Mercoledì, 30 Dicembre 2020 23:41

D'Eramo: "Se Biondi vuole la Lega in Giunta, nomini gli assessori che avevamo"

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"A me dispiace dover commentare una situazione che, in un momento come questo, non dovrebbe essere al centro del dibattito politico; lo dico sempre ai miei consiglieri, agli ex assessori: continuate a lavorare per la città. Siamo gli unici, almeno nel centrodestra, ad avere interlocuzioni sistematiche e quotidiane con ordini, professioni, commercianti, operatori del Gran Sasso, con coloro che in questo momento di crisi, anche economica oltre che sanitaria, stanno vivendo grandissime difficoltà. A me sarebbe piaciuto parlare di queste tematiche: mi rendo conto, però, che per qualcun altro i punti su cui concentrare la propria intelligenza sono altri".

Ai nostri microfoni, il coordinatore regionale della Lega, il deputato Luigi D'Eramo, a fine giornata fa il punto sulla crisi della maggioranza di centrodestra al Comune dell'Aquila, con i consiglieri del Carroccio che hanno abbandonato i lavori del Consiglio comunale facendo mancare il numero legale; l'ultimo capitolo di una crisi che, in realtà, si trascina da 12 mesi e che non ha ancora trovato soluzione.

"Negli ultimi sei mesi, la Lega - pur non avendo più rappresentanti in Giunta - ha mantenuto un atteggiamento di grande responsabilità, votando tutte le delibere arrivate all’attenzione delle Commissioni e del Consiglio", rivendica D'Eramo; "oggi [ieri per chi legge, ndr], su un paio di provvedimenti avevamo delle perplessità: d’altra parte, non si svolgono più riunioni di maggioranza dal 2018 e non avendo assessori nell’esecutivo a volte è oggettivamente complicato, dinanzi a provvedimenti anche pesanti, riuscire a comprendere se il lavoro portato avanti dalla Giunta sia corrispondente alle reali necessità della città. Avevamo chiesto degli approfondimenti che non abbiamo avuto: dunque, non siamo voluti andare contro la maggioranza – a detta del sindaco, tra laltro,  autosufficiente indipendentemente dalla presenza della Lega – piuttosto abbiamo preferito non partecipare alle operazioni di voto".

In realtà, non è affatto così: con un gruppo formato da quattro consiglieri, e a seguito della decisione di federarsi col capogruppo dell'Udc Luciano Bontempo, la Lega è determinante per gli equilibri della maggioranza; dovesse rompere definitivamente col Carroccio, Biondi non avrebbe più i numeri per andare avanti, a meno di non trovare 'stampelle' tra i banchi delle opposizioni. E su questo D'Eramo sta facendo leva.

"Non è una questione di poltrone, di assessorati: abbiamo chiesto un programma di fine mandato, con alcuni obiettivi chiari da cogliere, abbiamo chiesto di riaprire un confronto con le parti sociali e produttive della città e di concludere l’esperienza amministrativa portando a casa quei risultati che L’Aquila attende da vent’anni: anche su questo, non abbiamo avuto risposte. Detto ciò, bisogna avere la capacità di trovare il giusto equilibrio per armonizzare il lavoro dei diversi partiti che compongono la coalizione di centrodestra. Credo sia folle tenere fuori dalla Giunta il principale partito del Paese e della città: non è una volontà della Lega star fuori dal governo cittadino, è il sindaco che ha deciso, per una serie di motivazioni che evidentemente ritiene valide, di fare a meno dei nostri assessori. La Lega chiede semplicemente di poter continuare a lavorare come ha fatto fino a luglio, e da luglio ad oggi, con una rappresentanza nel governo cittadino che rispecchi la reale forza che ci hanno dato gli elettori aquilani. Aggiungo che ho quotidiani confronti col presidente della Giunta regionale e con il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, l’amico di una vita Etel Sigismondi, ed anche loro concordano con le richieste della Lega. Dunque, non si tratta di un problema politico o partitico: vorremmo comprendere anche noi di che problemi stiamo parlando. Probabilmente dà fastidio l’estremo rigore del nostro partito rispetto ad alcune questioni 'calde'".

Una frase destinata a far parecchio rumore, nelle prossime ore.

D'Eramo ribadisce di non avere alcuna intenzione di rompere con la maggioranza: "Io resto fedele al patto che abbiamo stretto con la città: sarebbe un atto di tradimento, e rappresenterebber una sconfitta per una intera classe dirigente, se si dovesse arrivare allo scioglimento anticipato del Consiglio comunale. La Lega vuole stare in maggioranza, ce lo hanno chiesto gli aquilani confermandoci la fiducia alle politiche e alle regionali: vogliamo incidere rispetto ai temi che abbiamo fatto inserire nel programma di mandato".

