Il rincaro delle materie prime nel settore delle costruzioni rischia di vanificare le ricadute positive attese da sisma e eco bonus e di ostacolare anche l’avvio del Recovery Plan.
Ad affermarlo è la deputata del Pd Stefania Pezzopane, che, raccogliendo l’allarme e le sollecitazioni sollevati sia da associazioni di categoria (Ance, Cna, Confartigianato) che da centri studi (Cresme), ha presentato, in parlamento, un’interrogazione, una risoluzione e un emendamento al Decreto Sostegni Bis per cercare di adottare delle contromisure per correre ai ripari.
Il problema, ha spiegato Pezzopane, è globale: il rialzo dei prezzi è legato principalmente alle fluttuazioni del mercato internazionale, condizionato in particolare dalla domanda cinese, ma è imputabile anche a operazioni speculative.
In Italia gli effetti rischiano di essere ancor più pesanti perché, a differenza di altri paesi europei, lo Stato ha puntato molto sul regime della maxi detrazione come stimolo per rimettere in moto l’economia attraverso il settore edilizio, intorno al quale ruota, com’è noto, un ampio e articolato indotto.
Più che di un pericolo, ha sottolineato Pezzopane, si tratta di un fatto già tangibile: i rincari – che riguardano soprattutto materie come l’acciaio e i metalli (+ 117%), le materie plastiche derivanti dal petrolio (+ 34%), il calcestruzzo e i bitumi (tra il 10 e il 15%) - stanno costringendo le imprese a rivedere i preventivi preparati due-tre mesi fa, con ricadute negative sia sulla tenuta dei progetti in corso sia su quelli in fase di rielaborazione. Il rischio concreto è che possa esserci un rallentamento se non un vero e proprio blocco dei cantieri.
All’Aquila, per ovvi motivi, gli aumenti potrebbero farsi sentire ancora di più, vista la concomitante presenza dei cantieri legati alla ricostruzione post sisma.
Non solo. “I rincari” secondo Pezzopane “possono incidere negativamente anche sugli interventi previsti dal Recovery Plan. A luglio saranno sbloccati i primi 20 miliardi, che serviranno a finanziare i progetti già cantierabili. Ma se non si interviene tempestivamente, gli obiettivi del Pnrr potrebbero essere vanificati”.
“Serve” afferma Pezzopane “un intervento dello Stato. Domani, durante il question time, il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti risponderà a un’interrogazione da me presentata insieme ad altri colleghi. Inoltre sono tra i firmatari di un emendamento, che riprende a sua volta i contenuti di una risoluzione depositata in commissione, al Decreto Sostegni Bis, approdato alle Camere per la conversione in legge. Chiediamo al Governo di introdurre delle misure correttive. Anzitutto, un meccanismo di compensazione finanziato con un fondo iniziale di 50 milioni di euro per i lavori eseguiti nel corso del 2021, attraverso il quale riconoscere alle imprese gli incrementi eccezionali intervenuti. Le compensazioni sarebbero differenziate a seconda che i lavori siano partiti prima o dopo le modifiche al vigente codice degli appalti. Inoltre, abbiamo proposto di effettuare un monitoraggio trimestrale dei prezzi e di rivedere, aggiornandoli, i prezzari regionali”.