Lunedì, 05 Ottobre 2020 16:03

Ballottaggi, schiaffo alla Lega: Di Stefano e Genovesi sconfitti a Chieti e Avezzano, vincono Ferrara e Di Pangrazio. D'Eramo: "Ora bisogna fare chiarezza all'interno della coalizione di centrodestra"

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Che schiaffo alla Lega.

I ballottaggi a Chieti ed Avezzano segnano l'inattesa sconfitta del centrodestra che, trainato dai candidati sindaci della Lega, si infrange sulle spaccature di una coalizione frantumata perdendo città storicamente conservatrici: a Chieti vince Diego Ferrara, candidato del centrosinistra, che ottiene il 55.8% dei voti, quasi 11 punti percentuale in più di Fabrizio Di Stefano che pensava di potersi imporre addirittura al primo turno, superando il 50% + 1 delle preferenze. Ad Avezzano, invece, Gianni Di Pangrazio torna sindaco tre anni dopo il ballottaggio perso con Gabriele De Angelis, staccando Tiziano Genovesi di 17 punti percentuale, sfiorando il 60% dei voti utili.

Giù il dato sull'affluenza: ad Avezzano si attesta al 52.59% (al primo turno aveva votato il 79.1% degli aventi diritto), a Chieti al 51.64% (15 punti in meno del primo turno).

E' chiaro che a pesare sono state le divisioni tra le forze di centrodestra e, in particolare, il braccio di ferra tra Lega e Forza Italia che, a Chieti e Avezzano, ha dimostrato di poter essere ancora determinante per gli equilibri della coalizione; il voto abruzzese, ma è una dinamica che si riscontra a livello nazionale, dimostra che il centrodestra a trazione sovranista non 'sfonda' e, anzi, spaventa l'elettorato moderato che preferisce guardare altrove piuttosto che sostenere candidati indigesti. Evidentemente, ad Avezzano e Chieti si sono sommate contrapposizioni, finanche personali, che vengono da lontano e che hanno determinato la debacle del centrodestra.

A Chieti, i forzisti - guidati dall'assessore regionale Mauro Febbo - non condividendo le indicazioni del tavolo nazionale hanno preferito sostenere al primo turno Bruno Di Iorio, che ha sfiorato il ballottaggio; a poco è servito il patto siglato tra il primo e il secondo turno, più di facciata che reale: il crollo di Di Stefano sta a dimostrare che l'elettorato 'azzurro' non ha votato per il candidato sindaco della Lega che, d'altra parte, al primo turno era finito parecchio sotto le liste in termini di preferenze. E la storia insegna che chi arriva al secondo turno con un consenso personale inferiore alle liste, sebbene in vantaggio, finisce per perdere. Va aggiunto che anche il civico Paolo De Cesare, soprendente al primo turno, apparentatosi formalmente con Ferrara, viene da un mondo moderato di centrodestra: da domani, sarà il vice di Diego Ferrara. 

Ad Avezzano, la destra si è frantumata in mille rivoli: Forza Italia, non condividendo la candidatura di Tiziano Genovesi, ha sostenuto la discesa in campo di Anna Maria Taccone che ha ottenuto il 16.53%; saltata la possibilità di apparentamento, Taccone - spinta da Gabriele De Angelis - ha chiuso a qualsiasi accordo ed è chiaro che i suoi voti manchino a Genovesi così come mancano 'fette' di elettorato di Fratelli d'Italia. Se si aggiunge che il candidato Antonio Del Boccio, anche lui di centrodestra, ha strappato il 6.27% al primo turno, e anche lui ha chiuso ad accordi, e che esponenti importanti del centrodestra cittadino erano candidati nelle civiche di Di Pangrazio, si capisce come la Lega, in realtà, abbia corso in solitudine, o quasi.

La verità è che il Carroccio pare un 'corpo estraneo' nel centrodestra regionale, e laddove presenta suoi candidati finisce, inevitabilmente, per essere impallinata. Di certo, non aiuta l'atteggiamento di chi pensa di poter imporre candidature calate dall'alto e non condivise col territorio; non bastano più le piazze di Matteo Salvini per eleggere personalità politiche poco radicate nei tessuti vivi delle città.

