Domenica, 05 Luglio 2020 19:22

Bocciato pacchetto di norme per le zone terremotate del Centro Italia, la rabbia dei sindaci: "Pronti a restituire fascia tricolore". Legnini: "Capisco la preoccupazione"

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"Come sindaci del cratere siamo pronti anche a restituire le fasce tricolori al Presidente del Consiglio se il pacchetto di misure per le zone terremotate non verrà inserito nel dl Rilancio ovvero nel prossimo dl Semplificazioni".

Queste le parole del Presidente Anci della Regione Abruzzo, il sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto, dopo la mancata discussione degli emendamenti dedicati al nostro cratere in Commissione bilancio della Camera.

"E' inaccettabile il fatto che non siano stati discussi gli emendamenti - prosegue il Presidente Anci della Regione Abruzzo - la cui gran parte sono ad invarianza finanziaria, a costo zero, e non si capisce come il Governo non si sia reso conto della delicatezza della tematica legata alla ricostruzione post sisma 2016, a distanza di quattro anni dai primi eventi sismici. Il momento per poter adottare misure tese alla sburocratizzazione delle procedure non può che essere adesso e, non essendoci motivi finanziari ostativi, gridiamo a gran voce di poter inserire il 'pacchetto sisma' nel prossimo decreto oggetto di conversione".

In questi mesi, i sindaci del Cratere hanno lavorato al fianco del Commissario Legnini per un pacchetto di norme tese ad efficientare il percorso della ricostruzione e, a distanza di anni, "non tolleriamo più questa situazione di mancate risposte", l'affondo di D'Alberto. "Siamo disposti a riconsegnare le nostre fasce se non otteniamo una vera risposta per la tematica sisma centro Italia. L'azione intrapresa dal Commissario, come è evidente, è tesa ad un percorso che veda la ricostruzione come elemento fondamentale per le Regioni colpite. Noi Sindaci del cratere, combattiamo quotidianamente affinchè vi possano essere delle risposte alle migliaia di sfollati che ancora non hanno minima contezza dei tempi di rientro nei loro alloggi, ma se il Governo pensa di ignorare i nostri territori a distanza di tutti questi anni, evidentemente dimostra di non avere consapevolezza della portata della problematica".

Mangialardi: "Inaccettabile mancanza di rispetto"

"Come coordinamento delle Anci terremotate abbiamo lavorato alla redazione di un documento di sintesi approvato in assemblea che il presidente Decaro ha portato in audizione al governo. La notizia che la Commissione bilancio della Camera abbia bocciato gli emendamenti proposti dell'Anci è inaccettabile".

A dirlo è Maurizio Mangialardi, coordinatore delle Anci terremotate di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, nonché candidato presidente della Regione Marche per il centrosinistra.

"Tale decisione - aggiunge - mortifica la sofferenza dei cittadini di oltre 130 comuni di 4 regioni e deve essere rivista. Diversamente - sottolinea Mangialardi - sappiamo di poter contare sull'appoggio di 8.000 sindaci italiani già pronti ad essere mobilitati dal nostro presidente Decaro perché come Anci riteniamo la tale bocciatura non trova alcun tipo di giustificazione". Mangialardi ricorda che "tra poche settimane ricorrerà il quarto anniversario dalla scossa del 24 agosto, la prima della tremenda sequenza che ha sconvolto il centro Italia". "Proprio perché è già trascorso molto tempo non ci interessano i motivi alla base della bocciatura ma, come coordinamento delle Anci terremotate - conclude Mangialardi - alla luce del proficuo lavoro portato avanti con il commissario Legnini ribadiamo la tassativa e improrogabile urgenza che le istanze dell'Anci vengano accolte. Ci appelliamo al presidente Conte perché vengano inserite nel prossimo decreto".