Certo è che il Carroccio non intende sottostare all'accordo raggiunto dalle altre forze di maggioranza e che prevede, tra l'altro, la nomina in Giunta di un assessore ogni due consiglieri, col rispetto delle 'quote rosa'; un accordo che presupporebbe il sacrificio di uno tra Daniele Ferella e Fabrizio Taranta, col rimpasto di Giunta. "La Lega non ha sottoscritto quel documento, sarebbe stata la morte della politica e avrebbe significato rinnegare lo spirito di concretezza dell’agire politico che abbiamo sempre rivendicato; si tratta di ragionamenti da prima repubblica che poco ci interessano, vere e proprie cadute di stile. Non chiediamo nulla di più di ciò che gli aquilani ci hanno consegnato col loro consenso: una legittima rappresentanza all’interno della Giunta. D'altra parte: si può contestare che i nostri assessori abbiano lavorato male?".

E sul famoso intervento del capogruppo Francesco De Santis che, in luglio, aveva scatenato la reazione del sindaco Biondi che prima ha ritirato le deleghe e poi revocato gli incarichi agli assessori leghisti, D'Eramo aggiunge: "è stato un intervento di peso, con toni politicamente importanti ma vorrei ricordare che abbiamo dovuto sopportare, per i primi due anni di legislatura, le follie di chi, sistematicamente, chiedeva la rimozione o la sfiducia di assessori di Fratelli d’Italia: in Consiglio comunale e nelle Commissioni siamo stati i soli a difendere quelle posizioni". Chiaro il riferimento al gruppo che fa riferimento a Giorgio De Matteis. "Non comprendo, dunque, il motivo per cui si debba elevare a scandalo un intervento politico sicuramente duro, ma che richiamava la maggioranza a responsabilità precise rispetto ad impegni assunti con la città. Con quella critica, si criticava evidentemente la stessa Lega che era componente della Giunta: se non si comprende questo, non si hanno i parametri del Consiglio comunale del capoluogo di Regione".

D'Eramo si dice convinto che la maggioranza sia ancora in tempo per aprire un dibattito sui grandi temi non soltanto all’interno del centrodestra ma aprendosi a tutti gli attori che compongono la vita politica, amministrativa, sociale ed economica della città: "sarebbe un fallimento se non ci riuscissimo. Avevamo contestato alla passata amministrazione di essersi chiusa nel palazzo, di avere scelto soltanto pochi interlocutori privilegiati: ci eravamo posti come il necessario cambiamento. Ed ora? La pianificazione urbanistica, la città territorio, il rapporto con la Regione, le grandi opere pubbliche sono temi su cui dovremmo confrontarci tra forze di maggioranza e con i partiti dell’opposizione, con tutti coloro che potrebbero dare un contributo di idee. Lo ripeto: bisogna fissare cinque punti di fine mandato e puntare a realizzarli anche col contributo delle minoranze; quando si scrivono le regole generali, quelle che incideranno sul futuro della città, bisognerebbe farlo con tutti".

E poi, in un momento drammatico come questo, di emergenza sanitaria che è anche economica e sociale, "continuiamo inascoltati a sollecitare la costituzione di un gruppo operativo che non appartenga esclusivamente a indicazioni che provengono dalle forze politiche. Se non si vuole tagliare la faccia alla credibilità della politica, bisognerebbe chiamare al tavolo del confronto gli ex sindaci della città, ragionare con Cialente, Tempesta, Centi, Lombardi, rappresentanti di spaccati politici importanti: sarebbe un modo per pacificare una tensione che c’è, che è anche e soprattutto sociale. Questo dovrebbe fare un capoluogo di regione. Un capoluogo di regione non si chiude in sé stesso, si apre al confronto delle idee".

In questo senso, la Lega nei prossimi giorni farà una sua proposta - "ci stiamo lavorando da mesi", confinda D'Eramo - sul così detto patto programmatico di fine mandato; "il resto è nelle mani del sindaco dell’Aquila. Se Biondi ritiene che la Lega debba far parte del governo cittadino, basta che nomini gli assessori che la Lega ha avuto fino a luglio. Non c’è alcuna richiesta che possa far pensare a lottifici, spartizioni, poltrone, una filosofia che non ci appartiene: e se pure volessimo provare a ragionare con queste categorie, che non condivido, ad una analisi della composizione della Giunta verrebbe fuori, per esempio, che Forza Italia, con 5 consiglieri, esprime due assessori e il presidente del Consiglio comunale. Non capisco davvero quale sia il problema".

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