Surreale.
Non troviamo altro aggettivo per descrivere il Consiglio comunale straordinario riunito ieri all'Aquila per discutere le criticità emerse nella gestione dell'emergenza sanitaria da parte dell'azienda sanitaria provinciale, alla presenza dei deputati Luigi D'Eramo e Stefania Pezzopane, del vice presidente della Giunta regionale Emanuele Imprudente, del vice presidente vicario del Consiglio regionale, nonché consigliere comunale Roberto Santangelo, dei consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci e Americo Di Benedetto, anche lui nella doppia veste di consigliere comunale. Sono intervenuti, altresì, il manager della Asl1 Roberto Testa, il primario del reparto di Terapia intensiva del San Salvatore Franco Marinangeli (fino a 48 ore fa direttore sanitario facente funzione) e Domenico Pompei, responsabile del Dipartimento di prevenzione.
Consiglio comunale surreale per 5 motivi
Surreale per diversi motivi; il primo: l'assise si è chiusa senza aver approvato alcun provvedimento.
A dire il vero, le forze di centrodestra avevano preparato un documento di sfiducia del manager Asl (espressione del centrodestra) che, poi, hanno deciso di ritirare, forse per il rischio di non ottenere l'unanimità. E alla fine, nel momento in cui Pompei parlava della campagna vaccinale anti-covid sono rimasti soltanto 4 consiglieri di centrodestra - due in aula, nella Sala Ipogea dell'Emiciclo, e due in collegamento su piattaforma digitale - tanto che il presidente del Consiglio, Roberto Tinari, è stato costretto a chiudere bruscamente la riunione su pressione del consigliere dem Stefano Albano che chiedeva di verificare il numero legale.
Che non si potesse dire di nuovo che era venuto meno il numero legale.
Il secondo: come fatto notare giustamente dai consiglieri Americo Di Benedetto, Giustino Masciocco e Stefano Palumbo, i temi all'ordine del giorno erano di diretta competenza del Consiglio regionale. Non è chiaro, dunque, il motivo per cui si sia chiesta la convocazione straordinaria del Consiglio comunale che, tra l'altro, già si era riunito in novembre votando all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Asl1 su alcune questioni puntuali. Un documento che è rimasto, per lo più, carta straccia. E non è chiaro il motivo per cui gli esponenti aquilani di maggioranza in Consiglio regionale non abbiano proferito parola: in silenzio il vice presidente della Giunta regionale Emanuele Imprudente, si è visto di passaggio il vice presidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo con l'assessore Guido Liris, sponsor del manager Roberto Testa all'atto della nomina e per mesi protagonista 'attivo' della quotidianità ospedaliera del San Salvatore, che non si è neanche presentato.
Il terzo motivo: il Direttore generale della Asl1, nel mezzo della bufera per la nomina di Alfonso Mascitelli a direttore sanitario, con il governatore Marco Marsilio - che pure l'ha voluto fortemente col placet dei vertici locali di Fratelli d'Italia, Liris e Biondi in primis - pronto a rimuoverlo dall'incarico, ha scansato le critiche che erano piovute, nei giorni scorsi, dal deputato della Lega Luigi D'Eramo e dal consigliere regionale dem Pierpaolo Pietrucci, tantomeno è entrato nel merito delle questioni sollevate dal presidente della Giunta regionale con le recenti lettere finite sui giornali. Si è limitato a ripercorrere le azioni, evidentemente insufficienti, messe in campo dall'azienda sanitaria per fronteggiare l'emergenza, come se nulla fosse accaduto. E come se tutto avesse funzionato a dovere.
