Mercoledì, 13 Gennaio 2021 00:02

Crisi di governo, Italia viva pronta a ritirare le ministre. I possibili scenari

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"Penso che domattina [stamane per chi legge, ndr] Conte annuncerà di avere altri parlamentari a suo sostegno e quindi nasce il governo Conte-Mastella. Dal nostro punto di vista, aspettiamo che finisca il consiglio dei ministri, poi decideremo e domani pomeriggio [oggi, ndr] daremo comunicazione alle stampa".

A tarda serata, ospite di Cartabianca su Rai3, Matteo Renzi ha dettato i tempi dello showdown: l'ipotesi più accreditata, a questo punto, è che Italia viva ritiri le sue ministre Elena Bonetti e Teresa Bellanova e apra formalmente la crisi.

"Ci hanno offerto di tutto ma noi non teniamo alle poltrone", le parole di Renzi; "se Bellanova e Bonetti decidono di rinunciare a un posto da ministro significa che hanno una nobiltà d'animo che altri si sognano: sono due persone che credono nella politica come servizio. A quelli che credono che noi vogliamo più poltrone, dico che noi rinunciamo alle poltrone", il refrain del senatore di Rignano.

Renzi ha poi ribadito di non credere ad elezioni anticipate: "Conte ha scelto di non parlare con noi, di andare in Parlamento per avere il voto dei responsabili: non ha voluto fare un accordo sui contenuti". Evidentemente, ha aggiunto, "hanno trovato i voti per un governo Conte-Mastella; d'altra parte, il premier lo ha detto stamattina e stasera lo ha confermato Bettini. Io non sono disponibile a essere complice del più grande sperpero della storia della Repubblica".

A farla breve, Italia viva si è astenuta sul Recovery Plan, approvato a tarda notte dal governo, garantirà il voto favorevole sulle comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza in merito al nuovo Dpcm, previste per stamane, così come allo scostamento di bilancio che dovrebbe essere discusso mercoledì per dare sostanza al decreto 'Ristori 5'. Ma già oggi pomeriggio, i 'renziani' romperanno formalmente con la maggioranza di governo ritirando le ministre Bonetti e Bellanova.

E a quel punto, che cosa potrebbe accadere?

"Se Renzi si sfila, nessun nuovo esecutivo con Italia viva sarà possibile" è stato il messaggio arrivato nel corso di una giornata frenetica da Palazzo Chigi; "ci sono delle forze che vogliono contribuire nel segno di un rapporto con l'Europa e penso che, al momento opportuno, queste forze possano palesarsi", ha aggiunto in serata Goffredo Bettini del Pd, ospite di Stasera Italia su Rete4.

Conte sarebbe dunque pronto a presentarsi in Parlamento per chiedere un voto di fiducia, così da andare avanti con il sostegno di una maggioranza rinnovata. Ma la strada per il premier è piuttosto stretta, soprattutto in Senato: se è vero che Pd, M5s e Leu si sono stretti attorno all'avvocato, è vero anche che la pattuglia di "responsabili", al momento, non si è ancora palesata, malgrado alcuni movimenti in seno a Forza Italia. Stante le cose, a Palazzo Madama ballerebbero almeno 20 voti.

E dunque, c'è da chiedersi: il premier è davvero pronto a giocarsi la via parlamentare, rischiando che un eventuale voto di sfiducia scriverebbe la parola fine sull'ipotesi di un Conte ter? E Renzi è davvero pronto a rischiare di rompere con la maggioranza rischiando di aprire la strada ad una pattuglia di "responsabili"? 

È una partita a poker e soltanto nelle prossime ore si capirà chi stia bluffando.

Al momento, è lecito ipotizzare che, in caso di rottura, Conte rimetta il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, a quel punto, avvierebbe immediatamente un giro di consultazioni; i giochi, però, rischierebbero di complicarsi tremendamente: il Capo dello Stato vaglierebbe, in prima istanza, la possibilità di un Conte ter, con la medesima maggioranza - e dunque a valle di una ricucitura con Renzi - o con un'altra, qualora Iv dovesse sfilarsi. E' possibile, però, che un'intesa non si trovi. E' ciò che teme il Presidente del Consiglio, evidentemente, è lo scenario che avrebbe in mente il senatore di Rignano, stando ad alcuni osservatori; potrebbe aprirsi, così, la strada ad un governo giallorosso con un altro premier, e circola insistentemente il nome di Dario Franceschini: la 'palla', a quel punto, passerebbe nel campo dei 5 Stelle che, almeno pubblicamente, si sono detti indisponibili a tale ipotesi. 

Dinanzi ad una situazione di stallo, in un momento delicatissimo per il paese, Mattarella potrebbe però anche giocarsi la carta di un governo del Presidente chiamato a traghettare il paese verso elezioni anticipate o, chissà, fino a scadenza naturale della legislatura. Sul tavolo del Quirinale ci sarebbe il nome della giurista cattolica Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale, prima donna ad occupare tale carica; resta sullo sfondo, invece, il profilo di Mario Draghi.

A meno di non credere davvero ad un possibile ritorno alle urne, nel mese di giugno, in piena pandemia.

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Gennaio 2021 12:47

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