Venerdì, 26 Aprile 2013 23:35

Outlet e gallerie commerciali: che città vogliamo ricostruire?

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C’erano una volta i non-luoghi. Adesso i non-luoghi sono diventati super-luoghi. Stazioni ferroviarie, aeroporti, ma soprattutto centri commerciali e outlet hanno perso da tempo le caratteristiche di contenitori anonimi e senza identità, di zona vuota di senso, e si sono trasformati in oggetti architettonici che dominano il territorio in cui sorgono, invadono il paesaggio, spesso lo aggrediscono.

I super-luoghi sono, oramai, lo scenario in cui trasportare una ipotetica versione italiana di American Beauty, scrive lo storico dell’architettura Richard Ingersoll raccontando dell’Ipercoop di Montevarchi. È un’immensa scatola di cento metri per lato, con parcheggi all’aperto e sotterranei. Accanto è sorta una multisala, sempre a forma di scatola, che ha fatto fallire i cinema dei tre paesi vicini. “L’Ipercoop esiste ormai da quindici anni ed è considerato un luogo con una propria storia”, annota l’architetto americano. “Il corso e le piazze di Montevarchi sono state abbandonate dai suoi cittadini e ora sono frequentate solo da immigrati”. All’Ipercoop ci vanno tutti, i prodotti sono ottimi, i prezzi pure, c’è lavoro per tanta gente. Intanto, però, altri scatoloni si progettano e così lo sfruttamento del territorio diventa intensivo e travolgente.

Dall’Ipercoop agli Outlet il passo è breve. Il primo in Italia è stato aperto a Serravalle, nel 2000. E’ il più grande d’Europa, si estende su quasi quattro ettari e, nonostante sia in provincia di Alessandria, simula l’architettura di un centro storico veneto, con la piazza e le barchesse, gli edifici con alte arcate delle ville del Brenta, adibiti a rimesse, stalle e depositi alimentari. È visitato da tre milioni di persone ogni anno, più degli scavi di Pompei.

La riproduzione, il kitsch, l’assemblaggio di stili - il finto borgo medievale, la finta Roma antica, la finta città rinascimentale, il finto country - sono diventati la cifra di tutti gli outlet italiani. Compreso quello di Valmontone, aperto ad una quarantina di km da Roma. 170 tra negozi e ristoranti, su di una superficie di 45mila metri quadrati, quasi 6 milioni di visitatori l’anno, il villaggio è stato realizzato come un vero e proprio centro abitato, con edifici e architetture ispirate a stili diversi, dall’Art Déco americano allo stile vecchia Europa.

E’ il modello a cui guarda Mario Manganaro che, nel 2008, ha acquistato dall’Enel un’area di circa 10mila metri quadrati, qui a L’Aquila, nel quadrilatero tra via Alessandro Volta, via Ettore Moschino, via Cardinale Mazzarino e via Massimo Leli. Nel cuore del Torrione, insomma. L’imprenditore romano vuole costruire “una vera e propria mini-città che fonderà ricostruzione e movida, botteghe artigianali e innovazione, affari con strutture aggregative per giovani e famiglie aquilane”, lo ha raccontato ad Abruzzoweb. “Nel mio progetto - ha spiegato - ho previsto attività commerciali e direzionali ma anche aree abitative residenziali costituite da miniappartamenti, così come il mercato, ormai da mesi, richiede. Intendo realizzare un'area ludica, diurna e notturna, per tutti i giovani dell'Aquila, offrendo a quest'ultimi luoghi di movida mentre, per tutte le età, uno spazio di aggregazione pensato per sfruttare appieno il tempo libero. La mini-città sarà realizzata con le migliori tecnologie e nel rispetto dell’ambiente, all’immediata periferia del capoluogo, quartiere destinato a diventare il fulcro centrale della vita del capoluogo in assenza del centro storico spezzato dal sisma”.

Un centro storico a L’Aquila c’è, però. E la ricostruzione non può che partire da lì. Dalle piazze e dai vicoli che rappresentano l’identità della città.

