“La Giunta Marsilio ha deciso di decretare la fine della pesca sportiva in Abruzzo abbandonando al proprio destino migliaia di appassionati e praticanti di questa disciplina per l’incapacità dell’Assessore Imprudente di trovare una soluzione ad una situazione che ha sì del grottesco, ma che si sarebbe potuta già risolvere con un pizzico di attenzione in più”.
A denunciarlo è il consigliere regionale Sandro Mariani ('Abruzzo in Comune').
"Il 2 aprile 2020 infatti, in piena pandemia, un decreto del Ministero competente ha stabilito nuovi criteri per la reintroduzione e il ripopolamento di specie: per quelle autoctone, ricollegandosi all’allegato D di un precedente decreto del 1997, per quelle non autoctone, prevedendo ulteriori, stringenti disposizioni che vietano, ad esempio, l’immissione delle comuni trote fario a vantaggio di quelle pure e autoctone, una specie molto difficile da trovare" spiega il capogruppo di 'Abruzzo in Comune'.
La legge è entrata in vigore dallo scorso 1 marzo, ma mentre la maggior parte delle regioni italiane ha prima provato a impugnare questo decreto, salvo poi provvedere a fornire deroghe ad hoc, soprattutto per chi pratica attività agonistica o pesca sportiva, in Abruzzo la Giunta Marsilio, "come sempre troppo impegnata a risolvere beghe interne", non ha mosso un dito - l'affondo di Mariani - "condannando un intero settore alla completa inattività, ovvero l’impossibilità di fare allenamenti e gare su tutto il nostro territorio. Pensate solo che Lombardia e Veneto, regioni governate dalla Lega, a differenza dell’Abruzzo si sono prese le proprie responsabilità e han dato loro una deroga regionale e poi ne hanno chiesta una al Governo centrale per non mettere in ginocchio il settore della pesca sportiva”.
Un danno enorme per il comparto, "fermo prima per il lockdown e ora per l’inerzia della Regione Abruzzo, da ormai più di un anno! A nulla sono valse le proteste delle associazioni di categoria, delle società sportive e dei gestori degli impianti dedicati alla pesca sportiva, l’Assessore Imprudente non ha voluto sentire ragione e tutto è fermo da mesi" conclude Mariani. "Auspico che l’Abruzzo, come fatto da buona parte delle altre ragioni, faccia un’apposita deroga a questo strano decreto e difenda gli interessi e i diritti di tanti abruzzesi! Se proprio Marsilio ed i suoi non sono capaci di trovare soluzioni che almeno “copino” quanto fatto dalle altre regioni italiane più virtuose che sono riuscite, sin da subito, a sbloccare la situazione ed a consentire lo svolgimento della pesca sportiva tutelando così gli interessi del comparto e dei tanti appassionati".