Lunedì, 24 Maggio 2021 12:00

Verso il 2022: Biondi, la ricandidatura non scontata e la guerra della Asl

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In queste ore, la pagina facebook ‘Biondi Indaco’ ha ironizzato sulla fotografia scattata al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi mentre acquistava pannolini per suo figlio, pubblicata sui social del primo cittadino: “Da settimane ormai c'è una persona non meglio identificata che lo segue dovunque con l'intento di fargli le foto in ogni singolo momento della sua vita. Questo miei cari concittadini si chiama stalking, ed ha conseguenze molto serie sulla vita di chi lo subisce”.

Oltre la satira, è chiaro che sia in corso una ‘campagna social’ tesa a rispolverare l’immagine di Biondi e ciò avviene ad un anno dalle elezioni amministrative, con la campagna elettorale che, di fatto, è già cominciata.

E’ curioso, però, che proprio in questi giorni si stiano facendo più insistenti le voci che vorrebbero un passo indietro del primo cittadino che, a quanto trapela da Palazzo Fibbioni, starebbe seriamente valutando l’ipotesi di non ricandidarsi a sindaco della città per giocarsi le possibilità di elezione in Parlamento, nel 2023 se si arriverà a fine legislatura o un anno prima, se Mario Draghi dovesse lasciare Palazzo Chigi per ‘salire’ al Quirinale.

Voci dicevamo, che trovano diverse conferme però: Biondi avrebbe un ‘asso nella manica’, un candidato (o una candidata?) a sindaco che giudicherebbe vincente e di cui avrebbe già parlato alla segretaria nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Un profilo forte che consentirebbe al primo cittadino di sciogliere le riserve del partito, che ovviamente non vuole ‘perdere’ il capoluogo di una Regione a forte trazione meloniana, con la promessa di essere comunque in campo, candidato ‘di servizio’ a Consigliere comunale a capo di una lista che Biondi starebbe già preparando e che arricchirebbe la coalizione di centrodestra.

In cambio, il sindaco uscente vorrebbe avere un seggio sicuro alla Camera dei Deputati.

Questo lo scenario.

E' chiaro che le forze di coalizione potrebbero mettersi di traverso, rivendicando per sé la candidatura a sindaco se Biondi dovesse davvero farsi da parte; sta di fatto che, a leggerla così, la campagna social di questi giorni troverebbe un senso rinnovato.

D’altra parte, in questi anni Biondi non ha mai smesso di svolgere un ruolo politico forte, accanto a quello amministrativo, come segretario provinciale di Fratelli d’Italia; si pensi alla Carta dell’Aquila, presentata a Palazzo Fibbioni con alcuni sindaci del territorio, si pensi al ruolo ‘attivo’ giocato dal sindaco del capoluogo alle recenti elezioni amministrative del circondario e nel ridisegno della governance della ricostruzione del cratere 2009, si pensi al modo in cui ha affrontato la pandemia da presidente del Comitato ristretto dei sindaci della Asl 1, con l’ultimo endorsement dei sindaci della comunità montana 'Montagna di L’Aquila' che, per voce del presidente Paolo Federico, hanno ringraziato Biondi per la battaglia a sostegno delle richieste delle comunità più marginali che hanno chiesto, ed ottenuto, una campagna vaccinale a tappeto sui territori.

Insomma, Biondi in questi anni ha costruito una rete di relazioni che potrebbe agevolarlo nella corsa al Parlamento. E non è affatto un caso che i malumori in seno alla maggioranza in Consiglio comunale siano dovuti, anche, alla sensazione che il primo cittadino stia pensando alla sua ‘carriera politica’ più che alle elezioni amministrative della prossima primavera.

Una strategia, quella di Biondi, che va ad intrecciarsi con la ‘guerra tra bande’ che si sta combattendo intorno alla governance della Asl 1. Il governatore Marco Marsilio ha avviato l’iter di contestazione dell’operato del manager Roberto Testa, voluto proprio da Fratelli d’Italia in una precisa filiera politica che porta fino alla segreteria nazionale del partito; l’obiettivo è arrivare alla revoca anticipata dell’incarico, una procedura che, tuttavia, è piuttosto complessa considerato che il contratto del Direttore generale è quasi blindato.

Non solo.

Testa, finito nel mirino anche della Lega oltre che del presidente della Giunta regionale, non ha alcuna intenzione di fare passi indietro e in questa ‘guerra’ di logoramento, in corso da mesi, avrebbe trovato l’appoggio del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, e dello stesso Pierluigi Biondi che, da tempo, è in rotta di collisione con Marsilio e che, in questo modo, starebbe costruendo un asse con i sindaci della Marsica.

Non è un caso che, nei giorni scorsi, il segretario regionale della Lega, il deputato Luigi D’Eramo, ai ferri corti con Biondi da inizio legislatura, abbia attaccato frontalmente Di Pangrazio: "Da attacchi al vetriolo al silenzio assordante. E’ davvero singolare il mutamento di atteggiamento del sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, nei confronti del manager Asl, Roberto Testa", l’affondo di D’Eramo; che ha aggiunto: "viene da chiedersi come mai il sindaco Di Pangrazio, che è stato uno dei più acerrimi contestatori del manager Testa, si sia ritirato in buon ordine, accettando passivamente che cittadini marsicani subiscano una simile condizione. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca e allora viene da pensare che tra il manager Testa e il sindaco Di Pangrazio sia intervenuto un accordo di natura politica".

A stretto giro la replica del sindaco di Avezzano: "Appare a dir poco singolare che la Lega continui a criticare il governo di cui è azionista di maggioranza, facendo venire il dubbio che la critica non sia di natura politica ma un fatto personale con il manager Testa. Non si capisce neanche perché D’Eramo, nella sua crociata, continui a chiedere sponda al sottoscritto quando potrebbe trovare un sostegno dal collega dell’Aquila, Pierluigi Biondi, suo alleato di governo, nonché presidente del comitato ristretto dei sindaci della Asl che, a quando mi risulta, non ha mai detto nulla sul manager Testa".

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