Pugno duro della Lega.
Il consiglio federale del Carroccio che si è riunito ieri sera, presieduto dal segretario Matteo Salvini, ha provveduto all’unanimità ad espellere il consigliere regionale abruzzese Manuele Marcovecchio "per aver promosso e sostenuto iniziative politiche ed elettorali in contrasto con le decisioni del partito".
Lo comunica la segreteria regionale, con una nota stringata.
Marcovecchio, ex sindaco di Cupello, paga il mancato sostegno al candidato sindaco di centrodestra nel comune di Vasto, Guido Giangiacomo, sconfitto al ballottaggio da Francesco Menna; il consigliere regionale ha ispirato la lista civica "La buona stagione" in appoggio alla candidata sindaca Alessandra Notaro.
D'altra parte, Marcovecchio è tra i cinque consiglieri regionali della Lega che, nei giorni scorsi, si sono autosospesi dal partito, pur confermando il sostegno alla maggioranza di centrodestra, in aperto contrasto al segretario regionale Luigi D'Eramo. "La politica è ascolto, fare e coltivare il bene comune. La politica è anche coerenza, nonché divenire e assunzione di responsabilità. Da qualche tempo accusiamo personali e condivise situazioni di disagio all’interno del partito cui abbiamo convintamente aderito, determinate da talune discutibili scelte e azioni di indirizzo politico amministrativo del segretario regionale" hanno messo nero su bianco Marcovecchio e i colleghi consiglieri Antonio Di Gianvittorio, Simone Angelosante, Antonietta La Porta e Fabrizio Montepara. "Avvertiamo, quindi, la necessità di assumere una pausa di riflessione, sospendendoci al momento dal gruppo e nel contempo ribadendo pieno sostegno al governo regionale. Il nostro vuole essere semplicemente un passo di lato, con il quale non intendiamo sbattere nel chiudere porte, rimanendo aperti e pronti a ogni utile confronto".
Una presa di posizione che ha fatto parecchio rumore.
Per ora, il consiglio federale ha espulso solo Marcovecchio, presidente della II Commissione regionale 'Territorio, ambiente e infrastrutture'; una decisione, quella del segretario Salvini, che rafforza la posizione di D'Eramo, considerato vicinissimo al leader del partito, e manda un messaggio piuttosto chiaro anche agli altri 'malpancisti'.
La Lega non intende 'cedere' a bracci di ferro interni che, in queste ore, sono stati interpretati in vari modi: c'è chi si dice convinto che i 5 consiglieri regionali dissidenti siano entrati nell'orbita di Fratelli d'Italia che, da mesi, sta lavorando a depotenziare la Lega, azionista di maggioranza all'Emiciclo con 10 consiglieri e 4 assessori. Altri interpretano il 'passo di lato' come un modo per dare corpo ad un altro gruppo che, nei prossimi mesi - con la regia di Gianfranco Giuliante, sussurranno i maligni - inizierà a lavorare per prepararsi alle prossime elezioni regionali, cercando altri lidi per ottenere una ricandidatura al riparo da rischi se è vero che difficilmente la Lega ripeterà l'exploit del 2019 eleggendo 10 consiglieri.
Ma non si può che notare come Marcovecchio, Di Gianvittorio e Angelosante abbiano partecipato, in piena campagna elettorale per le amministrative, al comizio del ministro Gianfranco Giorgetti a Roseto disertando, invece, la visita di Salvini a Lanciano; considerato che il consiglio federale di ieri è stato convocato per un resa dei conti tra il ministro allo Sviluppo economico e il segretario che, ai giornalisti, ha ribadito di "decidere lui" la linea politica del movimento, è evidente come la cacciata di Marcovecchio possa anche essere letta 'dentro' lo scontro che si sta consumando nella Lega tra l'ala governista e quella sovranista.
Ora, non resta che attendere gli sviluppi della vicenda; che cosa faranno gli altri 'malpancisti'? La spaccatura rientrerà o i consiglieri autosospesi vireranno verso il gruppo Misto? E che cosa farà Marsilio se la Lega porrà il tema della presidenza della II Commissione, reclamando la poltrona per un suo esponente vista l'uscita di Marcovecchio? Staremo a vedere.
La Porta e Montepara revocano autosospensione
L'espulsione di Marcovecchio ha sortito, come effetto immediato, anche il rientro nei ranghi di altri due consiglieri frondisti, Antonietta La Porta e Fabrizio Montepara, che in settimana si erano autosospesi dal partito in polemica con il segretario regionale Luigi D'Eramo.
“Dopo un proficuo incontro con il segretario regionale della Lega Abruzzo, l'norevole Luigi D’Eramo, durante il quale abbiamo avuto modo di analizzare e chiarire reciprocamente tutti i dubbi e le perplessità" scrivono i due "abbiamo comunicato allo stesso la nostra volontà di revocare l’auto sospensione dal partito”.