Stamane, il Partito democratico ha indetto una conferenza stampa all'Aquila, nella storica sede di via Paganica, per commentare i risultati delle elezioni amministrative che hanno visto le coalizioni di centrosinistra strappare i ballottaggi in quattro delle cinque città abruzzesi con più di 15mila abitanti, in testa a Sulmona, il risultato politicamente più rilevante, a Vasto e Francavilla al mare dove si è sfiorata la vittoria al primo turno, e all'inseguimento a Lanciano, con il candidato Leo Marongiu che ha superato il 40%.
Sono intervenuti il segretario regionale Michele Fina, il segretario della provincia dell'Aquila Francesco Piacente, la segretaria del Pd dell'Aquila Emanuela Di Giovambattista col segretario del circolo di Sassa Quirino Crosta, il segretario del circolo di Sulmona Franco Andrea Casciani, il presidente della Commissione di garanzia Carlo Benedetti, il consigliere regionale Dino Pepe, i consiglieri al Comune dell'Aquila Stefano Palumbo e Stefano Albano, la portavoce delle democratiche Eva Fascetti, la dirigente provinciale Marielisa Serone e l'ex sindaco dell'Aquila Massimo Cialente.
Fina ha inteso ringraziare, innanzitutto, "le candidate e i candidati a sindaco, molte e molti eletti nei comuni sotto i 15mila abitanti. Il mio augurio, però - ha tenuto a sottolineare il segretario regionale - va a tutti gli eletti, indistintamente: siamo una infrastruttura istituzionale e, dunque, a loro disposizione. Grazie ai candidati che affronteranno i ballottaggi: abbiamo ottenuto risultati straordinari", ha aggiunto Fina. E' la dimostrazione che "abbiamo saputo scegliere le migliori personalità nelle diverse città, persone innamorate del loro territorio e credo sia stato percepito dagli elettori. Per questo, mi sento di ringraziare le forze politiche di coalizione. E grazie alla candidate e ai candidati a consigliere: vorrei sottolineare che nelle quattre città dove andiamo al ballottaggio non solo il Pd è il partito più votato ma a raccogliere il maggior numero di preferenze sono state candidate donne, segno che, anche in questo senso, si è fatto un gran lavoro".
Il Pd non ha bisogno di "mettere bandierine di nessun tipo", ha proseguito il segretario regionale; in occasione delle elezioni amministrative, "i partiti politici non debbono fare la conta dei voti, rivendicando risultati politici come ha fatto, in modo maldestro, il presidente della Giunta regionale Marsilio che ha dimostrato, una volta ancora, di essere un leader di partito più che un rappresentante istituzionale. Al contrario, i partiti debbono mettersi a disposizione di chi si candida alla guida delle città".
Fina ha messo in evidenza, in particolare, tre temi che hanno caratterizzato la campagna elettorale: salute, sapere e lavoro. "Abbiamo provato a raccontare un partito presente su tutto il territorio che ha le idee chiare. In ambito sanitario, innanzitutto, è nota la nostra battaglia per una sanità pubblica e la battaglia culturale che stiamo portando avanti sulla prevenzione e, in particolare, sull'importanza della vaccinazione. Su questo, il centrodestra ha pagato le sue ambiguità. Così come le ha pagate sui tema del sapere, sulla centralità dell'istruzione, dalle scuole alle università ai centri di alta formazione, e sulla necessità di ricostruire un rapporto con gli intellettuali, nel senso più ampio del termine. In questi mesi, abbiamo ascoltato esponenti del centrodestra rivendicare confusamente il primato della politica sulla scienza: noi la pensiamo diversamente. E su questo siamo stati chiari, e lo siamo stati sui temi del lavoro: abbiamo sempre creduto nell'Europa che, finalmente, è tornata ad essere solidale come auspicavamo; il centrodestra ha barcollato, invece, tra posizioni anti euro e sull'Ital-exit e continua ad avere una posizione poco chiara, tra chi sta nel Partito popolare europeo e chi invece siede accanto ad Orban. L'adesione della Lega al governo Draghi non ha sciolto questi nodi, anzi: lo strappo che si è consumato ieri sulla delega fiscale è l'ennesimo segnale di insofferenza di un partito che vorrebbe essere di lotta e di governo e che, al contrario, non riesce ad essere né l'uno né l'altro".
Non è questione banale, sottolinea Fina: "su questi tre temi, infatti, il Pnrr chiama gli amministratori locali ad un assoluto protagonismo. E' chiaro che il compito dei partiti è di stargli accanto mostrando idee chiare e concretezza. Immagino la confusione dei sindaci di centrodestra ad avere a che fare con le posizioni di Salvini e Meloni. Noi siamo al loro servizio. I nostri avversari hanno pagato contraddizioni e incoerenze; non solo: in Abruzzo, in particolare, hanno pagato il mal governo della Regione. Le elezioni amministrazioni ci restituiscono anche la responsabilità, che sentiamo sulle nostre spalle, di raccogliere la sfida a costruire, insieme, una alternativa credibile al governo Marsilio".
Di qui, un appello esplicito all'unità: "in questi mesi, abbiamo unito il Pd, e non era affatto scontato, e poi gli abbiamo dato una funzione unitaria rinunciando ad una certa autoreferenzialità del passato. Siamo stati un partito coalizionale con l'obiettivo di mettere insieme, unire, fin dove era possibile. E laddove non si è riusciti, posso dire che non è stato per nostra responsabilità. Sulmona, in questo senso, è stato un esempio straordinario di unità arricchito da un candidato sindaco che ha preso mille voti in più della coalizione. Al contrario, l'avversario del ballottaggio ha preso mille voti in meno delle liste: significa che la città ha già scelto".
La sfida, ora, è unire al ballottaggio "ciò che non si è riuscito ad unire al primo turno". Anche perché, il caso Roseto ha dimostrato che "le divisioni vengono pagate a caro prezzo: in città, abbiamo amministrato e l'abbiamo fatto bene; tuttavia, una parte dell'attuale maggioranza ha deciso di sostenere un altro candidato rispetto al sindaco uscente e gli elettori, questa scelta, non l'hanno capita. Ora, ragioneremo sul dal farsi". Ma è chiaro, e lo lascia intendere il consigliere regionale Dino Pepe, che si tenterà l'accordo con Mario Nugnes, il candidato di Azione, il partito di Carlo Calenda "con cui andrà fatto un ragionamento di respiro regionale".
Inevitabile una riflessione sull'Aquila che tornerà al voto in primavera: "modello Roseto o modello Sulmona?", si è chiesto ironicamente Carlo Benedetti. La risposta ha provato ad articolarla la segretaria comunale Emanuela Di Giovambattista: "Attendevamo le elezioni amministrative come un momento importante di riflessione. Ebbene, sono arrivate risposte piuttosto chiare. Il centrosinistra vince laddove è unito, con un Pd presente che aiuti a costruire la più ampia coalizione possibile. Dividersi per motivi personali, per vecchie ruggini, per egoismi, significa fare un favore alle destre. Fatte queste promesse, anche io sento di lanciare un appello pubblico: mettiamo da parte le pur legittime ambizioni personali, con un centrosinistra largo e unito abbiamo la concreta possibilità di riprenderci la città".