Rischia di avere ripercussioni politiche inattese la polemica esplosa sui recenti fatti di cronaca in centro storico che riguardano giovani e giovanissimi.
Ieri mattina, il capogruppo di Forza Italia Giorgio De Matteis ha incontrato l’avvocato Ferdinando Paone e alcuni rappresentanti di commercianti e residenti del centro storico; a quanto si è appreso, nei prossimi giorni De Matteis ha in agenda di discutere delle misure da approntare per restituire “vivibilità” alla città con alcune associazioni che si sono costituite in questi anni e, tra le altre, ‘L’Aquila città di persone’ guidata da Roberta Gargano.
Ed è stato lo stesso De Matteis, nelle ore scorse, a manifestare l’intenzione di chiedere al presidente Roberto Tinari la convocazione di un Consiglio comunale straordinario per discutere delle misure da mettere in campo.
Si spiegherebbe così l’accelerazione impressa dal sindaco Pierluigi Biondi che ha sollecitato la convocazione del Comitato ordine e sicurezza pubblica, riunito dal Prefetto Cinzia Torraco nel pomeriggio di ieri; a margine dell’incontro, Biondi ha firmato una ordinanza che prevede, con effetto immediato, il divieto di consumare bevande alcoliche in diverse strade, piazze e, in generale, aree pubbliche del centro storico.
Non solo.
Biondi ha annunciato la costituzione di pattuglie interforze per il presidio del territorio e ha spiegato di aver chiesto al prefetto di “valutare la possibilità di convocare un tavolo con i rappresentanti dei residenti e delle associazioni di categoria per cercare percorsi condivisi così da individuare strategie che contemplino la tutela dei diritti di chi ha scelto di vivere in centro, di coloro che vi hanno investito e sono alla ricerca di una boccata di ossigeno dopo mesi di chiusura e di quanti cercano un sano momento di svago”.
Di fatto, Biondi si è visto ‘scavalcato’ da De Matteis che, in realtà, avrebbe chiesto al primo cittadino già prima del lockdown di mettere al centro dell’agenda politica la gestione delle criticità legate alle “situazioni di disturbo della quieta pubblica” denunciate da residenti ed esercenti del centro storico, e sta provando a correre ai ripari.
Il capogruppo di Forza Italia, però, ha deciso di fare da sé, organizzando una serie di incontri e chiedendo, tra l’altro, la convocazione della ‘Cabina di regia’ politica, che egli stesso aveva imposto a Biondi nel marzo 2019, allorquando il primo cittadino aveva deciso di ritirare le dimissioni risolvendo la crisi di Giunta, alla presenza degli assessori interessati, e tra gli altri Carla Mannetti (che ha la delega alla viabilità), Daniele Ferella (urbanistica) e Raffaele Daniele (commercio).
Uno strappo destinato a fare parecchio rumore, a meno di un anno dalle elezioni comunali.
D’altra parte, De Matteis – ospite di Polis su laQtv nei giorni scorsi – ha riconosciuto come la maggioranza di centrodestra alla guida della città avrebbe dovuto e dovrebbe “fare di più”, non chiudendo la porta ad ipotesi altre rispetto alla ricandidatura di Biondi a sindaco: “non so cosa accadrà tra un anno, dipenderà anche dal futuro del governo; se il premier Draghi dovesse essere eletto Presidente della Repubblica si andrebbe al voto per le politiche contestualmente con le amministrative all’Aquila e ciò innescherebbe meccanismi difficili da prevedere. Altro discorso se si dovesse arrivare a scadenza naturale di legislatura nel 2023. L’unica cosa che posso dire è che chi vuole fare il sindaco della città deve dirlo oggi, e non un mese prima delle elezioni”.
E poi ha aggiunto: “Se il centrodestra a Roma e Milano sta pensando di affidarsi a candidati civici è perché, evidentemente, il paese chiede un cambio di passo. Nulla vieta possa accadere anche all’Aquila. D’altra parte, ci sono stati due segnali importanti: i risultati delle amministrative a Chieti e Avezzano non possono essere considerati dei casi isolati. Per questo non mi sento di escludere nulla, a priori”.
Insomma, sulla “vivibilità” del centro storico si potrebbe giocare una partita politica che va ben oltre i casi di cronaca degli ultimi giorni.
Ed è un vero peccato che non si entri nel merito della vicenda, che non ci si interroghi su ciò che politica può fare, e la comunità per estensione, oltre le derive securitarie per dare un senso alla parola “vivibilità”, da intendersi non come semplice controllo sanzionatorio di eventuali devianze ma come leva per rendere il centro storico - e le periferie, aggiungiamo noi - un luogo aperto, aggregativo, accogliente socialmente, formativo, culturalmente stimolante per i nostri giovani.
Ce ne siamo occupati diffusamente [ qui ]; lascia interdetti che dalle forze di centrosinistra non si sia levata una sola parola, in questo senso.