Il quarto: il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, si è riservato un lungo intervento in avvio - prima di lasciare l'aula per improrogabili impegni affidando la guida dei lavori consiliari all'assessora Maria Luisa Ianni - in cui, usando un gergo d'uso comune, ha provato a tirare un colpo al cerchio e uno alla botte; un intervento sbiadito, quello del primo cittadino, incolore e pure bizzarro, in alcuni momenti. Di fatto, Biondi si è lanciato in una sorta di 'operazione verità' - così l'ha definita - denunciando, di nuovo, le colpe dei governi nazionali che si sono succeduti negli ultimi anni e che hanno operato tagli draconiani alla spesa sanitaria, e così le mancanze della passata Giunta regionale di centrosinistra che, con le sue scelte, "ha penalizzato la sanità della provincia dell'Aquila in favore di altri territori". E parlando della gestione D'Alfonso, tra gli esecutori delle sue politiche ha voluto inserire anche Alfonso Mascitelli: "Non metto in discussione il suo valore tecnico e umano, ma è stato un pezzo del sistema che ha penalizzato la sanità aquilana e oggi si ritrova ai vertici dell'azienda sanitaria della provincia".
L'unico passaggio rilevante del lungo discorso.
Poi, Biondi si è intestato i buoni risultati ottenuti in questi mesi - 'ciò che ha funzionato, ha funzionato per merito dell'amministrazione comunale' è stato il senso del ragionamento - scaricando le colpe di ciò che invece non ha funzionato sulla governance dell'azienda sanitaria pur non attaccando frontalmente Testa.
Il quinto e ultimo motivo: di fatto, non si è discusso di come risolvere i problemi della sanità territoriale; piuttosto, il Consiglio comunale, voluto dalle forze di centrodestra, è stato trasformato in una sorta di patibolo che doveva far saltare la 'Testa' dell'azienda sanitaria, indicata dal centrodestra in una precisa filiera di potere.
Surrealtà e paradossi.
Il durissimo attacco di D'Eramo a Testa
Durissimo (e si tratta di un eufemismo) l'intervento del deputato Luigi D'Eramo, coordinatore regionale della Lega, che ha preso la parola dopo il manager Testa: "Non accetto 'lezioncine' su piccole iniziative messe in atto che sono nulla rispetto al dramma che la politica regionale e locale stanno denunciando da tempo. Il Direttore generale parla di risultati che non appartengono ai tempi che stiamo vivendo: è meno della normale amministrazione", l'affondo. E non sarà l'unico.
"I zampognari - termine che mi dicono sia molto caro al manager Testa - non possono certo essere presi in giro da scienziati che provengono da territori che non hanno fatto certo la storia del paese; i zampognari, ora, si sono incazzati. Il centrodestra ha messo la faccia su questa provincia spendendo programmi e progetti, promettendo una gestione diversa rispetto al passato. Avevamo detto che avremmo interrotto il circuito perverso delle assunzioni tramite agenzie interinali dove ristagna certa politica; avevamo detto che avremmo interrotto il perverso meccanismo dell'affidamento, a mo' di mercato, di consulenze legali: oggi ci ritroviamo a chiederci il motivo per cui la Asl1 ha affidato, ad un solo avvocato, cause per quasi 700mila euro".
Ha aggiunto D'Eramo: "si rinviene un filo rosso tra certe scelte e certa politica, che magari si è riconosciuta sotto il simbolo dell'Italia dei Valori, dall'affidamento delle consulenze alla nomina del direttore sanitario [Alfonso Mascitelli è stato senatore Idv, ndr]. Tra l'altro - ha proseguito il deputato aquilano - mi dicono che un consigliere di questo consesso si è prodigato a contattare esponenti del centrosinistra chiedendo un atteggiamento più sobrio considerata la scelta di Mascitelli che, evidentemente, potrebbe avere un atteggiamento di mediazione con una parte del centrosinistra cittadino".
Un fiume in piena il deputato leghista che, poi, ha elencato le mancanze del manager Asl: dal concorso per i primari bloccato con la scusa della mancata riorganizzazione della rete ospedaliera alla mancata stabilizzazione dei professionisti precari, dalla mancata implementazione del laboratorio per il processamento dei tamponi, che sarebbe costato 300-400 mila euro a fronte dei 6 milioni di euro già versati allo Zooprofilattico di Teramo, alla mancata realizzazione degli interventi previsti nel piano d'emergenza covid. "Il manager ha deciso di non anticipare i fondi di bilancio per avviare i lavori, attendendo la nomina di Marsilio a commissario, a differenza delle altre Asl che, invece, si sono mosse prima e hanno già chiuso i cantieri. Col risultato che, oggi, in ospedale ci sono gli operai e sto pregando che sul nostro territorio non ci sia una recrudescenza di casi di contagio".
