Sabato, 27 Febbraio 2021 15:49

L'Aquila: la 'fuga' di Vittorio Fabrizi e le beghe tra le forze di maggioranza

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Promoveatur ut amoveatur direbbero i latini, promuovere per rimuovere, sebbene le dimissioni dell'assessore comunale Vittorio Fabrizi vadano inquadrate in una cornice da Prima Repubblica; d'altra parte, i quattro anni di amministrazione Biondi sono pervasi da un fare politico da manuale Cencelli. 

Oltre le dichiarazioni di facciata, infatti, Fabrizi era da tempo nel mirino della costola di Fratelli d'Italia legata all'assessore regionale Guido Liris - parliamo dei consiglieri confluiti in Insieme per L'Aquila e poi approdati tra i meloniani - che chiedevano insistentemente una rappresentanza in Giunta. 

Il sindaco Pierluigi Biondi ha prima provato ad opporre resistenza, poi ha chiesto tempo per trovare una via d'uscita che non tagliasse la faccia all'ex dirigente comunale; infine, ha individuato una soluzione con la 'complicità' del presidente della Giunta regionale Marco Marsilio che, leggiamo dal comunicato stampa diffuso stamane, "in ragione delle sue indiscusse capacità", ha sottoposto il nome di Fabrizi "all’attenzione del commissario Giovanni Legnini che lo ha accolto immediatamente nella struttura commissariale che dirige".

Problema risolto, insomma.

Fabrizi avrà la possibilità di "esplorare altre strade professionali che probabilmente" - usiamo le sue parole - gli consentiranno "un'ulteriore crescita"; Biondi, invece, ha trovato il modo di fare spazio a Vito Colonna, il profilo indicato dalla corrente Liris, sminando le tensioni in maggioranza e costruendo la narrazione di un'amministrazione che "a malincuore" ha dovuto rinunciare "ad una professionalità di altissimo profilo", come se in questi mesi non si fosse consumato pubblicamente uno scontro politico sulla pelle di Fabrizi. E' andato persino oltre, il primo cittadino, sottolineando come per la città sia un "motivo d'orgoglio poter mettere a disposizione" delle comunità del centro Italia e della nazione "non solo un uomo e un tecnico straordinario ma anche l’enorme bagaglio di conoscenze acquisite in dodici anni dal sisma 2009: un’ulteriore riconoscimento del cammino intrapreso in questo territorio".

Lo storytelling - l'arte del narrare - è un'altra caratteristica dell'agire politico dell'attuale amministrazione comunale.

Più onesto il consigliere di maggioranza Roberto Jr Silveri che, su facebook, ha pubblicato un post piuttosto chiaro: "(Quasi) tutti sono utili, nessuno è indispensabile. State sereni".

Fuor di retorica, la verità è che la città perde un profilo di rilievo per beghe interne alla maggioranza: meno di due anni fa, il sindaco Biondi presentava Fabrizi come garante del cambio di passo promesso dal primo cittadino a valle del rimpasto di Giunta reso necessario dalla fuga di alcuni assessori su altri lidi. "E' il decano di questa Giunta, come conoscenza ed esperienza", spiegò il primo cittadino al momento di conferirgli l'incarico; "ho fatto a Fabrizi una corte spietata in questi mesi; prima, gli ho chiesto di restare al suo posto di dirigente, di 'rimandare' la pensione; poi, ho provato a proporgli di mettere in campo le sue competenze per l'Ufficio speciale prospettandogli anche la possibilità di fare il direttore tecnico per la Gran Sasso Acqua. E sempre mi ha ribadito la volontà di andare in pensione. L'altro giorno, quando ci siamo sentiti e mi sono accorto che traballava, mi sono subito infilato nella crepa che mi aveva fatto intravedere e sono riuscito ad affondare il colpo".

In pochi ci avrebbero scommesso, eppure Fabrizi aveva accettato la sfida di fare il salto dal ruolo di dirigente a quello di assessore; Biondi gli aveva affidato deleghe pesantissime, la ricostruzione privata oltre alle opere pubbliche e allo sport. 

Sono passati 23 mesi e l'ex dirigente comunale ha già lasciato l'incarico; in 23 mesi, non ha potuto certo incidere come avrebbe voluto se è vero che i tempi della pubblica amministrazione sono lunghi e le procedure farraginose: lascia alcuni dossier ancora aperti, come l'affidamento del complesso sportivo di Santa Barbara, le iniziative per L'Aquila città dello sport da organizzare, una ricostruzione privata che segna il passo, alcuni procedimenti da chiudere su opere pubbliche pure importanti. 

Di nuovo, a pagare lo scotto delle liti tra i partiti di centrodestra è la città che, in questi quattro anni, ha visto continui smottamenti in Giunta - dall'inizio del mandato, sono rimasti al loro posto soltanto Carla Mannetti e Francesco Bignotti - tra defenestramenti, fughe in Regione e in Parlamento, confronti aspri, revoche di incarichi e riappacificazioni armate, rimpasti e rimpastini. Col risultato che l'azione amministrativa è rimasta ingolfata, con alcuni assessorati costretti a ricominciare ogni volta da capo; se si aggiunge la 'fuga' di funzionari e dirigenti, si compone il quadro di un mandato di governo che non ha colto gli obiettivi promessi in campagna elettorale. 

Dover rinunciare a Vittorio Fabrizi ad un anno dalla fine della legislatura, considerate le pesanti deleghe detenute fino a ieri dall'ex dirigente, significa rassegnarsi a perdere altri mesi preziosi. L'Aquila, al contrario, avrebbe bisogno di efficienza e concretezza, oggi più che mai. 

Ultima modifica il Sabato, 27 Febbraio 2021 23:35

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