“E’ una crisi dettata da motivi personali, non politici: per questo è complicato chiuderla”.
Giustino Masciocco, presidente della Commissione ‘Garanzia e controllo’ del Comune dell’Aquila, è convinto che le ferite in seno al centrodestra cittadino non si rimargineranno tanto facilmente. Anzi. “Se il sindaco Biondi dovesse accettare il reintegro dei tre assessori della Lega, con le medesime deleghe, significherebbe che si è ‘calato le braghe’; d’altra parte, mi domando che cosa sia successo, da metà a luglio ad oggi, per giustificare un passo indietro del Carroccio rispetto al duro atto d’accusa lanciato in Consiglio comunale dal capogruppo De Santis”.
Il problema – sostiene Masciocco – “è che Biondi e D’Eramo sono distanti anni luce; li divide la loro storia, il loro percorso politico; la richiesta di scuse formali avanzata dal sindaco è un modo per non chiudere la crisi: Biondi sa benissimo che D’Eramo non lo farà mai. E’ per questo che stanno provando ad inventarsi qualcosa per tirare avanti fino a fine legislatura, un patto di fine mandato: tuttavia, non vedo la Lega determinata a rientrare in Giunta e non vedo il sindaco propenso a riaccogliere gli assessori in Giunta. Non si può escludere possano andare avanti così ancora a lungo, sulla pelle della città”.
Masciocco è tagliente: “I partiti che sono stati sconfitti alle elezioni del 2017 e che stanno in minoranza dovrebbero essere d’accordo a far depositare ai propri consiglieri una lettera di dimissioni nelle mani di un notaio; se i colleghi della Lega avranno il coraggio di far cadere il governo cittadino, depositeranno anche loro le dimissioni. Non vedo altre soluzioni”. D’altra parte, la maggioranza è arrivata al punto di rottura “perché nel corso dei mesi i partiti di centrodestra si sono ‘rubati’ a vicenda i consiglieri, che sono entrati e usciti dai gruppi consiliare in un vortice che non si è mai placato. E questo i cittadini non lo capiscono”.
Non c’è un progetto di città, “un programma politico condiviso a tenere insieme la maggioranza”, aggiunge Masciocco: “Si limitano a declinare progetti che non sono stati neanche avviati da questa amministrazione, bene che è andata sono stati semplicemente portati avanti. Non si sono inventati nulla. Vedremo come andrà col Ponte Belvedere: parliamo comunque di un ponte strallato che non c’entra nulla con la storia dell’Aquila. E sulla candidatura della città a Capitale italiana della cultura sappiamo già come andrà: se arriverà il riconoscimento, e me lo auguro, sarà merito di Biondi, se non arriverà sarà colpa del Governo. Mi aspetto una narrazione di questo tipo: è già successo; loro mistificano, piegano la realtà”. E non si confrontano, l’affondo del presidente della Commissione di vigilanza, sui problemi reali: “non c’è traccia di provvedimenti in Consiglio comunale, se non di quelli che le norme rendono obbligatori per il funzionamento dell’Ente – il bilancio, la salvaguardia e così via – e che vengono prodotti in modo stanco, poco partecipato”.
Anche la passata maggioranza di centrosinistra discuteva, “ma ci confrontavamo sulle questioni strategiche, sui problemi della città” sottolinea Masciocco, rievocando gli scontri di maggioranza che l’hanno visto spesso contrapposto al sindaco Cialente; “oggi, invece, si discute di ‘scuse’. Si sono dovuti rivolgere ai maggiorenti dei partiti regionali per trovare una soluzione; come a dire: ‘noi non siamo in grado di parlare, parlate voi’. D’altra parte, se c’erano quattro candidati sindaco di centrodestra prima delle elezioni del 2017, qualche motivo ci sarà. Ora, le spaccature e le divisioni stanno emergendo con plasticità. E quando porti la discussione politica al livello personale, svilisci tutto”.
Dei problemi veri della città, non si discute: “Perché non partono i cantieri degli altri lotti dei sottoservizi? Perché non se ne parla? E che cosa ne è stato dei commissariamenti degli aggregati non costituiti o fermi? Si tratta solo di alcuni esempi di temi centrali che andrebbero discussi e affrontati: al contrario, la maggioranza continua a dibattere di scuse o non scuse”.
In questo senso, conclude Masciocco, “la V Commissione potrebbe giocare un ruolo importante; sono altri occhi che guardano ai provvedimenti; non è alimentata dalla volontà di fare opposizione ideologica, tanto è vero che viene sollecitata anche da consiglieri di maggioranza che si rivolgono all’assise per verificare se un atto è legittimo o illegittimo. Lo ha fatto il consigliere D’Angelo sulla questione dei pascoli, il consigliere Colantoni sulle antenne di Sassa e via dicendo. Purtroppo l’amministrazione attiva, e il sindaco in particolare, hanno un atteggiamento prevenuto nei confronti della Commissione; posso capirlo: chi, come noi, viene da frazioni o paesi – io da Tempera, Biondi da Villa Sant’Angelo – tende ad essere un po’ permaloso. E’ un tratto del carattere che bisognerebbe perdere: quando si governa una città, bisognerebbe farlo con una visione ampia, tollerante nei confronti di chi critica. Non si può restare chiusi, asserragliati nel fortino di Palazzo Fibbioni. Ci deve essere un confronto, ci sono pesi e contrappesi in Consiglio comunale: purtroppo, si mettono sempre davanti questioni personali. D’altra parte, i sindaci quando vengono eletti iniziano a parlare di sé in terza persona: criticarli viene considerato lesa maestà”.