E' accaduto di nuovo: anche stamane, la maggioranza di centrodestra non ha avuto i numeri per approvare in Commissione Affari Istituzionali e Regolamenti la delibera per la costituzione della fondazione "Ferrante D'Aragona", il nuovo soggetto giuridico - di cui faranno parte Comune dell'Aquila, Gssi e Univaq - che gestirà l'omonimo collegio di merito.
Si è ripetuta la scena cui abbiamo assistito ieri pomeriggio in Commissione Politiche sociali, con Forza Italia che non ha partecipato al voto e Luciano Bontempo (Udc) che si è astenuto; d'altra parte, in mattinata il provvedimento era passato in Commissione Bilancio per la decisione di alcuni consiglieri di opposizione di restare in aula al momento del voto.
Come abbiamo spiegato ieri, il motivo del contendere non è amministrativo, non è in discussione, cioé, il merito della delibera illustrata dall'assessora Fausta Bergamotto, bensì il metodo con cui il provvedimento è arrivato all'attenzione dei consiglieri, contestato da Forza Italia e dalle opposizioni: entro il 15 marzo, infatti, bisogna sottoscrivere al notaio l'atto di nascita della fondazione, con il regolamento e lo statuto. E' una scadenza tassativa: non rispettarla significherebbe perdere il finanziamento (4,3 milioni di euro) accordato dal Cipe a valere sui fondi Restart; per questo, non c'è tempo per apportare modifiche alla delibera che, è stato ribadito stamane, è stata calata in Consiglio per una mera ratifica.
In particolare, viene ritenuto inaccettabile dalle opposizioni e dai forzisti che sia il sindaco Pierluigi Biondi ad indicare il vice presidente della fondazione, la nomina che spetta al Comune dell'Aquila, così come prevede la delibera: la richiesta è di emendare il provvedimento prevedendo che sia il Consiglio comunale ad esprimere il profilo ritenuto più idoneo. Tuttavia, modificare la delibera significherebbe costringere sia l'Università che il Gssi ad approvare di nuovo gli atti di costituzione della fondazione, così come modificati dal Consiglio: ed il tempo, come detto, stringe.
Vedremo se si troverà un punto di caduta in Consiglio comunale. E' evidente, però, che oltre le questioni di metodo, il nodo è politico.
A mettere a rischio un provvedimento importante per il rilancio della città, e condiviso nel merito dall'intero Consiglio comunale, sono le spaccature in seno alla maggioranza che hanno caratterizzato il mandato del sindaco Pierluigi Biondi: un infinito, sfiancante, gioco dell'oca, con la maggioranza che si ritrova sempre al punto di partenza; prima lo strappo della Lega, col bailamme intorno agli assessori del Carroccio tenuti fuori per 6 mesi; poi il fronte aperto da Fratelli d'Italia, o meglio dalla costola che fa riferimento all'assessore regionale Guido Liris, risolto con la nomina di Vito Colonna in Giunta; ora, la fronda di Forza Italia che non ha mandato giù le dimissioni imposte a Vittorio Fabrizi e, dunque, ha iniziato a fare ostruzionismo, come aveva fatto la Lega prima e come avevano fatto i Fratelli d'Italia poi.
Uno scontro continuo che sta frenando da mesi l'azione amministrativa. E a farne la spesa è la città.
Forza Italia è uscita ridimensionata dal lungo periodo di crisi, se è vero che la Lega, pur avendo aperto la crisi, ha visto riassegnare le deleghe ai suoi tre assessori e Fratelli d'Italia ha ottenuto persino un assessorato in più; gli azzurri si sono prima 'intestati' il vice sindaco Raffaele Daniele, per dare copertura politica al sindaco Pierluigi Biondi nel braccio di ferro col Carroccio, poi hanno posto il veto alla sostituzione di Vittorio Fabrizi con Vito Colonna, come chiedevano i meloniani, ma hanno dovuto assistere alle dimissioni 'pilotate' dell'ex dirigente comunale. "L’uscita dalla giunta di Fabrizi, la cui delega è la più importante e strategica all’interno dell’amministrazione, lascia interdetti", aveva tuonato ieri il capogruppo forzista Giorgio De Matteis; "le motivazioni addotte sul cambio di assessore risultano poco credibili e lasciano pensare al classico promoveatur ut amoveatur; tale decisione, che non è stata comunicata a nessun componente della coalizione di maggioranza, lascia molti dubbi ed impone, da parte nostra, una profonda riflessione in merito al governo del capoluogo sull’oggi ma soprattutto sul domani".
Ebbene, la "riflessione" è iniziata ed ora Forza Italia intende 'misurare' il peso politico del suo gruppo consiliare, determinante per gli equilibri della maggioranza di centrodestra. Così vanno letti i messaggi inviati in queste ore.