"Lolli chi?". Inizia così il duro attacco di una parte del Partito Democratico di Teramo a Giovanni Lolli, prescelto da Luciano D'Alfonso per ricoprire il ruolo di unico assessore esterno al consiglio nella nuova giunta regionale.
Il documento, una sorta di appello a D'Alfonso, è firmato dalla sigla "I per davvero" e da alcuni esponenti del Pd teramano: Enzo Scalone, Piero Chiarini, Fernando Di Girolamo, Mimì Di Giandomenico, Eligio Filipponi, Domenico Bucciarelli, Lino Befacchia, Pasquale Limoncelli e "tanti altri elettori del centrosinistra".
"Lolli perché? [...] Se consideriamo che alla competizione elettorale nei quattro collegi regionali si sono cimentati oltre un centinaio di candidati, tra liste civiche e del Pd, a sostegno della candidatura di D’Alfonso, contribuendo tutti, eletti e non, all’ottimo risultato ottenuto che ha permesso al vincitore di distanziare il presidente uscente Chiodi di circa venti punti", è la reprimenda contenuta nel documento. In sostanza, i firmatari chiedono che la giunta sia composta da un numero maggiore di donne, nonostante non ci sia per D'Alfonso l'obbligo di legge, grazie all'ingresso di Marinella Sclocco in consiglio. Gli esempi "virtuosi" sono rappresentati - secondo quanto si legge nella nota - dal governo Renzi, dalla giunta Chiamparino in Piemonte e, non ultimo, dalle intenzioni del neosindaco di Pescara Marco Alessandrini.
"Fra i candidati non eletti al Consiglio Regionale - si legge nell'appello - ci sono tante nuove personalità, sociali e politiche, che possono dare un grande contributo alla crescita della nostra regione nel segno del rinnovamento e del buon governo. Quindi, facciamo appello al presidente D’Alfonso affinchè nomini due assessori di genere femminile, visto che molto probabilmente l’eletta donna ci sarà, naturalmente scegliendo la seconda tra le non elette, valutando al meglio professionalità e competenze".
Nei giorni scorsi la stessa sigla era intervenuta per chiedere che non venga nominato Lolli assessore, in coda all'appello per il voto a Manola Di Pasquale nel ballottaggio alle amministrative di Teramo di domenica: "Facciamo notare che l’on. Lolli è stato già collocato a riposo dall’elettorato abruzzese alle politiche del febbraio del 2013. In merito ci permettiamo di suggerire all’arguto neo presidente che il suo vice lo deve scegliere fra gli eletti al Consiglio e, se aquilano deve essere per una equa compensazione fra i poteri nel territorio, lo scelga fra gli eletti nella circoscrizione dell’Aquila". Un chiaro riferimento a Pierpaolo Pietrucci e Peppe di Pangrazio, per il quale - tuttavia - si sta prospettando in queste ore l'incarico di assessore regionale alla sanità.
Ad ogni modo, D'Alfonso sembra ormai aver scelto, già da settimane. Giovanni Lolli, classe 1950, dalemiano di ferro, due volte deputato e già sottosegretario con il secondo governo Prodi, è uno dei dirigenti più importanti del Partito Democratico abruzzese, amato da parte della cittadinanza aquilana, complice anche il ruolo di "battagliero" contro il governo Berlusconi (vedi la questione tasse) autoassegnatosi nell'immediato post-sisma.
Qualche ora dopo il documento degli esponenti democrat teramani, la senatrice aquilana Stefania Pezzopane ha affermato - attraverso una nota - che "l'asse L'Aquila-Regione non va letto in un'ottica anti-abruzzese". Pezzopane sostiene che i punti cardine sui quali la nuova giunta dovrà lavorare sono lavoro e ricostruzione del cratere: "Dovranno essere alcune delle priorità su cui la nuova amministrazione dovrà distinguersi, con un cambiamento di rotta di 360 gradi rispetto al passato".
"Dopo 5 anni di assoluto immobilismo - continua la Senatrice - servono leggi da approvare con rapidità. Abbiamo bisogno di una regione amica, che restituisca all’Aquila la giusta dignità di capoluogo di regione. L’interlocutore del governo, per accelerare il processo di ricostruzione del capoluogo e del cratere, non sarà più una regione distratta e assente, ma una regione amica, dinamica e propositiva".
Il testo integrale del documento di "I per davvero"
Lolli chi? Si chiedono in tanti stupiti e incuriositi, soprattutto elettori del centrosinistra, notando che il dirigente di lungo corso, più volte parlamentare, nonché sottosegretario, compaia quotidianamente sulla stampa fra i nomi più accreditati, al pari dei primi eletti nelle liste del Partito Democratico, alla carica di assessore regionale, se non addirittura al ruolo di vicepresidente della Giunta .
