Altro giro, altro sondaggio.
E' stato fatto trapelare, nei giorni scorsi, che Giovanni Lolli - già presidente vicario di Regione Abruzzo - ha commissionato un sondaggio per testare il gradimento del sindaco Pierluigi Biondi e di alcune personalità del centrosinistra: ebbene, stando ai pochi dati diffusi - la rilevazione non è stata pubblicata - emergerebbe che la partita è apertissima, col centrodestra che sconterebbe un giudizio non esattamente positivo sull'operato del primo cittadino, e che alcuni esponenti del campo progressista sarebbero addirittura favoriti nel 'corpo a corpo' del ballottaggio contro il sindaco uscente; in particolare Massimo Cialente, avanti di parecchi punti percentuale, Stefania Pezzopane e Americo Di Benedetto, poco sopra Biondi.
In serata, invece, è stato pubblicato un altro sondaggio, commissionato a Dire-Tecné da Fratelli d’Italia, secondo le regole previste in materia di diffusione dei rilevamenti demoscopici. Ne emerge un quadro sostanzialmente diverso: sei gli scenari possibili e in tutti e sei l’attuale sindaco otterrebbe la maggior parte dei consensi.
Alla domanda “chi voterebbe come sindaco”, nel primo scenario l’attuale primo cittadino strapperebbe il 51,9% dei voti a fronte del 30,7% del consigliere comunale e regionale Americo Di Benedetto; nel secondo scenario Biondi otterrebbe il 52,8% delle preferenze a fronte del 31% di Stefano Palumbo, capogruppo del Pd in Consiglio comunale; nel terzo scenario, quello che vedrebbe correre per la poltrona di sindaco Biondi e Carlo Benedetti, presidente della commissione regionale di garanzia del Partito Democratico, il sondaggio parla di un 52,5% delle preferenze per l’attuale sindaco, con Benedetti al 30,9%. Quindi il quarto scenario, con Pierluigi Biondi al 52,5% a fronte del 34,2% di voti che incasserebbe la deputata Pd Stefania Pezzopane. Nel confronto con l’ex sindaco Massimo Cialente, Biondi incasserebbe invece il 52,9% dei voti a fronte del 30,6% di Cialente. Infine, lo scenario che vedrebbe Biondi contendersi il ruolo di primo cittadino con l’ex presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli: secondo le rilevazioni, anche in questo caso Biondi otterrebbe il maggior numero di preferenze (51,1%) con Lolli che si fermerebbe al 30,4%.
Usiamo le stesse parole che abbiamo speso per commentare gli 'spifferi' sul sondaggio commissionato dall'ex presidente vicario della Regione: rilevazioni di questo tipo, effettuate mesi prima delle elezioni - senza che siano ancora maturi i perimetri delle coalizioni in campo e i profili programmatici delle candidature a sindaco - non possono che essere interpretate come un'analisi di contesto, e nulla più. Le intenzioni di voti, espresse oggi, sono da considerarsi volatili. E' di tutta evidenza che se si fosse commissionato un sondaggio nel novembre 2016, il profilo di Pierluigi Biondi non sarebbe risultato vincente; d'altra parte, i sondaggi a 6 o 7 mesi dalle amministrative di Roma o di Napoli non avrebbero restituito l'esito che è poi maturato dalle urne, con la larga vittoria del campo progressista intorno alle candidature di Roberto Gualtieri e Gaetano Manfredi.
Una analisi di contesto utile, tuttavia, per fotografare il momento; una analisi di contesto che non dovrebbe lasciare tranquillo Biondi. D'altra parte, il fatto stesso che il centrodestra abbia sentito il bisogno di commissionare un sondaggio così prematuramente, senza che si conosca il nome dello o degli sfidanti per la carica di sindaco, è un segnale di preoccupazione evidente; si è sentita la necessità di dare una risposta, di dimostrare all'opinione pubblica una solidità ed una forza di cui non si è convinti fino in fondo.
Ma non è questo il punto.
Il sondaggio Dire-Tecné ci dice che c'è un altissimo tasso di cittadini indecisi o che dichiarano, oggi, si asterrebbero, che va dal 42,7 (in un possibile scontro tra Biondi e Lolli) al 45,8% (in un confronto tra Biondi e Cialente). E' chiaro che ciò è dovuto ad una mancanza di chiarezza sui candidati in campo e sui perimetri delle coalizioni che li sosterranno; è altrettanto chiaro, però, che ciò dovrebbe preoccupare Biondi più che il centrosinistra, se è vero che parliamo del sindaco uscente ufficialmente ricandidato per un secondo mandato.