Dunque, D'Eramo ha ribadito che la Commissione d'inchiesta regionale "si farà, è il momento della responsabilità", annunciando, tra l'altro, una "interrogazione parlamentare al ministro della Salute Roberto Speranza" considerato pure che la Asl "pare abbia accumulato un debito di oltre 30 milioni di euro".
Anche Pietrucci si è scagliato contro Testa
Altrettanto duri gli interventi di Stefania Pezzopane che, d'altra parte, aveva già sottolineato le mancanze della Asl in una recente conferenza stampa, e del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. "Nell’arco di un solo anno, nel pieno di una pandemia disastrosa e senza precedenti, il manager si è preso la libertà – una 'libertà' che più propriamente andrebbe chiamata 'bizzarria' – di sostituire e nominare ben quattro Direttori sanitari, dimostrando incompetenza e insicurezza, con un atteggiamento irresponsabile che indebolisce l’intero sistema della salute pubblica del nostro territorio", la stoccata. "Un Direttore sanitario, soprattutto in 'tempi di guerra' come quelli che viviamo, ha responsabilità immense e delicatissime nel costruire strategie adeguate sul piano della prevenzione, degli approvvigionamenti, dell’insieme degli interventi organizzativi negli ospedali, nei presidi sanitari, nella medicina territoriale. Ciò che è accaduto è gravissimo", ha aggiunto Pietrucci.
"Nominare quattro Direttori sanitari in pochi mesi, e in piena emergenza, significa ogni volta cambiare impostazione o correggere l’indirizzo sanitario, significa dare input operativi sempre diversi, significa disorientare tutti (medici, infermieri, personale), ritardare procedure, ripartire ogni volta da capo. I professionisti chiamati - o meglio costretti - a succedersi l’un l’altro in questo importantissimo ruolo (che dobbiamo tutti ringraziare per l’impegno profuso) sono stati mortificati e frustrati nei loro sforzi. E l’intera struttura continuerà a sentirsi sotto il ricatto, la confusione e l’incertezza di incarichi ballerini. Per non parlare del modo in cui il manager subisce presumibilmente le pressioni politiche, si dimostra succube di una Regione incapace, e di come maldestramente gestisce sul suo patrimonio immobiliare in totale disprezzo del Comune dell’Aquila e degli interessi pubblici (esemplare è la vicenda dell’immobile ex Inam). Se serviva una ulteriore, ennesima prova di insipienza, ecco, il manager Testa ce l’ha fornita oggi. Invece di cambiare Direttori sanitari, basterebbe commissariare la Asl1".
Più chiaro di così.
Palumbo: "Altro che sanità, una resa dei conti tra forze di maggioranza"
Messe in fila le responsabilità del Direttore generale, innegabili, resta da capire che senso abbia avuto la seduta straordinaria odierna del Consiglio comunale. Davvero, se ne fatica a comprendere il senso considerato che, come detto, non si è giunti neppure all'approvazione di un provvedimento condiviso; e d'altra parte, lo ha ribadito il capogruppo dem Stefano Palumbo nel suo intervento, l'assise civica non ha alcuna competenza nel merito delle scelte del manager della Asl e della valutazione del suo operato che spetta al governo regionale.