Lolli perché? Aggiungiamo noi, più che stupiti! Se consideriamo che alla competizione elettorale nei quattro collegi regionali si sono cimentati oltre un centinaio di candidati, tra liste civiche e del PD, a sostegno della candidatura di D’Alfonso, contribuendo tutti, eletti e non, all’ottimo risultato ottenuto che ha permesso al vincitore di distanziare il presidente uscente Chiodi di circa venti punti.
Non riusciamo proprio a capire cosa intendesse dire l’on. Lolli, e a che titolo, di fronte all’ipotesi, più che concreta, di non avere nessun eletto di genere femminile quando più volte nei giorni scorsi ha rilasciato pubbliche dichiarazioni del tipo che "mai avrebbe fatto parte di una giunta regionale senza una donna". Affermazione quanto mai pleonastica, in quanto non sarebbe una sua gentile concessione al genere femminile ma un obbligo di legge, al quale il Presidente non si potrebbe sottrarre. Infatti lo statuto regionale prevede che la Giunta debba essere composta da almeno un membro di genere femminile stabilendo inoltre molto chiaramente un limite di un solo membro esterno al Consiglio eletto, qualora il Presidente decidesse in tal senso nella scelta degli assessori.
Nel caso in cui invece, come pare che sia, l’eletta di genere femminile ci sarà, allora si che il problema si pone, ma sotto l’aspetto politico. Premesso che lo statuto pone solo un limite minimo di un membro di Giunta di genere femminile e non un limite massimo, perchè mai il Presidente D’Alfonso si dovrebbe fermare a una sola nomina di genere femminile se ci dovessero essere le condizioni tecno-giuridiche per nominarne di più? Solo per gratificare l’onorevole Lolli? A nulla è valsa l’esperienza del Governo Renzi nel quale le cariche sono state ripartite in otto ministri uomini e otto ministri donna, quasi tutti alla prima esperienza? E’ di queste ore, tra l’altro, l’annuncio del nuovo sindaco di Pescara Alessandrini che nominerà non meno di 4 assessori donne e del Presidente Chiamparino del Piemonte che ha annunciato che la sua Giunta di 8 membri sarà composta da quattro uomini e quattro donne.
Fra i candidati non eletti al Consiglio Regionale ci sono tante nuove personalità, sociali e politiche, che possono dare un grande contributo alla crescita della nostra regione nel segno del rinnovamento e del buon governo. Quindi, facciamo appello al Presidente D’Alfonso affinchè nomini due assessori di genere femminile, visto che molto probabilmente l’eletta donna ci sarà, naturalmente scegliendo la seconda tra le non elette, valutando al meglio professionalità e competenze.
L’Abruzzo deve marciare sul sentiero del rinnovamento, senza ombre ed ambiguità, in linea con quanto sta faticosamente portando avanti il Presidente Renzi, a livello nazionale.
Siamo certi che il presidente D’Alfonso non ci deluderà, smentendo presunti accordi pre-elettorali tra maggiorenti del partito democratico abruzzese.
La nota integrale di Stefania Pezzopane
Dopo 17 giorni di black out, per via di una legge elettorale stravagante, che ha tenuto un’intera regione prigioniera dell’incertezza, finalmente la nuova compagine regionale è pronta ad accendere i motori.
A Luciano e all’intero consiglio regionale auguro un buon lavoro e un buon inizio. La maggioranza di centro sinistra, che ha vinto le elezioni, ha ora la responsabilità di governo. Ci aspetta una magnifica sfida.
Portare nelle stanze della nuova Regione l’entusiasmo e la determinazione del cambiamento, per essere all’altezza delle aspettative di un elettorato che ha lanciato un messaggio chiaro. Uscire dalle secche paludose in cui la precedente amministrazione aveva relegato l’Abruzzo e accelerare i processi di riforma. Adesso non ci ingrigiamo dietro il balletto degli incarichi e dei ruoli. Proseguiamo sull’onda positiva del rinnovamento e della concretezza.
Lavoro e ricostruzione dovranno essere alcune delle priorità su cui la nuova amministrazione dovrà distinguersi, con un cambiamento di rotta di 360 gradi rispetto al passato.
Dopo 5 anni di assoluto immobilismo, servono leggi da approvare con rapidità. Abbiamo bisogno di una regione amica, che restituisca all’Aquila la giusta dignità di capoluogo di regione. L’interlocutore del governo, per accelerare il processo di ricostruzione del capoluogo e del cratere, non sarà più una regione distratta e assente, ma una regione amica, dinamica e propositiva.
Tuttavia l’asse L’Aquila - Regione non va letto in un’ottica anti abruzzese. Al contrario.
Chiodi ha raggiunto il record di mortificazione di un intero territorio regionale, azzerando le vocazioni e la voce dei territori. Dobbiamo invertire il trend e fare in modo che il rilancio dell’Aquila coincida con il rilancio dell’intero Abruzzo. Un capoluogo di regione forte non potrà che rafforzare l’Abruzzo intero, con tutti i territori. Il vero asse sui cui fare leva saranno le riforme per rilanciare il lavoro, l’economia, le imprese, i territori.