Il Comune dell'Aquila, a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno, ha comunicato ai proprietari delle particelle di terreno interessate dal progetto di variante all'abitato della frazione di Sassa l'avvio del procedimento per il rilascio dell'autorizzazione all'accesso alla proprietà finalizzato alla "esecuzione delle indagini geognostiche, topografiche e conoscitive necessarie alla localizzazione e alla progettazione delle opere".
Si tratta di un passaggio preliminare all'espletamento delle procedure per l'acquisizione delle aree.
Un passo indietro.
La così detta variante, che dovrà consentire di alleggerire il traffico nella strettoia dell'abitato della popolosa frazione aquilana, è un'opera attesa da decenni.
Dopo anni di ritardi, nel febbraio 2021 è finalmente arrivata la firma sull'accordo di programma tra Comune e Provincia dell’Aquila: i fondi per l'opera, pari a 1,6 milioni di euro, saranno messi a disposizione dalla Provincia mentre il Comune, in qualità di soggetto attuatore, si occuperà dei lavori del nuovo tratto stradale, che avrà una lunghezza di circa 700 metri. Va aggiunto, per completezza d'informazione, che lo stanziamento è stato ereditato dall'attuale amministrazione provinciale, a valere sul piano triennale 2018-2020, a seguito di una rimodulazione discussa e condivisa con la precedente amministrazione comunale di centrosinistra che, nel cassetto, aveva lasciato il progetto di variante inserito nel più ampio masterplan per la nuova scuola.
Ci sono voluti 3 anni e mezzo per la firma sull'accordo di programma, e altri 9 mesi per l'avvio del procedimento d'accesso alle proprietà che dovranno essere espropriate per realizzare l'opera; 9 mesi caratterizzati da un lungo silenzio dell'amministrazione attiva che, ad oggi, non ha ancora spiegato alla comunità di Sassa l'esatto tracciato della variante: non ne sono a conoscenza neppure i cittadini che, in questi giorni, hanno ricevuto le raccomandate a firma dell'architetto Roberto Evangelisti, coordinatore della struttura del commissario (si è proceduto, infatti, in base all'articolo 7 ter del Decreto legge 22/2020, il Decreto Scuola per intenderci, che individua i sindaci quali commissari per l'edilizia scolastica: la variante è stata considerata a servizio della nuova scuola che verrà realizzata a Sassa e, per questo, si è potuto beneficiare dei poteri commissariali).
A quanto si è potuto apprendere in queste ore, si è fatto un passo indietro rispetto all'ipotesi progettuale che era prevista nel Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile, che pure già si discostava dal progetto organico all'abitato che i cittadini di Sassa avevano elaborato in occasione della discussione sul masterplan del nuovo plesso scolastico e che era stato sottoposto all'amministrazione attiva nella fase delle osservazioni; sembra si sia tornati addirittura al tracciato previsto dal piano regolatore del '75.
Un modo per accelerare nella realizzazione dell'opera, evidentemente, e portare a casa un risultato atteso in vista delle elezioni amministrative; in questo modo, però, non si è tenuto conto delle istanze dei cittadini che vivono la frazione di Sassa e che chiedevano di essere coinvolti nelle scelte progettuali, considerato il lungo lavoro fatto sul masterplan.
"Trovo sconcertante che la popolazione non sia stata informata e coinvolta" l'affondo di Quirino Crosta, segretario del circolo Pd di Sassa e tra i promotori del percorso partecipativo che si è sviluppato in decine e decine di assemblee. "Abbiamo una proposta organica, già tracciata e definita nelle sue linee generali da decine di assemblee pubbliche e di progettazione partecipata. Siamo stati proponenti e animatori dell'avvio di un percorso di partecipazione con l'Assessora Carla Mannetti all'interno del Pums; all'incontro hanno partecipato l'assessora, col consigliere Luca Rocci e il Dirigente Nicolino D'Amico per la provincia. Tuttavia siamo stati completamente esclusi dai processi successivi, col percorso inspiegabilmente interrotto dal sindaco Biondi nella sua incontrollabile smania di controllo".
Ha aggiunto Crosta: "Chiediamo da tempo una infrastrutturazione che consenta di riqualificare la vecchia strada, con corsie ciclopedonali connesse a 'pettine' con il nuovo tracciato, realizzando, dunque, non solo una complanare ma spazi pubblici per la frazione, dalla piazza ai marciapiedi" così che non si realizzi soltanto una variante ma si colga l'occasione di una vera e propria riqualificazione urbanistica del territorio.
Che poi, non è stato ancora chiarito dalle amministrazioni provinciali e comunali come mai non sia stato inserito nell’accordo di programma, che costituisce di fatto anche variante urbanistica, l’acquisizione della nuova area di proprietà dell’Istituto Agrario, e quindi della Provincia, su cui si è deciso di spostare la costruzione del nuovo plesso scolastico rispetto al sito che era stato individuato inizialmente col masterplan.
L'auspicio è che nei prossimi giorni l'amministrazione attiva possa illustrare compiutamente il progetto, coinvolgendo i cittadini di Sassa.