"Di Consigli comunali ne sono stati convocati diversi, su richiesta delle opposizioni, nei momenti in cui ce n'era necessità, nel corso della prima ondata quando era importante capire come affrontare la pandemia - e come Pd avevamo approntato un odg che è stato cestinato ritenendo non utile che il Consiglio fornisse indirizzi e indicazioni - si è arrivati poi alla seconda ondata che ci ha travolto, contro il racconto che il centrodestra locale e regionale faceva a resistenza del 'governo cattivo che non capiva le esigenze del tessuto economico' e siamo arrivati al collasso del tessuto economico e sanitario. Come assise civica, abbiamo dato degli obiettivi, prima con un ordine del giorno puntuale e poi con un secondo passaggio doveroso di verifica. Oggi mi chiedo il senso di questa riunione: leggendo la cronaca degli ultimi giorni, va rinvenuta nell'improvvisa sterzata delle forze di maggioranza rispetto ad accadimenti che nulla hanno a che fare con l'emergenza sanitaria della città o con le misure necessarie a contenere la pandemia. Non si tratta di altro se non di un regolamento di conti tra le forze di centrodestra".
Ebbene, il guanto di sfida di Palumbo al centrodestra, "se volevate un regolamento di conti, perché non vi siete confrontati in Consiglio regionale? Non ho sentito parlare nessun consigliere regionale di maggioranza, eppure esercitano competenze dirette: non hanno davvero nulla da dire? Questo non è altro che l'ennesimo teatrino a cui ci avete tristemente abituato. Confrontantevi col presidente Marco Marsilio e l'assessora Nicoletta Verì che determinano le scelte. Testa lo avete indicato voi: i risultati che oggi contestate sono responsabilità anche vostra. E noi denunciamo queste criticità da mesi, nel silenzio di una maggioranza di governo regionale e comunale che ci accusava di strumentalizzare l'emergenza. Che cosa è accaduto ora? Evidentemente, sono mutati i rapporti in seno alla Asl che non rispondono più a determinati comandi. I problemi veri della sanità restano sullo sfondo del mero esercizio di potere, funzionale all'appartenenza politica".
Di Benedetto: "E' arrivato il momento della verità, l'amministrazione dovrà dimostrare quanto di buono ha prodotto"
A tirare le fila è stato Americo Di Benedetto. "Il Consiglio comunale straordinario e urgente dello scorso 4 novembre, convocato su nostro impulso, vista l’emergenza sanitaria ospedaliera e territoriale legata all'esplosione dei contagi, ha già trovato riscontro nel successivo Consiglio del 27 novembre ultimo scorso. E’ alquanto bizzarro constatare la coincidenza fra ciò che si sollevò in occasione del 4 novembre e quello che si è riproposto oggi nella relazione allegata all’atto di convocazione del Consiglio comunale. La domanda è questa: perché mai oggi si ripropone di approfondire le stesse tematiche già oggetto di un unanime Ordine del Giorno e di un successivo riscontro consiliare, quello del 27 novembre? Come mai nulla è stato detto allora su quanto si richiede ora? Cosa è cambiato oggi rispetto ad allora? Sono forse le diatribe interne per le nomine apicali della nostra Azienda Sanitaria?".
A pensare male è peccato, ma ci si azzecca quasi sempre.
Le scelte dei ruoli di rappresentanza, "che sia di Direttore generale della Asl o di Gran Sasso Acqua" la stoccata, è frutto di un "percorso fiduciario regionale e locale condiviso; di certo non si tratta di figure calate dalla luna, ma sono scelte accuratamente sulla base del sistema utilizzato dalle governance regionali e locali in carica. Di conseguenza, la tanto declamata etica politica dei nostri governanti, non è altro che un mero esercizio di stile e di circostanza: anche sentir dire dal Sindaco che in questa pandemia tutto ciò che ha funzionato è merito dell’Amministrazione comunale e che tutto ciò che non ha funzionato è demerito della Asl, va ben oltre quel limite della decenza che la politica non dovrebbe mai superare, soprattutto perché non si considera che la Asl è rappresentata non dal proprio Direttore generale bensì dalla forza lavoro apicale, da quel personale sanitario che, unitamente ai primari ospedalieri e ai medici del territorio, ha sempre messo l’anima e ha tanto fatto e continua a fare nonostante le evidenti difficoltà".
