di Marco Signori - Ce n’è di strada da fare, per una Regione che sia facile.
All’insediamento del Consiglio la prima cosa da registrare è la impraticabilità di campo per i giornalisti. Sala stampa fuori uso, sala dell’Assemblea irraggiungibile per un muro di persone a vario titolo ospiti dell’assise. Uno schermo all’aperto, sotto il solleone, ha parzialmente sopperito alle clamorose carenze logistiche. “Del palazzetto ex Gil sede del Consiglio regionale ancora inagibile a causa del sisma? Non ne so ancora nulla…” dice il presidente Luciano D’Alfonso.
La giornata era iniziata con un manipolo di sindaci dell’aquilano bloccati da un usciere che voleva impedirgli l’accesso. Insorge il primo cittadino di Calascio, Antonio Matarelli, sarà poi l’autista della ministro Maria Carmela Lanzetta a dirimere la questione consentendo l’accesso degli amministratori in Aula.
Tra gli ospiti, c’è di tutto un po’. Famigliole al seguito dei neoeletti, vescovi, persino rappresentanti della Marina che qui, all’ombra del Gran Sasso, suscitano sempre una certa ilarità. E poi presidenti emeriti, del Consiglio e della Giunta, sindacalisti, sindaci. Quello di Sulmona Peppino Ranalli si scusa col collega di Vasto Luciano Lapenna per aver accompagnato i figlioli alla Grotta del Saraceno per la villeggiatura e non averlo chiamato. Un buffetto risolve tutto. E poi quella pletora di portaborse pronti ad una collocazione nei folti staff di assessori e consiglieri.
Per alcuni è un ritorno, dopo cinque anni di pausa. Come per Fulvio Angelini che avrà con Giovanni Lolli lo stesso incarico che ebbe con Enrico Paolini. I più trasversali restano, com’è d’obbligo, gli autisti. Franchino - il vezzeggiativo non tradisca la stazza - fa sornione il suo ingresso all’Emiciclo: al servizio di Gianfranco Giuliante fino a qualche giorno fa, ora con lo stesso inconfondibile sorriso porterà a spasso il neo vice presidente della Giunta.
Nella platea d’onore tra gli ex governatori manca Ottaviano Del Turco, ma c’è Nicola Trifuoggi, il magistrato che lo arrestò e che oggi ha saltato la barricata impegnandosi in politica. Ci sono anche i presidenti delle Province, che sembrano subire sulla propria pelle le conseguenze dei tagli: molto dimagrito Antonio Del Corvo, quasi irriconoscibile il collega di Chieti Enrico Di Giuseppantonio.
A fare per primi il loro ingresso in un’aula ancora deserta ad eccezione di qualche commesso le matricole del Pd Silvio Paolucci, Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani. Poi alla spicciolata tutti gli altri. Ultimi, quasi da far temere una clamorosa defezione, i rappresentanti del centrodestra e Gianni Chiodi. Per tutti, saluti, baci e abbracci di rito. Gelido “ciao” tra la senatrice Stefania Pezzopane e l’ex governatore, al quale stenta a stringere la mano anche Romeo Ricciuti, che più tardi si intratterrà invece a lungo con Luciano D’Alfonso.
Capannello, nel Transatlantico en plein air, dei consiglieri grillini col parlamentare di Forza Italia Paolo Tancredi. Incuriosito dall’incontro che sa di trattativa per la scelta delle cariche che spettano alle opposizioni, al collega Filippo Tronca viene impedito di riprendere. L’aria che tira si capisce subito, con l’elezione dei vice presidenti: qualche voto del centrosinistra finisce a Paolo Gatti di Forza Italia. Insorge il Movimento 5 Stelle, che per ora non ottiene neanche una delle figure di garanzia.
La decima legislatura è solo all’inizio. Se ne vedranno delle belle.
di Marco Signori