Venerdì, 30 Ottobre 2020 10:40

Cialente a Verì: "Non è il momento di fare polemica, ma chiarezza sì"

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In queste drammatiche giornate, sta emergendo un dato significativo: il problema non sono i posti letto nelle terape intensive, ma nei reparti Covid. "La grave malattia, perché è una malattia grave che lascia anche reliquati, oggi può essere meglio controllata con alcune terapie, e soprattutto c'è stato un abbassamento dell'età media a 63 anni (evidentemente, gli anziani sono più attenti); per questo, continuare a guardare al numero di ricoverati nelle terapie intensive come unico dato della gravità dell'andamento dell'epidemia, a mio avviso, è fuorviante".

A dirlo è Massimo Cialente, medico pneumologo, già sindaco dell'Aquila e responsabile Sanità del Pd Abruzzo che invita a guardare, piuttosto, ai ricoveri nei reparti Covid, "che sono scoppiati".

Cialente replica, così, all'assessora regionale alla Salute Nicoletta Verì che, ieri, aveva sbottato, sottolineando come si stessero alimentando polemiche infondate, "e montante evidentemente ad arte", sulla gestione dell'emergenza sanitaria da parte della Regione, col rischio di "generare panico tra i cittadini in un momento già difficile per chiunque"; non è il momento di fare polemica, ha riconosciuto Cialente, "ma chiarezza, sì".

All'Aquila - ha spiegato l'ex sindaco - sono moltissimi i pazienti con polmonite e bassi valori di saturazione d'ossigeno, che quindi non risultano malati ma stanno a casa in isolamento "per mancanza di posti letto in ospedale. Ai medici di base si è chiesto di tenere a casa i pazienti con forme lievi o medie. I medici di base lo stanno facendo, ma sappiate tutti che questi malati non vengono visitati né seguiti da un sanitario, perché il medico di famiglia non va e le USCA non vanno, perché insufficienti", l'affondo di Cialente.

Che aggiunge: "Molti pazienti non hanno avuto il diritto ad un fonendoscopio sul torace; se gli dice bene, ad un ossimetro. E' un dramma nel dramma. Ci sono pazienti diabetici che non possono fare cortisone a casa, parenti disperati nel vedere il proprio caro dispnoico; il 118 non ce la fa ad intervenire se non con ritardi bestiali. Il personale sanitario allo stremo. Questa è la situazione vera, il resto sono fandonie".

Cialente denuncia come non vi sia alcun tracciamento. "Dal 4 ottobre, che eravamo a zero contagi all'Aquila, ad oggi, che siamo a quasi 2000, avremmo dovuto fare almeno 20.000 telefonate per controllare ed isolare possibili contagiati. Niente. Eppure lo avevamo detto: solo il tracciamento potrà aiutare. Sino ad oggi ci sono 5 persone ai telefoni! Ancora non funziona il Delta 7, non è stato allestito adeguamente il laboratorio analisi. A Pescara si è realizzato un ospedale nuovo in due mesi: all'Aquila in sette mesi non si è riusciti ad ampliare due stanze del laboratorio. Senza tracciamenti e tamponi, senza vero isolamento domiciliare il virus ormai è incontenibile in questa fase".

L'unica possibilità è provare a difendersi da soli, sperando nella buona fortuna, "e in questo non aver fatto niente si fa demagogia sui bar e discoteche. Cosa fare per salvare il salvabile è stato detto e ridetto, proposte ne abbiamo fatte, anche quelle a costo zero, come coinvolgere il volontariato nel tracciamento, che oggi sarebbe la cosa più importante. Ultima cosa: trovo vergognosa l'affermazione dell'assessore Verì che l'ospedale Covid di Pescara per funzionare dovrà prendere il personale dalle rianimazioni di tutta la Regione. Allora, mi chiedo: perché vi siete realizzati il futuro Delta di secondo livello prendendoci in giro? Perché non avete potenziato le singole terapie intensive degli altri ospedali? Lo avevamo detto che fare letti senza personale era una sciocchezza: dove sono la Corte dei Conti ed altri, in passato così attenti alle virgole? Intanto, i ricoverati in pneumologia covid del G8 chiedono le stufette elettriche per il freddo che fa dentro quella latta".

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