Legnini: "Capisco la preoccupazione dei sindaci"

"Capisco la preoccupazione dei sindaci, delle Anci regionali, la delusione dei cittadini del cratere per il mancato accoglimento di queste norme. Adesso è importante insistere affinché siano varate al più presto, utilizzando il veicolo normativo che il Governo riterrà appropriato".

Così il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, è intervenuto sulla bocciatura da parte della Commissione bilancio della Camera del pacchetto di norme per le zone terremotate del Centro Italia.

Legnini ha poi ripercorso tutte le norme che sarebbero dovute essere inserite nel dl Rilancio: "la stabilizzazione del personale precario e la proroga dei contratti in scadenza, il collegamento del nuovo Sismabonus con il contributo alla riparazione delle case lesionate, la revisione dei compensi ai professionisti che assumono maggiori responsabilità, la proroga dello stato di emergenza, risorse certe per sostenere lo sviluppo, poteri veramente straordinari per il commissario anche se limitati alle opere più complesse". "Sono misure indispensabili - ha aggiunto - per far decollare la ricostruzione dopo il terremoto del 2016".

"Da tempo - ha detto ancora il commissario - erano state condivise con i sindaci, i ministeri competenti, le associazioni dei cittadini, i professionisti, e sembrava che alcune di esse potessero essere accolte nel Decreto Rilancio che il Parlamento si appresta ad approvare, anche in considerazione della doppia, lunghissima emergenza vissuta da questi territori. Continuerò ad impegnarmi con la massima determinazione - ha concluso Legnini - perché, al più presto, siano fatti questi passi decisivi".

Marsilio: "Dopo due anni il Governo dia risposte concrete"

“La protesta dei sindaci del cratere sismico, pronti a restituire le fasce per denunciare la totale mancanza di provvedimenti a favore della ricostruzione delle zone terremotate, è solo la punta di un iceberg che vede il Governo inadempiente e lontano anni luce dai problemi dei cittadini. Nelle bozze del 'Decreto Semplificazione' che sta per uscire non c’è traccia di interventi a favore della ricostruzione e per questo sono al fianco dei sindaci per sostenere il riconoscimento di provvedimenti necessari per la ripresa di una vasta parte della nostra nazione”.

Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

Marsilio, due giorni fa, ha scritto l’ultima di una serie di lettere al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, richiedendo come ultima possibilità di inserire i provvedimenti direttamente nel testo del 'Decreto Semplificazione', provvedimenti che sarebbero più efficaci entrando in vigore direttamente con il testo piuttosto che presentare emendamenti che sarebbero sottoposti ai passaggi al Senato e quindi attendere la conversione del decreto stesso. “Sono due anni che vediamo pubblicati un decreto dopo l’altro – ha aggiunto Marsilio - quello dello scorso dicembre era dedicato al sisma ma non c’è stata la voglia, la volontà, la capacità di chiudere questa discussione, inserendo quelle norme che chiedono tutti, dai sindaci del Pd a quelli del centrodestra. Al di là delle posizioni politiche, tutti i sindaci fanno la stessa richiesta. L’emergenza non è stata superata ma si sta ancora a discutere se inserire queste norme oppure no. È assurdo che Conte arrivi al punto da costringere i sindaci al gesto di dover restituire la fascia tricolore per ottenere udienza e attenzione. È giunto il momento di dire basta e dare risposte concrete ai sindaci, al territorio, ai cittadini come a parole aveva promesso lo scorso anno durante la sua visita a Norcia”.

Nella lettera al presidente Conte, Marsilio ha ripercorso i temi della ricostruzione legati sia al sisma del 2009 che a quello del 2016. Le normative sollecitate da Marsilio riguardano le misure finalizzate a semplificare e accelerare le procedure di ricostruzione pubblica e privata per tutti e due i terremoti nonché a garantire nuove assunzioni di personale per garantire un migliore funzionamento degli uffici speciali.

Ultima modifica il Lunedì, 06 Luglio 2020 21:25

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