"Da attacchi al vetriolo al silenzio assordante. E’ davvero singolare il mutamento di atteggiamento del sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, nei confronti del manager Asl, Roberto Testa".
A lanciare la stoccata era stato il coordinatore regionale della Lega, il deputato Luigi D’Eramo, che in una nota aveva paventato "un accordo di natura politica; continuiamo ad assistere quotidianamente a disagi e disservizi: gli ultimi, in ordine di tempo, riguardano i ritardi per l’effettuazione dei tamponi anti-Covid, con un macchinario, quello dell’ospedale di Avezzano, che continua a funzionare a mezzo servizio e costringe a inviare i campioni all’Aquila, con notevoli difficoltà anche per quanto riguarda i ricoveri", aveva sottolineato D'Eramo. "Come se non bastasse, negli ultimi giorni ci sono state criticità anche per quanto riguarda le vaccinazioni, con scarsità di dosi disponibili che hanno costretto tanti anziani a lunghe attese e molte persone a rinviare il proprio appuntamento. Ora, al cospetto di tutto questo – aveva ribadito D’Eramo - viene da chiedersi come mai il sindaco di Pangrazio, che è stato uno dei più acerrimi contestatori del manager Testa, si sia ritirato in buon ordine, accettando passivamente che cittadini marsicani subiscano una simile condizione. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca e allora viene da pensare che tra il manager Testa e il sindaco Di Pangrazio sia intervenuto un accordo di natura politica che i due farebbero bene a esplicitare: la gestione della sanità pubblica non ammette ombre di nessun genere".
La replica del sindaco di Avezzano non si è fatta attendere; Di Pangrazio ha sottolineato come D'Eramo sia "ossessionato" dal manager Asl, impegnato in una "sconclusionata e poco chiara crociata".
"Oggi più che mai - ha aggiunto Di Pangrazio - si palesa che questa stramba strategia serve solo per gettare fumo negli occhi e coprire i nuovi tagli del Piano sanitario sulle reti ospedaliere, messo in agenda dall’assessorato a guida Lega. Che la sanità nella Marsica stia messa male, lo diciamo da tempo, senza tema di smentita. D’Eramo e i leghisti, invece, sembrano averlo scoperto soltanto dopo la nomina del nuovo direttore sanitario, stavolta non di osservanza leghista, proprio mentre la Regione si appresta a servire un altro piattino 'avvelenato' ai cittadini avezzanesi e marsicani: le nuove spoliazioni previste nel piano di riordino della rete sanitaria che colpiranno gli ospedali di Avezzano, Tagliacozzo e Pescina", l'affondo.
Di Pangrazio ha inteso ricordare a D'Eramo che, "sin dall’inizio del mandato, nelle fasi più drammatiche della pandemia, per le disfunzioni e il mal funzionamento della sanità nella Marsica, il sottoscritto, insieme ai colleghi sindaci, ha chiesto il commissariamento della Asl o l’affiancamento del Manager, allora difeso a spada tratta dalla Regione a trazione leghista. E’ veramente singolare che, con la situazione di pericolo incombente sulla testa dei cittadini marsicani e abruzzesi, l’azionista di maggioranza della Regione, invece di concentrarsi sull’emergenza pandemica, si lanci in fantasiosi, quanto inconsistenti teoremi su presunti rapporti politici tra un manager e un sindaco civico. È vero che la sanità, nonostante qualche passo in avanti ottenuto grazie alla pressante azione dei sindaci, ancora va male, ma D'Eramo non può pensare di scaricare le colpe soltanto su chi gestisce la Asl, ovvero sul manager, facendo finta di dimenticare chi ha deciso la sua nomina. Ora, se vogliono, come lo hanno nominato possono revocarlo, assumendosene la piena responsabilità: ma la sanità marsicana non si tocca, perché non è merce di scambio".
"Vorrei dare un consiglio a D’Eramo", ha aggiunto Di Pangrazio: "se vuole veramente che il manager della Asl venga rimosso, dovrebbe avere in rubrica i numeri di telefono di quelli che lo hanno nominato, ma faccia attenzione perché a squillare potrebbe essere proprio il suo cellulare. Non si può chiedere che i gestori vengano esautorati, lasciando al loro posto chi li ha scelti, ovvero la Regione e l’assessorato alla sanità a stampo leghista. Appare quindi a dir poco singolare che la Lega continui a criticare il governo di cui è l’azionista di maggioranza, facendo venire il dubbio che la critica non sia di natura politica ma un fatto personale con il manager Testa. Non si capisce neanche perché D’Eramo, nella sua crociata, continui a chiedere sponda al sottoscritto quando potrebbe trovare un sostegno dal collega dell’Aquila, Pierluigi Biondi, suo alleato di governo, nonché presidente del comitato ristretto dei sindaci della Asl che, a quando mi risulta, non ha mai detto nulla sul manager Testa. D’Eramo, comunque, stia tranquillo: quando avremo messo in sicurezza i nostri cittadini, vaccinandoli, ci sarà tempo e modo per fare un’analisi sulla questione sanità dando nome e cognome ai responsabili dello sfascio".