I super-luoghi, gli outlet e i centri commerciali in particolare, hanno una forte potenza simbolica, "non sono più semplici contenitori, ma prodotti essi stessi", sottolinea il sociologo Giandomenico Amendola. "Sono l’emblema della città che si disperde nel territorio, il centro che di solito manca in essa: vorrebbero rappresentare quello che erano le piazze italiane e, nelle piazze, la scalinata del duomo e persino il monumento ai caduti. E infatti ecco che le imitano.  Calamitano pubblico, ma anche altro cemento. Impongono al territorio circostante di adattarsi. Seguono disinvoltamente solo le leggi di mercato e spesso sono occasioni d’oro per chi specula e campa di rendita immobiliare". Secondo l’urbanista Edoardo Salzano, raffigurano uno dei punti in cui meglio si misura lo squilibrio oggi in Italia fra l’impresa commerciale e immobiliare (fortissima) e le amministrazioni pubbliche (debolissime).

Che senso avrebbe un outlet, un super-luogo di 10mila metri quadri che affaccia sulle mura della città? Che senso avrebbe la riproduzione di un centro storico a qualche centinaio di metri dalle piazze e dai vicoli che raccontano la storia dell'Aquila?

Per Giancarlo Consonni, urbanista, "ancora mezzo secolo fa il mondo umanizzato era fatto di luoghi e di paesaggi concepiti per accogliere la vita individuale e sociale: teatri che avevano il carattere di interni a cielo aperto. Questa condizione è ora progressivamente erosa. E per mitigare l’inospitalità dei contesti metropolitani si predispongono dei simil-luoghi e delle simil-città. Quel che basta per dare una parvenza di libertà alla simil-vita".

Non dovrebbe essere questa la sfida, ricostruire un centro storico capace di accogliere, di nuovo, la vita individuale e sociale? 

Se è assolutamente comprensibile la necessità dei commercianti di riaprire al più presto le loro attività in un luogo accogliente per i clienti, frequentato da giovani e famiglie, e se lo è altrettanto il desiderio degli aquilani di fare una passeggiata tra i negozi, con i bambini, magari mangiando un gelato e prendendo un caffè seduti all’aperto, ad un livello meno narrativo bisogna domandarsi se i non luoghi siano cambiati tanto radicalmente da far loro acquisire una dimensione nuova, se le contrapposizioni tra "centro storico" e "centro commerciale" o "outlet center" siano state infine scavalcate dai nuovi bisogni dei cittadini di oggi.

Senza preconcetti e posizioni precostituite, bisognerebbe coinvolgere la città in una decisione tanto importante. L’imprenditore Manganaro ha detto che l’idea è stata approvata e piace molto al sindaco, Massimo Cialente. Una cittadella come quella immaginata, però, diecimila metri quadri alle porte del centro, con 8535 metri di parcheggio per complessivi 236 posto auto, cambierebbe profondamente il volto della città. Ne modificherebbe il senso, in ultimo. Che idea di ricostruzione sottende una scelta del genere? Bisognerebbe domandarselo, in fretta. E la risposta non sta al Sindaco e al costruttore di turno. La risposta deve darla la città, nel momento in cui si re-immagina nella ricostruzione.

La riflessione è assolutamente necessaria, se è vero che c’è ancora in ballo il progetto della galleria commerciale nelle viscere di piazza Duomo. Una proposta di project financing arrivata dal Consorzio Adriatico. Il sindaco Cialente, in una intervista a NewsTown, aveva parlato di scelta da condividere con i cittadini, accennando anche ad un possibile referendum.
Il Capoluogo scriveva, ieri, che si è aggiustato un pochino il tiro sul progetto: i 500 parcheggi previsti saranno solo pertinenziali, a quanto pare. Gli stalli al servizio della galleria commerciale sotto la piazza saranno, invece, quelli del terminal di Collemaggio. Il consiglio comunale dovrà ora approvare il progetto e dichiarare l'opera di interesse pubblico, poi attraverso le conferenze dei servizi con la Soprintendenza si arriverà a stilare il progetto definitivo. Sarebbe comunque un altro mega progetto che modificherebbe, in profondità, l’idea stessa di città e di centro storico.

“Il salotto buono” nella pancia della piazza del Mercato, lo spazio che da sempre costruisce relazioni e rapporti, come potrebbe convivere con un altro shopping mall a qualche km di distanza? Che città vogliamo, per il futuro? Che città vogliamo ricostruire?

Sono i cittadini che la vivranno che dovranno deciderlo. Non i milioni proposti da questo o quel costruttore.

Ultima modifica il Sabato, 27 Aprile 2013 17:52

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