In questo quadro, è difficile che le sconfitte di Avezzano e Chieti possano passare in modo indolore per il centrodestra.

“Abbiamo pagato le divisioni: il presidente della Regione Marco Marsilio è venuto qui a sostenermi mentre un importante componente della sua giunta mi attaccava in tutti i modi, e questo non può non aver disorientato gli elettori", la riflessione amara di Fabrizio Di Stefano in riferimento all'atteggiamento tenuto da Mauro Febbo in campagna elettorale. Ed il coordinatore regionale della Lega Luigi D'Eramo, in serata, ha chiarito che "ad ogni azione politica corrisponde una reazione politica". 

D'Eramo, che già aveva chiesto la 'testa' dell'assessore forzista, ha spiegato che "va ripensata la formula del centrodestra": un affondo neanche troppo velato a Forza Italia che "avrebbe dovuto stare accanto ai candidati di centrodestra in quanto alleato" e tacciata di "incoerenza" per aver "attaccato quotidianamente la Lega, a tratti anche in maniera più violenta delle sinistre". Ha aggiunto il deputato aquilano: "bisogna fare chiarezza all’interno della coalizione perché questo danno che Forza Italia ha creato non può passare come un episodio sporadico e non politico".

Più chiaro di così.

Come ampiamente prevedibile, le tensioni sui territori avranno ripercussioni sulla maggioranza di centrodestra all'Emiciclo, col governatore Marco Marsilio e il partito di Fratelli d'Italia chiamati a gestire una situazione che, da un lato, potrebbe mettere in crisi la coalizione, considerato il peso della Lega che esprime 10 assessori regionali e 4 assessori, e dall'altro, però, ribadisce la centralità di FdI che, in questi mesi, non ha mancato di mettere all'angolo il Carroccio ogni volta che ne ha avuto l'occasione. 

Non è un caso che l'Abruzzo sia una delle regioni da cui Giorgia Meloni ha lanciato la sfida per la leadership nazionale a Matteo Salvini. 

Una crepa, quella che si è aperta in Regione, che coinvolgerà anche L'Aquila, nel pieno di una crisi politica aperta proprio dalla Lega che non si sa, a questo punto, che piega potrebbe prendere e come verrà risolta dal sindaco Pierluigi Biondi, coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia.

A festeggiare è il centrosinistra che 'strappa', a sorpresa, un capoluogo di provincia alla destra, ed è il secondo dopo Teramo, con un candidato, Diego Ferrara, cui non credeva nessuno, in realtà, partito in sordina e che, col passare del tempo, ha mostrato invece una indole di mediazione che ha convinto l'elettorato chietino, ben oltre i confini della coalizione. Non va dimenticato che Ferrara ha incassato anche il sostegno del Movimento 5 Stelle, sebbene non sia stato stretto un apparentamento formale. 

Non sono mancate le difficoltà, nel costruire la coalizione, e non sfuggono certo le contraddizioni di un percorso accidentato: sta di fatto che il centrosinistra, laddove riesce a costruire coalizioni larghe, senza forzature partitiche, coinvolgendo le forze civiche e non lasciandosi dilaniare da contrapposizioni interne e fughe in avanti sulle candidature, dimostra di saper vincere ancora, anche in città tradizionalmente ostili.

Ad Avezzano è andata diversamente: è chiaro che l'affermazione di Gianni Di Pangrazio è la vittoria di un sistema di potere radicato negli anni, trasversale, non legato ad un campo politico bensì a interessi convergenti; è altrettanto vero, però, che in una situazione disperata, con un Pd da rifondare, aver deciso di convergere su una candidatura civica come quella di Mario Babbo, partito in solitaria e capace col tempo di attirare a sé prima Italia Viva e poi i dem, ha rappresentanto un bagno di umiltà utile a dare vita ad un progetto credibile che ha sfiorato il ballottaggio e che, comunque, ha avuto il suo peso, relativo ma lo ha avuto, per legittimare la vittoria di Di Pangrazio. 

