Sarà discusso il prossimo 24 maggio il ricorso del Governo che, con una lunga e dettagliata argomentazione, aveva impugnato la legge della Regione Abruzzo n. 14 del 08/06/2021, quella che aveva tagliato il Parco Regionale Sirente-Velino.
Il WWF, dopo la pubblicazione della legge regionale, aveva presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Ambiente (oggi Transizione Ecologica) la richiesta di impugnativa sollevando diverse questioni, in particolare il contrasto tra la norma regionale e l’art. 117 della Costituzione, per il fatto che la riperimetrazione attuata andasse a compromettere “il nucleo minimo di salvaguardia del patrimonio naturale” richiesto dalla normativa nazionale.
Molte altre sono le criticità che l’articolato testo dell’impugnativa solleva e sottolinea: il contrasto con la legge quadro sulle aree protette, il mancato rispetto degli obiettivi fissati dalla Strategia europea per la biodiversità 2030 riguardo alla quantificazione della superfice protetta, la variazione dei confini effettuata senza la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali, il contrasto con le direttive europee che riconoscono tutta l'area quale zona di protezione speciale della Rete Natura 2000 della UE, con conseguente rischio di contestazioni in sede comunitaria, il contrasto con la disciplina statale di riferimento per la protezione degli habitat naturali, la violazione della competenza legislativa esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, la denunciata sottrazione alla tutela paesaggistica di territori prima compresi nel parco, l’abbassamento dei livelli di tutela del paesaggio e la lesione dello standard minimo di tutela del patrimonio ambientale… per citarne alcune.
Il WWF, insieme alle altre Associazioni che si sono mobilitate per la difesa del territorio del Parco Regionale Sirente-Velino, aveva chiesto più volte alla Regione Abruzzo di riflettere su un provvedimento sbagliato frutto di una visione miope e localistica che non ha senso a fronte della conservazione della natura, bene comune che riguarda l’intera collettività regionale e nazionale.
Le Regioni possono attuare sul proprio territorio maggiori livelli di tutela, ma non certo derogare alla legislazione statale e sovranazionale. Le Associazioni da sempre chiedono, inascoltate, al governo regionale un confronto aperto sulla questione del Parco per evitare che le sorti del territorio siano decise su altri tavoli di discussione.
"Attenderemo con fiducia il pronunciamento della Corte Costituzionale - dichiara Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo - ma duole constatare che la giunta Marsilio non sia voluta tornare indietro sulla scelta della riduzione dell’unico parco regionale, nonostante le iniziative messe in campo dalle Associazioni e le richieste di una parte del territorio. Non sono bastate le 125.000 firme sulla petizione online, né l’appello sottoscritto da 50 personalità del mondo della ricerca e della cultura, né la costituzione di un comitato locale di cittadini sorto a difesa del Parco e neppure il primo intervento del Consiglio dei Ministri a fermare le decisioni della Giunta Marsilio che ha scelto la strada del taglio e della modifica normativa senza ascoltare il mondo ambientalista e tutte le voci del territorio".