“In Abruzzo le Banche per il plasma iperimmune, una per ogni Asl, sono in funzione dal mese di marzo e quindi non c’è nessun bisogno di sollecitarne l’istituzione, perché il governo regionale lo ha già fatto da un bel po’. E lo ha fatto, tra l’altro, tra le primissime Regioni italiane”.
Lo precisa l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, intervenendo sulla richiesta di attivazione di una banca del plasma iperimmune arrivata, attraverso una mozione, dal vicepresidente della Commissione sanità in quota M5S Francesco Taglieri.
“Comprendo che la situazione difficile che stiamo vivendo da mesi possa aver fatto passare sotto traccia alcuni provvedimenti adottati mesi fa dal governo regionale nell’ambito della gestione dell’emergenza – continua la Verì - ma ribadisco che chi ricopre incarichi istituzionali ha il dovere di non fornire informazioni distorte ai cittadini, già costretti a districarsi tra ordinanze e regolamenti che cambiano di giorno in giorno”.
A partire dallo scorso marzo la Rete trasfusionale regionale è stata organizzata per la raccolta, lavorazione, qualificazione biologica e stoccaggio del plasma iperimmune prelevato da pazienti-donatori guariti da Covid-19, secondo le indicazioni e gli standard operativi forniti dal Centro Nazionale Sangue. In particolare le unità di plasma iperimmune raccolte sono stoccate presso le strutture trasfusionali di Pescara, Teramo, L’Aquila e Lanciano.
Da aprile, poi, anche in Abruzzo è stato avviato uno studio multicentrico per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’immunoterapia passiva con plasma donato da pazienti Covid-19 guariti. Lo studio, ancora in corso, è stato promosso dal Centro Regionale Sangue, diretto da Pasquale Colamartino, in sinergia con il Servizio Trasfusionale di Pescara a cui è affidato il coordinamento della sperimentazione, e in collaborazione con tutti i Servizi Trasfusionali della Regione Abruzzo. Lo studio sta progredendo anche grazie al coinvolgimento e alla collaborazione delle unità operative cliniche Covid-19 e dei laboratori di patologia clinica e virologia specializzati.
“La Regione – conclude l’assessore – continuerà ad adottare, come già fatto finora, ogni possibile iniziativa per sensibilizzare i pazienti guariti da questa terribile malattia, affinché si rendano disponibili a partecipare a questo programma sanitario. L’esperienza e il grande lavoro svolto dai Servizi Trasfusionali in questi mesi hanno dimostrato che in Abruzzo, come in altre Regioni, non è purtroppo facile selezionare soggetti realmente idonei a donare plasma iperimmune e che pertanto è necessario il massimo coinvolgimento possibile dei pazienti guariti”.