarebbe potuto dotare l’Abruzzo di più laboratori che avrebbero, da un lato snellito il lavoro dell’Aquila e dall’altro impedito il crearsi del congestionamento cha ha travolto Avezzano. Fatto molto rilevante se si pensa che i problemi che ho denunciato, e che hanno travolto la sanità marsicana, nascono proprio dalla mancanza di un laboratorio per l’analisi dei tamponi interno al presidio di Avezzano. La mancanza del laboratorio di fatto ha causato il congestionamento del Pronto soccorso marsicano, con pazienti rimasti in barella anche per tre giorni in attesa del referto, ma ha anche causato il blocco di numerosi reparti e prestazioni sanitarie come ad esempio il day surgery e gli interventi ambulatoriali; la chirurgia generale e vascolare; l’urologia; l’ortopedia etc. Allo stesso tempo, cosa ancor più grave, ha causato anche il blocco delle sale operatorie, che da 5 sono passate ad 1 per le emergenze ed 1 per gli interventi programmati, con solo sei ore di attività giornaliere. Tutto ciò, nei fatti, ha esposto un intero territorio ad avere strutture in grado di fronteggiare una sola emergenza per volta e il blocco delle liste d’attesa per gli interventi programmati".
Situazioni queste che è sono state verificate dalla dirigenza dell’azienda sanitaria solo a metà maggio, in piena fase2. "Stessa storia per le zone grige, attivate a fine maggio, quando di fatto erano meno necessarie e anzi hanno creato ancora più problemi, perché per seguirle si sono svuotati i reparti del personale necessario. Fattore che unito alla mancanza di un laboratorio interno ha generato un effetto imbuto per cui pazienti in attesa di risultati dei tamponi hanno atteso per giorni di essere destinati a reparto su una barella. E’ stato clamoroso il caso di un anziano con l’anca fratturata che ha aspettato per 48 ore in barella prima di poter essere spostato nel reparto di ortopedia. Questi sono esempi dell’enorme mole di criticità che oggi sono emerse. Criticità su cui continueremo a tenere alta l’attenzione e per le quali continueremo a pretendere da questa Giunta regionale soluzioni chiare. Oggi abbiamo ottenuto, comunque, che una delle due zone grigie verrà chiusa svincolando un po’ di personale da destinare ad altri reparti. Inoltre, a seguito del mio invito, sia il Direttore Testa che la Dottoressa Santini si sono resi disponibili per fare un sopralluogo nell’ospedale di Avezzano. La richiesta che invece ribadisco alla maggioranza di centro destra è di lavorare affinché tutti i servizi dell’Ospedale di Avezzano siano ripristinati come in pre Covid. Vigilerò con attenzione affinchè questo accada nel minor tempo possibile. Ci hanno riempito di chiacchere con grandi promesse, grandi interventi anche strutturali con la creazione di un nuovo ospedale ad Avezzano. Ma oggi abbiamo avuto l’ennesima prova che di parole ce ne sono troppe e di fatti troppo pochi" conclude Fedele.