"Per noi, non è una campagna elettorale come le altre. Con la condanna di Silvio Berlusconi, è stata inferta una ferita alla democrazia. Così, per la prima volta dal 1994, il Presidente non potrà candidarsi alle elezioni europee. Seppur con il suo nome nel simbolo, e nonostante l'impegno di Berlusconi, diventa decisivo il nostro lavoro. Servirà il contributo dei livelli territoriali del partito: stavolta, il voto non sarà soltanto d'opinione".
Parole di Raffaele Fitto, già presidente della Regione Puglia e ministro dell'ultimo governo Berlusconi, capolista di Forza Italia nella circoscrizione Sud alle prossime elezioni europee. Oggi a L'Aquila, accompagnato da Nazario Pagano e Guido Quintino Liris. "Penso che sia importante sottolineare la rilevanza di questa campagna elettorale che ha due significati profondi: l'uno di carattere programmatico, sul come intendiamo stare in Europa, l'altro di carattere politico, sulle motivazioni stesse della campagna", ha spiegato Fitto. "Dal punto di vista programmatico, la nostra proposta è seria e credibile, non si associa ad una protesta fine a se stessa. Riteniamo che in Europa ci siano due questioni che andranno affrontate: bisognerà intervenire con fermezza per modificare l'impostazione del Fiscal Compact e chiedere con forza una proroga nell'attuazione del programma di rientro finanziario che, così concepito, metterebbe in ginocchio il nostro Paese senza offrire alcuna prospettiva di crescita. Dunque, una moratoria di almeno due anni è il minimo che chiediamo. Poi, c'è la questione decisiva dello sforamento del tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. Si ricollega - evidentemente - ad una riflessione di politica interna: lo sforamento, infatti, andrà accompagnato da tagli fiscali, tagli alla spesa pubblica e da serie riforme strutturali. Esattamente il contrario di quanto sta facendo il governo Renzi, se è vero come è vero che ha aumentato le tasse sulla casa, sui depositi bancari e i conti correnti. Per non parlare dell'assenza di credibili riforme strutturali, a partire dalla non più prorogabile riforma del lavoro: l'esecutivo discute, si scontra al suo interno, piuttosto che dare soluzioni".
Parlando nello specifico della circoscrizione meridionale, Raffaele Fitto ha sottolineato come ci sia già stata "attenzione concreta nell'utilizzo delle risorse per la ricostruzione, da proseguire ovviamente con tempistiche adeguate". Poi, la ricetta di Forza Italia: "dovrà esserci una logica nell'utilizzo delle risorse comunitarie che è quella della concentrazione su alcuni grandi interventi e non della parcellizzazione dei fondi in mille rivoli di spesa".
Modifica dell'impostazione del Fiscal Compact e possibilità di sforare il rapporto del 3% tra deficit e pil. Misure fondamentale per assicurare la ricostruzione dell'Aquila, chieste a gran voce anche dal centrosinistra cittadino. E' in Europa che andrà discussa la possibilità di assicurare fondi certi al cratere, in Europa andrà combattuta la battaglia per evitare che alcune categorie produttive siano costrette a restiture i tributi non versati. Che si configurerebbero come aiuti di Stato. Eppure, né il Partito Democratico né Forza Italia hanno inteso candidare alle europee personalità politiche abruzzesi. Anzi. La scelta del partito di Silvio Berlusconi di candidare il caporal maggiore dell'esercito Jonny D'Andrea, ferito in missione in Afghanistan, pare più simbolica che politica. "No, penso che la candidatura che abbiamo in Abruzzo non sia affatto simbolica", ribatte Raffaele Fitto. "Anzi. Siamo assolutamente attenti verso la candidatura ed esprimiamo un giudizio positivo. Chiaro, non possiamo non considerare come in Abruzzo ci sia un altro importante appuntamento, le elezioni regionali, con la classe dirigente impegnata a cogliere un obiettivo fondamentale per il futuro di questa regione. E' evidente che intendiamo contribuire per confermare l'ottimo lavoro svolto dal presidente Chiodi e dalla sua giunta".
I sondaggi però, a livello regionale e ancor di più in vista delle europee, non sorridono affatto al partito di Silvio Berlusconi: "Mi limito a ricordare che l'anno passato, a quaranta giorni dal voto, i sondaggi indicavano in maniera chiara il nostro ritardo. Sappiamo tutti come è andata a finire. Parlavano di un Pdl all'11% e di una fase politica oramai conclusa. Invece abbiamo ottenuto il 21%, e se la campagna elettorale fosse durata qualche giorno in più avremmo conquistato il premio di maggioranza alla Camera".
Fitto non nasconde come Forza Italia sia un partito che vive con meno passione e partecipazione l'inizio della campagna elettorale. "Con il tempo, però, abbiamo sempre dimostrato di saper crescere. Lo stiamo già facendo, in realtà. Anche i sondaggi peggiori, ci assegnano un paio di punti in meno rispetto all'anno passato. Addirittura, nella puntata di ieri di Ballarò - mai tenera nei sondaggi con Forza Italia - si parlava del 19,5%. Insomma, nei primi giorni di campagna elettorale abbiamo già assorbito la scissione del Pdl e la condanna di Berlusconi. Ora, non possiamo che crescere. E sono sicuro che ci avvicineremo al 25%".
Ultima battuta, sulla presunta apertura del leader di Forza Italia alle larghe intese. "Non facciamo confusione", ha sottolineato Fitto. "Il presidente Berlusconi ha detto che - nel caso in cui dovesse esserci un aggravarsi della crisi economica - a determinate condizioni, potrebbe esserci una nostra disponibilità a ragionare. Se il governo Renzi però, privo di legittimazione popolare, frutto di una operazione di palazzo, che non ha alcun tipo di raccordo con il popolo, dovesse proseguire nelle politiche attuali, non ci sarebbe alcuna possibilità di apertura. In particolare, mi riferisco all'aumento della pressione fiscale che sta caratterizzando l'esecutivo, alla totale assenza di tagli alla spesa pubblica, alla mancanza di scelte forti su riforme serie e settoriali, a partire proprio dal lavoro".
Discorso diverso per quel che riguarda le riforme: "Siamo molto attenti nel sostenere il percorso di riforme dal punto di vista costituzionale, ma con chiarezza", conclude Fitto. "Ieri sera abbiamo votato un ordine del giorno per testimoniare a Renzi e al Partito Democratico che le riforme non si fanno a colpi di maggioranza né mostrando i muscoli. Forza Italia è indispensabile e, come tale, avrà un atteggiamento costruttivo e responsabile ma vigile".