Con delibera n. 19 del 20 gennaio scorso, all'unanimità dei presenti la Giunta comunale dell'Aquila ha approvato l'atto d'indirizzo per l'adesione alla proposta progettuale "Le città identitarie" dell'associazione "CulturaIdentità".
A fare da cornice al provvedimento, il programma di mandato che - si ricorda nel deliberato - evidenzia come "la cultura svolge un ruolo strategico per una comunità che non vuole rimanere ferma, ma andare avanti verso possibilità nuove di conoscenza e di sviluppo. Il grado di progresso di una collettività, infatti, va di pari passo con la capacità di sostenere l’arte nelle sue molteplici forme […]” e come “tra le grandi prospettive di sviluppo per L'Aquila e per il suo territorio un posto di primissimo piano è ricoperto dal turismo […]” valorizzando il settore “culturale, quello religioso, quello naturalistico, quello sportivo, quello dell'accoglienza e dell'enogastronomia”.
Di fatto, L'Aquila aderendo al progetto "Le città identitarie" - con un piccolo contributo di 1.200 euro più Iva - avrà spazio sulla rivista mensile #CulturaIdentità che racconterà la città e le sue iniziative; non solo: i Comuni aderenti alla rete potranno partecipare alla organizzazione del "Festival di CulturaIdentità" con "i volti più noti del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della politica".
Ma di cosa stiamo parlando esattamente?
L'associazione culturale "CulturaIdentità" è stata fondata a Milano dall'attore Edoardo Sylos Labini: a leggere lo statuto, si propone “la valorizzazione, l’approfondimento, la sensibilizzazione, la promozione, la diffusione e la tutela della cultura italiana (nella sua accezione più vasta) e dell’identità del popolo italiano, con particolare riferimento ai valori, alle radici, alle tradizioni, alla storia, alla società, al patrimonio storico, artistico e culturale nazionali e all’italianità”.
A sostegno del progetto, dal febbraio 2019 viene editata una rivista mensile di 32 pagine - #CulturaIdentità, appunto - diffusa con 'll Giornale' ma acquistabile anche separatamente, diretta da Alessandro Sansoni, che raccoglie le firme di alcune personalità della cultura della destra italiana: da Marcello Veneziani a Pietrangelo Buttafuoco (presidente del Tsa), da Marcello de Angelis a Vittorio Sgarbi fino a Diego Fusaro e Giordano Bruno Guerri.
Sfogliando il manifesto fondativo dell'associazione, si legge che l'intenzione è "liberare la cultura dal regime di menzogne del politicamente corretto, dalle soggezioni conformiste della lobby radical chic e dalla globalizzazione dei cervelli"; alla proposta di detassare la cultura, "sottraendola alla burocrazia tassatrice e oppressiva", si accosta l'idea della 'italianizzazione' che significa favorire, incentivare, premiare "il ritorno in Patria degli intelletti italiani dispersi all’estero per costrizioni economiche".
Con l'esigenza, richiamata, di "sovranizzare" la cultura: "restituiamo la propria storia a ogni gente, lottiamo per la sovranità di tutti i popoli senza divario di stirpe, di lingua, di classe, di religione", l'idea.
Gli aderenti rifiutano "il finto umanitarismo livellatore, eterofobico. Difendiamo la persona - leggiamo ancora dal manifesto fondativo - la famiglia dal suo inviolabile domicilio rivendicando con forza la legittima difesa".
"CulturaIdentità", è stato chiarito, "ha colmato un vuoto inspiegabile: mancava totalmente in Italia una piattaforma editoriale, strutturata in modo minimamente significativo, dove intellettuali e operatori culturali 'di destra' (identitari, sovranisti o non conformisti che dir si voglia) avessero la possibilità di esprimersi, incontrarsi e confrontarsi. CulturaIdentità crede nell’italianità come valore identitario, ponendo le basi per un modello nuovo, propositivo, lontano dal 'politicamente corretto' che dietro all’omologazione del pensiero unico ha creato solo sacche di potere e di interessi economici".
Tra le città identitarie, ora, c'è anche L'Aquila.