E se noi ci ritroviamo qui dove siamo - la presa di posizione di Americo Di Benedetto - "lo dobbiamo anche allo slogan dell’estate dove L’Aquila era “COVID FREE” e non lo ha detto certo il manager della Asl, motivo per cui un esame di coscienza e una valutazione di corresponsabilità rispetto a quello che è accaduto riteniamo si sia in dovere di fare. Torniamo a dire che la qualità della Sanità la fa sempre la qualità di chi ci lavora, non di certo la prossimità alla politica di chi la dirige".
In merito alle critiche rivolte o riferite alla carenza di strutture Covid dell'Ospedale San Salvatore, è bene non dimenticare come i maggiori investimenti sanitari siano stati fatti per il Covid Hospital di Pescara "dato che il Delta Medico dell’ Aquila - ha tenuto a precisare Di Benedetto - oggi utilizzato per assistenza covid, è frutto unicamente degli interventi post sisma 2009. Il paradosso della programmazione si sta, quindi, verificando con questo Governo regionale che, pur spendendo 11 milioni di euro, rende il Covid Hospital di Pescara idoneo solo per l’ordinario, se è vero come è vero che nelle ultime settimane il nosocomio aquilano ha dovuto accogliere ben 40 pazienti da lì provenienti (ben facendo, evidentemente)".
Un’altra critica storicizzata è proprio quella sulla proposta del San Salvatore come presidio DEA di secondo livello, "che questo Governo regionale ha offeso e vilipeso e assolutamente non difeso" lo schiaffo del consigliere regionale e comunale. "Basta guardare il Piano della rete Ospedaliera 2019-2021 proposto al Ministero che, carente della Tabella C per le Unità operative complesse, non fa altro che rendere lo stesso irricevibile; si badi bene che forse è meglio così perché nella pagina 51 di tale proposta viene giustificata una nuova Neurochirurgia a Teramo in deroga ai parametri, individuando questa necessità come superamento delle difficoltà di collegamento fra L’Aquila e Teramo ostacolate dal Gran Sasso, così negando ogni funzionalizzazione tra i due presidi ospedalieri e facendo perdere, di fatto, al nostro nosocomio la possibilità di spendersi realmente come DEA di II Livello".
A dire che ciò che il centrodestra denunciava in campagna elettorale, addossandone le colpe al centrosinistra, "si sta ingiustificatamente verificando grazie a questo governo regionale! Se vogliamo dare un senso all’odierno Consiglio straordinario, dovremmo chiedere alla Asl di occuparsi degnamente della campagna vaccinale anti-covid, cercando di evitare quegli errori che a suo tempo sono stati fatti per quella ordinaria, necessitando di un’organizzazione seria e dettagliata a tutto campo e piena dell’esperienza passata che non è colpa solo di uno, ma di tutti noi e di ciascuno. E lo chiediamo al nuovo Direttore Sanitario Dott. Mascitelli, che conosciamo come persona altamente qualificata, nei confronti del quale l’odierno benvenuto del Sindaco è di carattere meramente politico, dato che un primo cittadino non può accogliere senza il dovuto garbo istituzionale una nuova figura che professionalmente viene a lavorare nella nostra realtà e ritenerla responsabile di una mancata programmazione nella sua veste di Direttore generale della Agenzia sanitaria regionale, anche perché è stato dimostrato ampiamente che è l’esatto contrario".
Di Benedetto ha poi sottolineato come l'ordine del giorno sulla "paventata sfiducia alla nostra Asl (perché di questo si trattava) si è in un batter d’occhio volatilizzato, cosi come i componenti dell’assise comunale: noi de 'Il Passo Possibile' teniamo qui a comunicare pubblicamente che se tale documento fosse stato proposto sarebbe stato dal nostro gruppo, con tutta evidenza, sonoramente bocciato. E’ arrivato il momento della verità, fra un anno e poco più si tornerà a votare e l’Amministrazione in carica non si potrà riproporre per contestare ciò che gli altri non hanno fatto, ma dovrà portare all’attenzione dell’elettorato quanto di buono prodotto realmente negli ultimi anni, su cui ci sia consentito nutrire forti perplessità".