Di fatto, Biondi non convince il 43% circa degli intervistati e sarebbe bocciato, in media, da oltre il 47% (in alcuni scenari si supera il 48%) dei cittadini che hanno risposto, invece, di preferire lo sfidante indicato o altri candidati. La sua percentuale di gradimento, in altre parole, che va dal 51,1% (in caso di sfida con Lolli) al 52,9% (in caso di sfida con Cialente), fa riferimento a poco più della metà del campione testato.
Saranno decisivi gli indecisi: dunque, anche dal sondaggio di Fratelli d'Italia, che pure offre uno spaccato diverso dalla rilevazione del centrosinistra, col sindaco uscente in vantaggio su tutti gli avversari testati, emerge come la partita sia assolutamente contendibile.
Ciò chiama in causa il centrosinistra.
Ancora non è chiaro se i progressisti si presenteranno con una larga coalizione, dalla sinistra al Passo Possibile, o se saranno in campo due candidature: il clima, nelle ultime ore, si è fatto più teso, anche per la decisione di Americo Di Benedetto di non sedersi al tavolo regionale allargato convocato lunedì all'Emiciclo. Staremo a vedere ciò che accadrà nei prossimi giorni: ad inizio della prossima settimana dovrebbe riunirsi il tavolo cittadino.
Sta di fatto che i candidati testati oscillano tra il 30,4% di Lolli e il 34,2% di Pezzopane, con gli altri divisi da qualche decimale (Palumbo 31%, Benedetti 30.9, Di Benedetto 30,7, Cialente 30,6): di nuovo, ciò è dovuto al fatto che non ci sono ancora candidature definite e, dunque, le preferenze raccolte nel sondaggio - più o meno simili, con un leggero vantaggio per la deputata Pezzopane - vanno attribuite all'elettorato di centrosinistra che, in qualsiasi scenario, voterebbe la coalizione progressista. Il nocciolo duro, per intendersi. Difficile a dire che cosa succederebbe se i candidati in campo fossero più di uno. D'altra parte, si evince che, al momento, non ci sono candidati alternativi a Biondi capaci di 'scaldare i cuori' degli elettori, allargando il fronte alternativo al centrodestra.
Ciò rende evidente che, per sperare di vincere le elezioni, il centrosinistra - che si presenti unito o diviso - dovrà puntare su un campo largo e su un programma di governo credibile che sia in grado di convincere gli indecisi e di attirare elettorato che, al momento, si asterrebbe.
C'è un altro dato, però, che va tenuto in debita considerazione: c'è una fetta di intervistati, che oscilla tra il 13,3% (in una sfida tra Biondi e Pezzopane) e il 18,5% (in caso di scontro tra Biondi e Lolli), che preferirebbe altri candidati, che non ha intenzione di votare, cioé, né per Biondi né per i profili di centrosinistra testati. E' un dato nient'affatto banale. Difficile dargli una cornice: certo è che, stante la candidatura certa del sindaco uscente - a meno di clamorosi scossoni dei prossimi mesi - si può presumere chiami in causa maggiormente gli elettori tendenzialmente di centrosinistra che mostrerebbero, così, una spinta al rinnovamento.
Il sondaggio Dire-Tecné ha testato anche il gradimento dei partiti: in testa il Partito democratico, col 25%; segue Fratelli d'Italia al 21,9%, la Lega al 19,8%, Forza Italia al 9%, altri partiti di centrosinistra all'8,4%, Movimento 5 Stelle al 6,9%, Sinistra Italiana all'1,9%, altri partiti di centrodestra all'1,3%, altri partiti al 5,8%. Anche in questo caso la percentuale di astensionisti-incerti si attesta al 47,9%.
In termini di coalizione, i partiti di centrodestra sarebbero, dunque, al 52%. Tuttavia, il sondaggio lascia davvero il tempo che trova: infatti, alle elezioni amministrative a fare la differenza è la composizione delle liste più che il voto d'opinione, i candidati e le loro relazioni sul territorio più che i simboli di partito (che pure contano).