"Lockdown su tutto il territorio regionale (ed eventualmente nazionale, se necessario) limitato all’arco di tempo necessario a un reale rientro in sicurezza, e con reddito universale finanziato dalla tassazione dei patrimoni milionari".
Ad affermarlo sono Maurizio Acerbo e Marco Fars, rispettivamente segretario nazionale e regionale di Rifondazione comunista.
"La violenta impennata epidemiologica che sta colpendo l’Abruzzo, e soprattutto la provincia dell’Aquila" scrivono Acerbo e Fars "è responsabilità di precise inadempienze amministrative nelle competenze del governo regionale: del mancato potenziamento del tracciamento e dei mancati investimenti nel personale e nelle strutture ospedaliere. Il sistema è al collasso, i malati, e non solo quelli di covid, non possono essere curati, il personale medico è sempre più contagiato e ai limiti dello sforzo. La misura dei test antigenici a tappeto recentemente assunta per la provincia aquilana, seppur positiva, è tardiva e da sola insufficiente. Sono del tutto fuori luogo e francamente squallidi i toni trionfalistici del partito di Marsilio e di tutto il centrodestra. Al contrario i vertici regionali dovrebbero rassegnare le dimissioni".
"Allo stato attuale, le misure di contenimento previste dalla zona rossa sono ormai insufficienti. Continua ad essere attiva la produzione nelle aziende e nelle fabbriche, continuano le attività in condizioni di grave esposizione un gran numero di categorie lavorative. Continuano ad essere aperte le scuole, fattore inevitabile di contagio, come dimostrano gli ormai numerosi casi di plessi dell’infanzia, di primarie e medie costrette alla chiusura poiché divenute focolai. A ciò va aggiunto il sistema dei trasporti e dei servizi coinvolto".
"In questo quadro, destinato drammaticamente ad aumentare nei prossimi giorni data l’insufficienza a vari gradi del sistema di prevenzione, non può bastare l’individuazione di misure ad hoc. Occorre ovunque, a livello locale e nazionale, un vero lockdown per spezzare la catena dei contagi e provvedere nel frattempo a recuperare il tempo perso sulle misure di prevenzione e cura".
"Il lockdown tuttavia non deve trasformarsi in povertà per ampie fette di lavoratori autonomi o dipendenti, comunque non tutelati. Occorre andare oltre l’individuazione di specifici ristori, con lo stanziamento di un reddito universale che possa tutelare tutti. Si tratta di una misura di previdenza sociale realisticamente sostenibile, attraverso il ricorso alla tassazione patrimoniale al di sopra del milione di euro. Occorre solo la volontà politica. Occorre scegliere tra salvare vite o salvare patrimoni, di fronte a un’emergenza che rende ancor più urgente una maggiore equità sociale".
"Ricordiamo che un grande liberale come Einaudi fu un fervente sostenitore dell'imposta patrimoniale finalizzata alla fuoriuscita da situazioni di emergenza".
"Rifondazione comunista sostiene dunque l’urgenza di un vero lockdown su tutto il territorio regionale (ed eventualmente nazionale, se necessario) limitato all’arco di tempo necessario a un reale rientro in sicurezza, e con reddito universale finanziato dalla tassazione dei patrimoni milionari. Facciamo appello al governo regionale, alle amministrazioni locali e a tutte le organizzazioni politiche e sindacali democratiche del territorio affinché sostengano questo obiettivo, ormai non più rinviabile".