Il romanzo della crisi di maggioranza al Comune dell'Aquila si è arricchito, stamane, di un nuovo, emozionante, capitolo; con i lettori in attesa trepidante, fino all'ultimo paragrafo, per capire se finalmente le spaccature nel centrodestra si fossero ricomposte, al culmine del pathos, il presidente del Consiglio Roberto Tinari ha chiuso freddamente i lavori lasciando la città nell'attesa, col fiato sospeso.
Silenti i protagonisti di una vicenda che sta assumendo i contorni del thriller psicologico: in silenzio il sindaco della città, Pierluigi Biondi, e così i consiglieri comunali della Lega che hanno votato a favore del provvedimento di "razionalizzazione periodica delle partecipazioni azionarie del Comune" portato in aula dall'assessora Fausta Bergamotto.
Un iter, quello d'approvazione della delibera, che andrebbe studiato con le categorie immaginifiche del genere fantasy, in effetti, più che del thriller psicologico che pure fa da cornice: portato dall'amministrazione attiva all'attenzione della Commissione bilancio il 21 dicembre scorso, giusto un mese fa, la Lega aveva deciso di votare la richiesta delle opposizioni di rinvio della discussione sul corposo provvedimento di oltre 500 pagine così che si potesse avere il tempo per approfondirlo; una settimana dopo, il documento era tornato dunque in Commissione e, stavolta, il Carroccio si era astenuto, facendo in modo che la delibera potesse approdare finalmente in Consiglio comunale.
D'altra parte, il provvedimento doveva essere approvato in via definitiva entro il 31 dicembre, pena una sanzione amministrativa per l'Ente dai 5 mila ai 500 mila euro.
In Consiglio comunale, però, la Lega aveva abbandonato i lavori facendo venir meno, così, il numero legale con l'uscita dall'aula delle forze d'opposizione. "Abbiamo difficoltà nel continuare a partecipare a assemblee dove ci ritroviamo a essere dei semplici ratificatori di decisioni già prese" l'affondo del capogruppo del Carroccio Francesco De Santis; "non siamo stati eletti per questo. La Lega è il principale partito in città, in questi mesi abbiamo mostrato un grande senso di responsabilità ma ora non possiamo continuare a fingere che vada tutto bene. Ci riserveremo di riflettere su quello che sta accadendo dentro questa amministrazione".
Sono passati venti giorni: la delibera è tornata stamane in aula così com'era, approfondimenti non ce ne sono stati, modifiche neanche, eppure la Lega ha finalmente votato a favore del provvedimento.
Al momento del voto, immaginiamo che i lettori - completamente rapiti, e un poco confusi - fossero incollati alle pagine del romanzo: ecco, ci siamo, si saranno detti, il sindaco sta per annunciare il lieto fine: crisi ricomposta, verranno reintegrati i tre assessori della Lega cacciati da mesi e mai sostituiti. Al contrario, la seduta del Consiglio si è sciolta senza alcuna comunicazione. E non si è parlato neanche del mancato riconoscimento della città a Capitale italiana della cultura, che pure è notizia di ieri.
Silenzio. Assordante silenzio. E i lettori spaesati, in attesa - a questo punto - del prossimo appassionante capitolo: sarà l'ultimo?
Tra le pieghe del romanzo, un piccolo inciso di realtà è d'obbligo: per ragioni oscure, non spiegate - a meno di non voler credere che si tratti soltanto di giochetti di posizionamento politico - il Comune dell'Aquila ha approvato il provvedimento di razionalizzazione delle partecipate oltre i termini di legge esponendosi, così, ad una possibile sanzione che, dovesse essere comminata, pagheranno i cittadini con le loro tasse.
Ora, proviamo a sottrarci al fascino romanzesco della vicenda, riprendendo in mano gli strumenti della politica: si direbbe che la Lega abbia voluto lanciare un ultimo messaggio conciliatorio al sindaco Biondi.
Il quadro è chiaro: il tavolo regionale riunito a Pescara, su pressione del governatore Marco Marsilio, ha trovato da giorni una sintesi che prevede, appunto, il reintegro degli assessori della Lega con le medesime deleghe; il sindaco sarebbe anche pronto, obtorto collo, a riaccogliere i leghisti a patto, però, che il capogruppo Francesco De Santis prenda pubblicamente le distanze, in aula, dalle parole durissime pronunciate innanzi all'assise civica il 14 luglio scorso, aprendo formalmente una crisi che si trascinava da mesi, da quando, alla fine di dicembre del 2019, la Lega aveva deciso di non votare il bilancio di previsione sebbene gli assessori sarebbero rimasti in carica - almeno fino alla revoca dell'incarico - gestendo le risorse appostate, per i capitoli di competenza, con quello stesso bilancio e sebbene, mesi dopo, avrebbero votato persino la variazione al documento economico finaziario. Altro snodo immaginifico della storia.