Anche qui, non mancano le contraddizioni: si pensi soltanto che il Pd, nelle settimane scorse, ha sospeso per un anno Giuseppe Di Pangrazio, già presidente del Consiglio regionale, 'colpevole' di aver sostenuto la candidatura del fratello Gianni su cui i dem, infine, hanno deciso di convergere.

Tuttavia, non si può che sottolineare come, anche ad Avezzano, il centrosinistra sia stato determinate per sconfiggere la destra.

Paolucci e Fina (Pd): “Clamorosa sconfitta del centrodestra, Abruzzo non si Lega"

“La sconfitta della destra in Abruzzo porta i nomi dei neo sindaci Diego Ferrara e Gianni Di Pangrazio, che a Chieti e Avezzano rappresentano la vittoria delle città e di due persone per bene con un progetto concreto e attuabile di cambiamento, l’odio e i toni forti usati dalla Lega per conquistare i municipi abruzzesi non hanno funzionato”.

E' il commento del segretario regionale Pd Michele Fina e del capogruppo Pd in Consiglio Regionale Silvio Paolucci sui risultati dei due ballottaggi.

“Bella e davvero piena è la vittoria di Diego Ferrara a Chieti, un candidato in cui abbiamo fortemente creduto e che la città ha da subito investito della voglia di cambiamento – sottolineano Paolucci e Fina – È la vittoria di un progetto condiviso sin da subito con gli alleati e con la coalizione di supporto, che ci consentirà di restituire a Chieti l’importanza, il valore e il posto che merita in Abruzzo e in Italia. Con Di Stefano viene sconfitto anche un modello di politica che ormai comincia a stancare, quello dei proclami a cui non segue impegno e di una voglia di governare fine a sé stessa, senza un progetto per la comunità. Sono certo che Ferrara sarà un grande sindaco, capace di cambiare in meglio Chieti dopo il disastroso governo di centrodestra di questi anni".

"Un sincero buon lavoro anche a Gianni Di Pangrazio, il nuovo sindaco di Avezzano, con la certezza che saprà restituire alla sua città la serenità che da tempo cerca di conquistare e che saprà farlo con il supporto di tutte le forze che hanno reso possibile la sua vittoria e di sconfiggere il candidato di centrodestra e la sua coalizione”.

Pietrucci (Pd): "Straordinaria vittoria ai ballottaggi"

“Un risultato straordinario che ci riempie di gioia, responsabilità e fiducia. Un grandissimo Diego Ferrara a Chieti e il mio amico Gianni Di Pangrazio ad Avezzano schiantano al ballottaggio una destra arrogante e punita severamente per l’incapacità amministrativa dimostrata in questi anni. E’ la vittoria delle forze democratiche, del centrosinistra aperto, delle liste civiche orgogliose di rappresentare cittadini e territori che chiedono riscatto e cambiamento".

Così il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci (Pd), il primo a commentare i risultati dei ballottaggi.

"E’ un clamoroso schiaffo alla destra che malgoverna la Regione, a Marsilio, alla sua pessima maggioranza. E’ un segnale per il futuro e per le prossime elezioni: la gente ci vuole vedere uniti, c’è bisogno di ogni energia disponibile e dovremo - con intelligenza, umiltà e passione - saper coinvolgere tutti”.

D'Alessandro (Italia Viva): "Avviso di sfratto a Marsilio"

"E' un avviso di sfratto a Marsilio. Immagino oggi lui sia a Roma. Fa bene perché è lì che lo rimanderemo".

E' il commento del deputato di Italia Viva Camillo D'Alessandro.

"Il metodo Marsilio viene sonoramente bocciato. Hanno potuto nascondere un romano dietro le bandiere dei partiti in regione ma l'inganno a livello comunale non riesce. Perde Marsilio e la Lega. Dono i grandi sconfitti, tanto a Chieti quanto ad Avezzano. Ora avanti nelle amministrative di maggio , con lanstessa umiltà e determinazione".

Ultima modifica il Lunedì, 05 Ottobre 2020 22:31

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