Nel fine settimana del 27 e 28 febbraio, nel pieno rispetto delle precauzioni antiCovid (mascherine, gel igienizzante e corretto distanziamento), al tavolo allestito nel cuore della città tantissime ragazze e ragazzi, persone di ogni età e professione, coppie o intere famiglie si sono iscritte all’ANPI e hanno sottoscritto la proposta di legge contro la propaganda nazifascista.
"Solo dopo aver raccolto i dati dei tesserati, ci siamo resi conto della cosa straordinaria che era successa: in appena quattro ore ai Quattro Cantoni, l’ANPI dell’Aquila aveva raccolto 187 iscrizioni!", si legge in una nota.
Ma "la cosa emozionante, ben oltre i numeri, è stato il clima che abbiamo trovato: l’entusiasmo di tanti giovani, la voglia di identificarsi con un progetto fatto di storia e di futuro, il coraggio di esporsi, la rabbia per le cose ingiuste che accadono, la voglia, anzi l’orgoglio di schierarsi con l’antifascismo. Forse anche il bisogno di trovare nella nostra associazione una sponda affidabile e sicura in questo clima generale di incertezza e confusione per colpa della pandemia ma non solo".
Tutto questo si è sentito, come un fiume in piena, in due bellissime giornate di sole (anche la fortuna ci vuole in certi casi) e di gioia collettiva. "In questa maledetta pandemia, potersi ritrovare o salutare a distanza, rivedere per un istante persone amiche, incontrare gente nuova con cui avvertire un comune sentire di valori democratici, ha avuto un effetto rigenerante e di fiducia. A completare il quadro, ci sono stati i messaggi e le telefonate di chi si scusava per non poter venire, si giustificava, chiedeva come recuperare l’occasione, quando potersi vedere per fare la tessera. Qualcuno dai paesi vicini ha chiesto di riceverla per posta e di pagarla col bonifico. Una cosa mai vista".
Per essere chiari, dei 187 iscritti e iscritte, ben 104 sono coloro che si sono iscritti all’ANPI per la prima volta. "Molti di loro sono persone conosciute e già impegnate nel volontariato o nell’associazionismo. Ma moltissimi altri erano ragazze 'sconosciute', ragazzi incrociati per la prima volta. Presi dall’entusiasmo – lo confessiamo – in due occasioni abbiamo trasgredito lo Statuto e, su richiesta dei genitori, abbiamo dato la tessera anche ad Alma e Alice due bambine di pochi mesi. Non le considereremo come neo-iscritte, ovviamente: e saranno loro da grandi a decidere se e come impegnarsi nella vita civile. Ma in quel momento non abbiamo saputo resistere: avevamo appena consegnato la tessera a Gigetto Rotondi (90 anni), Edgardo Cappelletti Zirilli (93 anni) e Vittorio Agnelli (95 anni). E ci è sembrato bello e originale costruire questo simbolico ponte tra generazioni lontane quasi un secolo".
La tessera dell’ANPI del 2021, disegnata da Mario Biani e dedicata alle donne partigiane
Ma, detto tutto ciò, in questo breve resoconto c’è qualcosa di più profondo da comprendere e analizzare. "Ed è la ragione per cui l’Anpi riesce ad essere così attrattiva, a calamitare un bisogno di partecipazione e di identità, ad offrire a tante persone il piacere e la soddisfazione di sentirsi parte di una comunità fondata sui principi costituzionali di democrazia, libertà, uguaglianza e antifascismo. Questa esigenza travalica le appartenenze politiche e culturali. Anzi, le unifica nel bisogno di sentirsi utili agli altri, di affermare l’uguaglianza e la solidarietà senza timidezza o vergogna".
E’ la voglia di sentirsi “maggioranza” – una maggioranza dal profilo limpido, coerente, generoso – in questo paese in difficoltà e in questo frangente storico dai contorni indistinti.
"Ecco, pensiamo che chi sceglie l’ANPI, e lo fa con fierezza, cerca il modo per rimettere qualche punto fermo nella propria coscienza personale e nella vita collettiva, prova a costruire il presente (e poi il futuro) ripartendo da radici solide e da valori fondanti, come quelli della nostra Costituzione che ha 73 anni ma resta giovanissima e attuale ancora adesso. In questo gesto, c’è la voglia di non cedere alle rinunce, all’egoismo, all’indifferenza e magari c’è la possibilità di sentirsi – con quella tessera in tasca – un po’ più forti perché un po’ meno soli. Non vogliamo cedere, però, alla retorica consolatoria. Perché sappiamo che non basta avere una tessera, non bastano l’indignazione o un gesto di testimonianza per cambiare le cose. Ci vuole molto, molto di più: ci vuole un impegno quotidiano di sentimenti e di scelte. Perché alle persone che stanno male, senza lavoro, senza prospettive, senza una vera libertà di vita, afflitte da paure ed angosce, non si può offrire solo la memoria gloriosa della Resistenza o la prospettiva di chissà quale riscatto futuro. Alle persone in difficoltà vanno offerte idee giuste, risposte dignitose, occasioni collettive per conquistare diritti e doveri".
In una parola, va offerta a tutti una speranza. "E uno strumento di impegno civile e di lotta. L’ANPI è una piccola, gloriosa associazione. E farà sempre più la sua parte perché è contro la povertà e l’ingiustizia che si esprime oggi la nuova, moderna Resistenza. Ma solo se tanti altri sceglieranno questa missione e si uniranno in un impegno comune contro la disuguaglianza, l’esclusione e l’odio, solo così – come fecero le partigiane e i partigiani – la sfida del futuro potrà essere vinta".