Dopo mesi di scontri e tentativi di confronti, approda in Consiglio regionale la proposta di legge sulla “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini” approvata dalla Giunta con DGR n. 333C del 15 giugno 2020.
E si preannuncia una assise piuttosto tesa: sulle barricate i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci, che avrebbe depositato quasi 4 mila emendamenti ostruzionistici, e il collega pentastellato Giorgio Fedele che ne ha annunciati migliaia. "Siamo pronti ad impedire a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia di tagliare dal Parco Sirente Velino un’area verde di migliaia di ettari, habitat di centinaia di specie e fonte indispensabile di biodiversità", le parole di Fedele. "Ripresenteremo tutte le nostre proposte per migliorare un testo che, così come presentato dal centrodestra, è inaccettabile", ha aggiunto il consigliere regionale 5 stelle. "La Giunta del Presidente Marsilio ha imposto all’intero Abruzzo una vera e propria mutilazione del parco, ignorando ogni logica di buonsenso e le regole che disciplinano i lavori del Consiglio".
In effetti, le proposte che verranno riproposte in Consiglio erano già state depositate in seconda commissione: tuttavia, "l’Assessore Imprudente le ha bypassate con una forzatura del regolamento, probabilmente al solo fine di zittire le opposizioni e le voci delle migliaia di cittadini che nel parco vedono una risorsa e un patrimonio da tutelare e valorizzare. Se domani la legge sul Parco dovesse passare così come ci è stata propinata, il centrodestra si confermerebbe una sciagura per la nostra regione verde e per tutto il territorio delle aree montane".
La proposta prevede, oltre ad una revisione dell’articolato della disciplina del Parco, anche la riduzione del perimetro dello stesso di circa 8000 ettari, in particolare nella magnifica Valle Subequana.
In un momento in cui si discute di transizione ecologica, di turismo lento, di riscoperta dei borghi montani che vengono scelti da famiglie e lavoratori a distanza per ritagliarsi un periodo più o meno lungo di 'respiro' lontano dalle grandi città soffocate dalla pandemia, Regione Abruzzo - in perfetta controtendenza - decide di tagliare il suo unico parco regionale, sorda alle migliaia di firme raccolte dai cittadini per chiedere di evitare un tale scempio, all'appello di 50 intellettuali di ogni parte d'Italia, al grido d'allarme delle associazioni ambientaliste che si stanno battendo da anni per il rilancio dell'area protetta.
E questo accade in un'area, quella Subequana, tra le più depresse della regione, in via di spopolamento, e senza alcuna prospettiva di rilancio futuro se non puntando sulle ricchezze naturalistiche.
In questi mesi, si è riusciti a 'salvare' soltanto una porzione di territorio ricadente nei confini del Comune di Tione degli Abruzzi; con deliberazione del 28 ottobre scorso, infatti, l'amministrazione guidata dalla sindaca Stefania Mariani ha chiesto e ottenuto dalla Regione di non ridurre il territorio protetto che insiste sui propri confini amministrativi, ritirando la delibera che era stata assunta dalla passata amministrazione. Altro non si è riusciti ad ottenere.
Eppure, si era aperto un tavolo di confronto in Regione: le associazioni ambientaliste avevano portato all'attenzione dell'esecutivo un dettagliato piano di rilancio del Parco che prevedeva, tra l'altro, l'uscita dal commissariamento e la nomina di figure apicali di alto profilo culturale, espressione del mondo accademico, della ricerca scientifica, con conoscenza e competenza nel campo della conservazione della natura; l'approvazione del Piano del Parco, strumento fondamentale per intervenire sul territorio anche con azioni di promozione e incentivazione; l'individuazione e l'istituzione delle "aree contigue" allo scopo di dare un segnale ai cacciatori residenti nell'area, riconoscendo la loro presenza storica e il loro ruolo nelle montagne marsicane, peligne e vestine.
D'altra parte, l'area protetta non è mai stata messa nelle condizioni di poter funzionare per responsabilità della stessa Regione che, oggi, per risolvere i problemi e dare un "contentino" ad alcuni sindaci della valle Subequana che, è stato ribadito, sono rappresentanti delle istanze dei cittadini, ha deciso di tagliare di nuovo migliaia di ettari di Parco, come era già accaduto nel 1998, nel 2000 e nel 2011, col solo risultato di produrre un perimetro poco funzionale alla continuità ambientale.
E la situazione peggiorerà se il provvedimento verrà approvato in via definitiva dal Consiglio regionale, considerato che non c'è alcuno studio scientifico alla base della riperimetrazione, soltanto la volontà di alcuni sindaci che hanno tracciato una linea sulla cartina dell'area protetta.