"Una sfida straordinaria ed epocale, che dovrà in pochi anni cambiare tutto il sistema Paese" è quella indicata dal capo del Governo, Mario Draghi, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza appena approvato alla Camera.
"Una sfida sulla quale, ovunque, ci si interroga e ci si confronta con l’obiettivo di farsi trovare pronti con idee e progetti capaci di cogliere le opportunità che il piano promette di offrire. Ovunque tranne all’Aquila - l'affondo del capogruppo Pd in Consiglio comunale, Stefano Palumbo - una città dove il confronto per il rinnovo del consiglio comunale, fissato nel 2022, sembra avviato purtroppo su tutt’altri binari. Una realtà sconfortante e allo stesso tempo paradossale se si tiene conto dei vari dossier stilati dopo il terremoto del 2009 per la definizione di una strategia di rilancio socioeconomico che nello studio OCSE ha trovato la sua principale cornice".
Un’esperienza che rappresenterebbe un indubbio vantaggio, una base di partenza in termini di visione, programmazione e sperimentazione sul campo che altri territori non hanno; "un lavoro rispetto al quale, però, a 12 anni dal sisma del 2009, nessuno ha ritenuto utile tracciare almeno un bilancio per analizzare cosa ha funzionato e cosa no, per misurare l’incidenza degli ingenti investimenti fatti a valere dei fondi del 4% e aggiustare eventualmente il tiro rispetto agli oltre 100 milioni ancora da programmare", aggiunge Palumbo.
A Teramo, intanto, l’amministrazione comunale ha costruito una piattaforma internet dedicata alla raccolta delle idee progettuali proposte da Enti, Associazioni ed Istituti all’interno delle 6 missioni previste dal PNRR, con ben 150 proposte pervenute; "da noi, invece, si preferisce semplicemente non parlarne, pronti, c’è da scommetterci, a recriminare in futuro sulle opportunità che altri territori sapranno cogliere, proprio noi che, in virtù del ruolo di capoluogo (troppo spesso rivendicato ma quasi mai esercitato) e del background acquisito in questi anni, dovremmo essere invece alla guida di un processo di rilancio regionale".
Il potenziamento dei collegamenti infrastrutturali, una nuova vita per i borghi delle aree interne, la valorizzazione del nostro patrimonio ambientale e culturale, gli investimenti sulla trasformazione digitale, sul trasferimento tecnologico alle aziende, sulla transizione energetica, sulle infrastrutture sociali, sulla telemedicina, le opportunità di lavoro derivanti dalla cura e dalla messa in sicurezza del territorio, le misure finalizzate all’inclusione e alla coesione: "ci sarebbero decine di argomenti su cui aprire un dibattito, misurare le proprie idee e delineare gli ambiti su cui indirizzare gli investimenti. Diverse realtà imprenditoriali si sono già messe in moto, pronte ad essere protagoniste di una sfida che, in assenza di una pari reattività della macchina pubblica e delle autonomie locali, rischia di trasformarsi in un capolavoro del neoliberismo, come alcuni auspicano, piuttosto che una grande opportunità di riscatto rivolta alle nuove generazioni. Mai come in questo momento dimostrarsi all’altezza è un obbligo".