Giovedì, 04 Marzo 2021 17:18

L'Aquila: la deriva morale di una maggioranza allo sbando

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E' accaduto di nuovo, per la terza volta in poche ore: anche oggi pomeriggio, la maggioranza di centrodestra non ha avuto i numeri per dare il via libera in Commissione Politiche sociali alla delibera per la costituzione della fondazione "Ferrante D'Aragona", il nuovo soggetto giuridico - di cui faranno parte Comune dell'Aquila, Gssi e Univaq - che dovrebbe gestire l'omonimo collegio di merito.

Si è ripetuta la scena cui abbiamo assistito martedì pomeriggio, e sempre in III Commissione, e ieri mattina, in Commissione Affari Istituzionali e Regolamenticon Forza Italia che non ha partecipato al voto e altri esponenti di maggioranza che si sono astenuti; d'altra parte, nella mattinata di martedì il provvedimento era passato in Commissione Bilancio soltanto per la decisione di alcuni consiglieri di opposizione di restare in aula al momento del voto.

Tra l'altro, non era affatto necessario convocare di nuovo la Commissione Politiche sociali considerato che, pur non avendo avuto il via libera della III e della IV assise, la delibera era stata già posta all'ordine del giorno del Consiglio comunale di martedì 9 marzo; è lecito pensare che la presidente Chiara Mancinelli, esponente di Forza Italia, su spinta del partito abbia deciso di riunire ugualmente l'assemblea per mandare un messaggio politico, l'ennesimo, al sindaco Pierluigi Biondi. Tant'è vero che la discussione sul provvedimento è stata data per acquisita - l'assessora Fausta Bergamotto ha ampiamente illustrato la delibera nelle precedenti Commissioni - e si è proceduto direttamente con il voto.

Pochi minuti, l'ennesimo teatrino inscenato a danno del bilancio del Comune e, dunque, degli aquilani: i consiglieri, infatti, hanno regolarmente incassato il gettore di presenza. E' accettabile che si riuniscano Commissioni, pagate dai contribuenti, per consumare scontri tra maggioranza? 

Fino a quando dovremo sopportare certi spettacoli indecenti?

Come abbiamo spiegato ampiamente, il motivo del contendere non è la delibera per la costituzione della fondazione "Ferrante d'Aragona"; non è in discussione, cioé, il merito del provvedimento, sebbene siano state sollevate perplessità sulla norma che prevede sia il sindaco a nominare il vice presidente della fondazione e non il Consiglio comunale che pure detiene la delega al patrimonio.

E' vero, la delibera è arrivata all'attenzione dei consiglieri fuori tempo massimo, con scarso rispetto per l'assise civica: entro il 15 marzo, infatti, bisogna sottoscrivere al notaio l'atto di nascita della fondazione, con il regolamento e lo statuto; è una scadenza tassativa: non rispettarla significherebbe perdere il finanziamento (4,3 milioni di euro) accordato dal Cipe a valere sui fondi Restart. Per questo, non si sta dando tempo ai consiglieri per apportare modifiche alla delibera che, di fatto, è stata calata in Consiglio per una mera ratifica. E' chiaro, però, che oltre le questioni di metodo, il nodo è squisitamente politico, considerato pure che parliamo di un provvedimento condiviso, nei suoi propositi, da maggioranza e opposizione e che può rappresentare una leva importante per il rilancio dell'Aquila come città della ricerca e dell'alta formazione.

A prevalere sono le spaccature in seno alla maggioranza che hanno caratterizzato il mandato del sindaco Pierluigi Biondi sin dai primi mesi: un infinito, sfiancante, gioco dell'oca, con la maggioranza che si ritrova sempre al punto di partenza; prima lo strappo della Lega, col bailamme intorno agli assessori del Carroccio tenuti fuori per 6 mesi; poi il fronte aperto da Fratelli d'Italia, o meglio dalla costola che fa riferimento all'assessore regionale Guido Liris, risolto con la nomina di Vito Colonna in Giunta; ora, la fronda di Forza Italia che non ha mandato giù le dimissioni imposte a Vittorio Fabrizi e, dunque, ha iniziato a fare ostruzionismo, come aveva fatto la Lega prima e come avevano fatto i Fratelli d'Italia poi. 

Ma c'erano state altre crisi, altre tensioni in uno scontro continuo che ha segnato l'azione amministrativa in questi anni.

E adesso la deriva è persino morale.

Stamane abbiamo assistito attoniti, in Commissione Gestione del territorio, ad un soggetto estraneo al Consiglio comunale che su piattaforma digitale - e la voce davvero non tradiva - ha risposto all'appello e votato sui primi due provvedimenti in esame al posto di un consigliere di maggioranza eletto, riapparso soltanto per l'ultimo punto all'ordine del giorno. Una vicenda gravissima che, tecnicamente, avrebbe dovuto inficiare i lavori della Commissione; al contrario, a parte il consigliere Stefano Palumbo nessun altro sembra essersi accorto di ciò che stava accadendo.

Che rispetto si mostra, così, dell'Istituzione e dei cittadini che hanno delegato, col loro voto, i consiglieri a rappresentarli nel governo della città? 

D'altra parte, poco prima - in Commissione Garanzia - un altro consigliere di maggioranza si era 'scaldato' chiedendo chiarimenti all'avvocatura comunale sul ricorso in merito all'affidamento della progettazione delle opere di riqualificazione di Porta Barete presentato da un gruppo di professionisti che aveva partecipato alla gara: un intervento 'appassionato', che ha colpito per la sua intensità, dovuta, però, al fatto che c'è un interesse diretto, e particolare del consigliere affinché si proceda alla conferma dell'affidamento. 

Alla faccia dei 'conflitti d'interesse', grandi e piccoli, che non si sono mai rivelati un problema per la maggioranza alla guida della città, come dimostrano discutibili nomine a tutti i livelli.

Niente di cui meravigliarsi, se è vero che, tempo fa, un altro consigliere di maggioranza si era battuto per liberare una piazza cittadina, una in particolare, dai mezzi pesanti della ricostruzione: guarda caso, la piazza su cui affaccia la sua abitazione. Se prima si poteva parlare di consiglieri 'frazionisti', che anteponevano gli interessi generali a quelli particolari del loro territorio d'elezione - ricorderete le battaglie in fase d'approvazione del bilancio per strappare un finanziamento per la fontanella di Aragno, piuttosto che di Collebrincioni o San Giacomo - oggi siamo arrivati all'interesse squisitamente personale.

Dei problemi che soffocano la città, invece, non si discute: si pensi che due giorni fa, nel corso di una Commissione Politiche sociali convocata per audire don Dante Di Nardo della Caritas diocesana, l'assessore con delega alle Politiche sociali non c'era per impegni di lavoro. E sebbene don Dante abbia fornito numeri spaventosi, chiarendo che, dall'inizio dell'emergenza covid, in città sono triplicate le famiglie che non ce la fanno a mettere insieme il pranzo con la cena, nessun esponente della maggioranza ha ritenuto di dover intervenire. 

Ultima modifica il Giovedì, 04 Marzo 2021 20:33

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