Mercoledì, 09 Settembre 2020 12:24

Indennità ad assessori sospesi, Benedetti: "Se ne occupi Corte dei Conti"

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"De Santis che parla di 'immoralità' nell'attuale assetto della giunta dimostra di non conoscere né il Testo unico degli enti locali, nonostante la sua navigata esperienza amministrativa nata tra i garantisti del Psi, naufragata nei forcaioli dell'Italia dei valori e riconvertita al civismo di centrosinistra di cui è stato, a tempo, fiero avversario, né il senso del ridicolo".

E' durissima la replica del sindaco Pierluigi Biondi alla nota diffusa, qualche giorno fa, dal capogruppo di Cambiare Insieme Lelio De Santis che si è chiesto se sia possibile che tre assessori "percepiscano ancora l'indennità senza fare nulla", in riferimento alla situazione degli esponenti della Lega Daniele Ferella, Fabrizio Taranta e Fabrizia Aquilio cui, alla metà di luglio, sono state sospese le deleghe sebbene restino, formalmente, assessori.

Sulle pagine del Centro, Biondi ha ribadito che non c'è nulla che impedisca ad una giunta, "organo collegiale per legge, quindi non fatta di singoli individui autonomi", di contemplare assessori senza deleghe "cui, tra l'altro, non è impedito di esercitare il proprio ruolo generale di componenti dell'esecutivo" sebbene, aggiungiamo noi, gli esponenti del Carroccio non stia partecipando alle sedute di Giunta. 

Dunque, lo 'schiaffo' a De Santis: "è lo stesso che, da assessore al Bilancio, ricevette dalla Corte dei Conti contestazioni pesantissime, come la ritardata approvazione dello strumento contabile e il disallineamento fra i conti del tesoriere e i conti del Comune, a seguito dei debiti fuori bilancio non regolarizzati".

Ora, detto che la questione è politica prima ancora che amministrativa, è di tutt'altra opinione il presidente del circolo L'Aquila del Partito Democratico, l'avvocato Carlo Benedetti, per dieci anni presidente del Consiglio comunale. "Desta un certo stupore la risposta del sindaco dell’Aquila in ordine alle fondate perplessità espresse dal consigliere comunale Lelio De Santis. Fra un ‘offesa ed un’altra - ma è la sua indole e lo perdoniamo - Biondi ritiene pienamente legittima la corresponsione dell’indennità ad Assessori che non svolgono da mesi alcuna funzione e, pertanto, alcun 'lavoro' in favore del Comune dell’Aquila. A prescindere che nessuna fonte primaria né regolamentare contempla la figura della sospensione, però, emergono due tipi di problematiche", sottolinea Benedetti.

La prima politica, la seconda di carattere amministrativo. "Quella di tipo politico palesa solo l’incapacità del Sindaco di assumere determinazioni vere e definitive riguardo alle posizioni di critica assunte dalla Lega. La cosa è perciò un grossolano escamotage politico per non rompere veramente con il Carroccio; quella di tipo amministrativo, invece, che nel dibattito in corso interessa di più, consiste in una lettura errata della normativa di cui all’Ordinamento giuridico comunale che non vieterebbe la figura dell’Assessore senza deleghe. In altre parole, secondo il sindaco dell'Aquila sarebbe possibile pagare con i soldi della collettività gli Assessori per andare a spasso. Ciò solo in ragione del mantenimento di formali equilibri politici".

Al riguardo sembra chiaro, invece, che "la corresponsione dell’indennità è funzionalmente collegata ad un sinallagma evidente e cioè, più concretamente, ad una prestazione di fare consistente, in primo luogo, nella partecipazione agli atti deliberativi della Giunta municipale e, ai sensi dell’art.48 del d.l.vo n°267/2000(TUEL), nella intensa attività di collaborazione con il sindaco per l’attuazione degli indirizzi generali del consiglio e per la realizzazione del programma di mandato. Non sembra che gli Assessori in questione abbiano partecipato alle sedute di Giunta, che abbiano votato i provvedimenti posti all’ordine del giorno, né partecipato ai lavori del Consiglio in maniera da tradurre gli atti di indirizzo in politiche gestionali".

La stoccata di Benedetti: "Il pagamento delle indennità a fronte della conclamata e sbandierata inattività degli Assessori, piuttosto, costituisce solo il prezzo da pagare per il mantenimento di equilibri politici precari. Ciò è sconcertante. Della questione, che costituisce evidentemente un danno erariale per le spiegate ragioni, è bene che si interessi la Procura regionale della Corte dei Conti".

De Santis a Biondi: "Invece di rispondere ai rilievi, fa accuse personali fuori luogo"

"Mi dispiace constatare, purtroppo, che il sindaco Pierluigi Biondi non ammette critiche o rilievi di natura politica ed amministrativa all’operato della sua Giunta, critiche che prima di me hanno espresso in modo più pesante i suoi compagni di viaggio della Lega. Le mie affermazioni sulla crisi politica e sulla incapacità di risolverla, dopo quasi due mesi, sono oggettive ed inconfutabili, come oggettivi ed inconfutabili sono i rilievi mossi dalla Corte dei Conti sui tre anni di Governo cittadino del Centrodestra".

A dirlo è il consigliere Lelio De Santis che risponde, così, a sindaco dell'Aquila.

"I miei rilievi, da sempre, sono critiche costruttive tese a contribuire a migliorare l’azione di Governo e basterebbe ricordare al Sindaco che lo scrivente si è astenuto sul suo programma di mandato, dopo aver visto accolti alcuni emendamenti. Non essendo capace di ascolto né di umiltà, non ha trovato di meglio che accusare la mia storia politica, integerrima e coerente, invece di guardare alla sua fortunata vicenda politica partita da Casapound", la stoccata del capogruppo di Cambiare Insieme.

Che aggiunge: "Nel merito, per quanto riguarda gli Assessori, spogliati delle deleghe e non dello stipendio, il sottoscritto ha parlato di immoralità e non di illegittimità, conoscendo il Testo unico, mi permetto, meglio di lui, e disposto a qualche lezione gratuita! Ritengo che sia immorale, ribadisco, che il Sindaco consenta il pagamento delle indennità ad Assessori che non hanno deleghe da esercitare, alla stregua di chi prende lo stipendio senza lavorare! Per quanto riguarda la mia esperienza di Assessore al Bilancio, interrotta dopo poco più di tre anni, per le stesse ragioni che mi spingono alla critica oggi, parlano i risultati conseguiti, soprattutto dopo la condanna della Corte dei Conti sulla mancata riscossione dei canoni del progetto Case: in un anno recuperammo 7 milioni di morosità arretrate! Non avendo nulla di personale contro il Sindaco, immaginando il fardello pesante sulle sue spalle, forse non pronte, comprendo la caduta di stile, perché lui è il Sindaco della città, anche il mio Sindaco, ed io sono un rigoroso Consigliere comunale eletto per criticare, proporre e fare gli interessi della città. Quindi, caro Sindaco, risolva la crisi politica, rilanci l’attività amministrativa e ricordi sempre che il bello della democrazia è la critica, di cui anche lei dovrebbe umilmente ed in silenzio fare tesoro".

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2020 15:11

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