Sulla richiesta di 'scuse' avanzata Biondi, la trattativa si è arenata, anche se la Lega, direttamente o indirettamente, continua a lasciar passare il messaggio che, in realtà, la soluzione è lì, ad un passo.
In realtà la tensione è ancora altissima, alimentata, di giorno in giorno, da qualche dichiarazione che rischia di far saltare definitivamente il tavolo; l'ultima è di ieri, a firma del coordinatore cittadino del Carroccio, Giorgio Fioravanti, che ha imputato il mancato riconoscimento della città a Capitale italiana della cultura anche all'assenza di un assessore al turismo, la delega detenuta fino a qualche mese fa da Fabrizia Aquilio.
Una affermazione che non è piaciuta affatto al sindaco Biondi: "E' una accusa inutile, se non dannosa. E mi fermo qui", le parole del primo cittadino. "Questo sta a testimoniare che qualcuno ancora non ha ben capito che la politica è fatta di regole, e le regole vanno rispettate. Quando tutti si metteranno in testa che le regole si rispettano, allora si chiuderanno anche i confronti".
In serata, il vice presidente della Giunta regionale Emanuele Imprudente ha provato a metterci una pezza con una nota di senso diametralmente opposto al commento pubblicato su facebook dal coordinatore cittadino del suo stesso partito. "Il lavoro portato avanti dal sindaco Pierluigi Biondi e dall’amministrazione comunale - le parole di Imprudente - è stato encomiabile, così come ha potuto verificare anche la commissione. Peraltro oltre alla qualità indubbia del dossier, va sottolineato il fatto che il primo cittadino e l’amministrazione sono riusciti a coinvolgere le istituzioni del territorio in un clima di coesione che probabilmente da tempo non si respirava. Questo enorme patrimonio deve essere preservato e ulteriormente potenziato affinché diventi un modello di ragionamento e di azione per le scelte del futuro". Ha aggiunto Imprudente: "E’ stato fatto tutto il possibile per centrare l’obiettivo, non vi sono remore di sorta: quel pizzico di delusione per il risultato viene ampiamente meno di fronte alla forza del progetto, un momento alto e significativo per la città e per il territorio tutto. Al sindaco, ai tecnici e a tutti coloro che si sono impegnati va il plauso della Lega".
Non è bastato a rimarginare le ferite.
Vedremo se il voto di stamane sulla razionalizzazione delle partecipate convincerà il sindaco che sì, la Lega ha intenzione di rispettare le regole della politica, a patto di riavere i suoi tre assessori.
Nel mezzo, il Consiglio comunale è oramai esautorato della possibilità di discutere i problemi veri della città, con una maggioranza che, soffocata dalle tensioni, non ha più una posizione consiliare forte e una opposizione che assiste inerme alle faide del centrodestra cittadino, a sua volta spaccata - e stamane è emerso, di nuovo, con chiarezza - tra la posizione intransigente delle forze progressiste e quella più conciliante del Passo Possibile che sui provvedimenti all'ordine del giorno ha deciso di astenersi.
Una 'sponda' importante per Biondi, consapevole che, pure dovesse rompere con la Lega, potrebbe andare avanti, sebbene con numeri risicatissimi, potendo contare su una parte delle opposizioni che non vuole che la situazione precipiti e, per questo, su alcuni provvedimenti importanti sarebbe pronta a garantire il numero legale in aula.
Resta da segnalare che l'assessora Fausta Bergamotto ha definito "utili" alcuni degli emendamenti presentati dai consiglieri d'opposizione Paolo Romano, Giustino Masciocco e Angelo Mancini che, pur avendo ritirato le proposte di modifica del provvedimento - erano stati presentati oltre 230 emendamenti, ricondotti a 7 dal presidente del Consiglio Roberto Tinari che ha chiarito come potessero essere ricondotti ad altrettante questioni tematiche essendo, gli altri, simili e ripetitivi - hanno incassato la disponibilità dell'assessora a discuterli compiutamente nel prossimo Consiglio comunale che dovrà analizzare l'atto di indirizzo sulle società partecipate.