"Non è edificante leggere le parole sprezzanti che il primo cittadino ha riservato a Raffaele Colapietra sulle pagine del Centro e non solo per il rispetto che si dovrebbe a un uomo di età e vissuto venerandi, ma anche perché si restituisce ancora una volta l’immagine dell’acrimonia e la consapevolezza che è stata davvero tirata una linea in città fra chi ossequia il potere rappresentato dal sindaco e chi invece prova a gettare spunti di riflessione più laici".
Ad affermarlo, in una nota, è il consigliere comunale, capogruppo di Italia Viva, Paolo Romano, che interviene in merito a un articolo, uscito sul quotidiano Il Centro, in cui il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi risponde allo storico Raffaele Colapietra, che sempre dalle colonne del giornale, aveva lanciato un allarme in merito allo stato di abbandono in cui versano due importanti istituzioni culturali come l'Archivio di Stato e la biblioteca Tommasi.
"Mi addolora" dichiara Romano "che il nome di Errico Centofanti sia stato usato da Biondi quale esempio positivo di collaborazione, di fatto usandolo in contrapposizione a Colapietra: credo che a Centofanti la città debba molto di più che una comparazione dentro una polemica".
"Il problema dell’Aquila non possono essere gli intellettuali che si interrogano sui luoghi della cultura non ancora ricostruiti o, cosa ben più preoccupante, sulla mancanza di una loro destinazione certa nella riorganizzazione delle funzioni del centro storico. Il compito di chi fa Cultura è coincidente, o almeno dovrebbe esserlo, con quello di chi fa Politica, cioè quello di far interrogare la cittadinanza da quattro anni troppo sopita, coinvolgendola sulle grandi questioni cittadine e contribuendo a infondere l’entusiasmo della consapevolezza".
"Se è vero che la Tommasi è di proprietà provinciale, è altrettanto innegabile che molti altri sono i cosiddetti luoghi della cultura di diretta responsabilità del Comune i cui lavori risultano drammaticamente fermi pur se finanziati; il Cinema Massimo ne é un esempio, come lo sono il convento di Santa Teresa, sede del TSA o ancora il Museo di Santa Maria dei Raccomandati. Persino l’ex Scuola De Amicis, che nell’animo di questa amministrazione avrebbe dovuto ospitare un Museo cittadino e che pare debba diventare adesso una delle sedi comunali, non ancora gode del cambio di destinazione d’uso che permetterebbe al Provveditorato lavori mirati negli spazi interni: eppure il Provveditore non lancia strali a mezzo stampa contro i ritardi del sindaco".
"Piazza Palazzo secondo le parole di Biondi è ferma solo per la mancata ricostruzione della ex Biblioteca provinciale. Ma se il quarto cantone fosse ricostruito domani tramite un artificio magico resterebbe il problema dell’Ex Ipab, enorme edificio di proprietà della Regione, la cui ricostruzione è ferma e rappresenta un vulnus, anche dal punto di vista della pubblica incolumità, per quella piazza e ben due delle tre vie che vi si affacciano: una soluzione va trovata in fretta con la Regione che, mi pare, sia a guida Fratelli d’Italia".
"Scaricare semplicemente le colpe sugli altri Enti o peggio su chi ha il ruolo di dover sollevare interrogativi, sbrindella il ruolo di guida della comunità e di regia della pianificazione cittadina che è propria di un sindaco. Sguardi lunghi, lucidi, programmatori e tanta umile serietà, ecco quello di cui L’Aquila avrebbe bisogno".
Pd L’Aquila : “Biondi impari a misurarsi con chi dissente”
“Negli scorsi giorni il Prof. Colapietra ed altre personalità impegnate culturalmente in città, hanno fornito le loro legittime perplessità e critiche sullo stato dell’arte delle strutture pubbliche culturali cittadine. Siamo rimasti esterrefatti dalla reazione scomposta del sindaco Biondi contro queste riflessioni”.
Lo scrive in una nota il Pd L’Aquila.
“Gli intellettuali, da sempre, hanno fatto e fanno esattamente ciò che intendono e che ci si aspetta che facciano: stimolare la società e, quando necessario, contestare le amministrazioni. E solo una persona poco lungimirante non comprende un fatto così semplice: la politica deve sempre avvalersi di questi spunti e confrontarsi con essi".
“Oggi - si legge ancora nella nota - torniamo a discutere di nuovo di quanto sappia essere inopportuno l’agire politico del sindaco dell’Aquila che non trova di meglio che comunicare, attraverso reprimende retrograde, contro chi si permette di contestarlo. E torniamo a rilevare un fatto di primaria gravità: il personalismo con cui Biondi dismette l’abito di Primo cittadino per diventare bravo nelle reazioni. La politica non ha bisogno degli egosauri e soprattutto L’Aquila non può permettersi che il primo cittadino “trolli” uno dei suoi figli più illustri, il prof. Colapietra”.
“Piuttosto Biondi faccia il sindaco, impari a misurarsi con chi dissente e soprattutto impari qualcosa dalla produzione storica, scientifica e accademica pluridecennale del prof. Colapietra, così come di ogni intellettuale che in questa città ha generato e genera quella cultura indispensabile all’agire politico democratico”.
“Eh sì, perché qua sta un altro punto: il sinonimo di cultura è democrazia e il contrario di democrazia è autoritarismo o peggio oscurantismo. Nessuna buona politica si scaglia contro la propria comunità intellettuale sminuendone il contributo e suggerendo, senza avere il coraggio di dirlo apertamente, che questa comunità non serve a nulla, se non a questionare sempre su tutto. E la buona politica tutta si deve indignare verso il Sindaco che manca questo concetto: tutto il mondo politico e culturale prendano atto dell’ennesimo prepotente e grezzo epic fail del sindaco Biondi e glielo dicano apertamente. Solo chi non ama e non appartiene e non sente come propria una città, dimostra irriverenza e disprezzo verso le figlie e i figli più illustri”.
“Tutto questo agitarsi del Sindaco solo perché alcuni intellettuali, fra cui il Prof. Colapietra, si sono permessi di fare un esame di realtà che brucia dolorosamente al Sindaco: il progetto mancato di L’Aquila Capitale della cultura, sollevando inoltre l’incongruenza manifesta fra il progetto mancato e la condizione disastrosa delle strutture che dovrebbero ospitare e garantire la Cultura. Ma bravo”.