Mercoledì, 26 Gennaio 2022 15:47

Elezione del Presidente della Repubblica, altra fumata nera. Tensione su Casellati

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Anche la terza votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica si è conclusa con una fumata nera.

Oggi le urne alla Camera si sono aperte alle 11 e poco dopo le 14 è iniziato lo spoglio: tante le schede bianche e 125 voti per Sergio Mattarella seguito da Guido Crosetto, che ha preso 115 preferenze, quasi il doppio rispetto ai grandi elettori Fdi (63 in tutto). Il nome del co-fondatore di Fratelli d'Italia era stato proposto, a scrutinio iniziato, dalla leader Giorgia Meloni "per smuovere le acque" mentre Lega e Forza Italia hanno annunciato scheda bianca sebbene la coalizione, nella serata di ieri, fosse orientata a 'misurarsi' sul nome di Carlo Nordio

Segno che il centrodestra naviga in acque agitatissime; tant'è vero che la rosa dei tre nomi formalizzata ieri - oltre a Nordio, Letizia Moratti e Marcello Pera - è già sfiorita.

Intanto, le trattative tra i partiti proseguono in modo serrato; sono ore febbrili, queste, che separano il Parlamento dalla quarta votazione: da domani, basterà la maggioranza del 50% + 1 dei grandi elettori (505 voti) per eleggere il capo dello Stato. 

Tensione per il presunto tentativo della Lega di forzare la mano candidando la presidente del Senato Elisabetta Casellati: "Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione (FdI, ndr), contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto" ha avvertito il segretario del Pd Enrico Letta. Stesso ragionamento espresso dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante un colloquio avuto in Transatlantico alla Camera con un gruppo di parlamentari del M5S: se il centrodestra dovesse mettere sul tavolo un nome divisivo si rischierebbe seriamente di spaccare la maggioranza di governo.

Il segretario dem ha avuto un lungo incontro con Matteo Renzi "per concordare i prossimi passi" e confermare che il Pd è contrario a una candidatura di parte che spacchi la maggioranza. E che farà il possibile per bloccarla. Fuori da Montecitorio ha parlato anche Giuseppe Conte, rimarcando la linea del M5S, ossia sì a Draghi ma a capo del governo: "Oggi che la nave è ancora in tempesta, il M5S dice sì a Draghi. Anzi lo rafforza perché le emergenze ci sono ancora adesso. Diciamo sì alla visione di cui lo abbiamo investito, il M5s è disponibile a rilanciare e supportare l'azione di governo per un patto coi cittadini".

"Il mio tentativo è dialogare - ha tenuto a ribadire Matteo Salvini - ma per farlo bisogna essere in due. Se mi siedo a un tavolo e mi dicono 'sono pronto a dialogare ma qualunque nome tu mi faccia è no', allora si capisce che è un dialogo un po' particolare. Noi dei nomi li abbiamo fatti. Speriamo che ce ne sia uno di questi nomi che vada bene, dopo 30 anni uno non di sinistra".

In questo quadro, "Draghi e Casini restano le scelte migliori" la presa di posizione di Matteo Renzi. 

Della giornata restano quei 115 voti conferiti a Sergio Mattarella, la cui figura si staglia sempre più ingombrante all'orizzonte.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Gennaio 2022 16:08

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