Ammonta a circa 45 milioni di euro, comprensivo dei 15 necessari per l’insediamento della scuola nazionale dei Vigili del fuoco nel progetto Case, l’investimento che l’amministrazione comunale ha programmato per interventi su scuole, viabilità, rigenerazione urbana e nuove infrastrutture nel territorio di Sassa.
È quanto ha ribadito il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nel corso di una assemblea pubblica che si è tenuta giovedì sera nella ex palestra della scuola elementare della frazione, cui ha partecipato l’assessore comunale alla Mobilità, Carla Mannetti.
"Abbiamo portato all’attenzione della popolazione di Sassa gli interventi programmati dall’amministrazione e le novità che riguarderanno questo territorio, per alcune leggi nazionali; la scuola dei Vigili del Fuoco, il progetto dell’Istituto Onnicomprensivo che raggrupperà tutte le scuole, la nuova viabilità con la variante da oltre 2 milioni di euro, finanziata grazie a fondi della provincia. E ancora: l’intervento a valere sui fondi della rigenerazione urbana per l’ex Sercom e altre opere su raccolta rifiuti, tratti fognari, impiantistica sportiva. Abbiamo avuto un confronto con i cittadini per ascoltare le loro richieste e raccogliere dubbi e perplessità".
L'incontro è stato organizzato dagli ex consiglieri del Ctp di Sassa Rita Giusti, Italo Galgani e Alessandro Di Cosimo, vicini al centrodestra.
In sala anche il segretario del circolo del Pd di Sassa Quirino Crosta che ha affidato a NewsTown alcune riflessioni. "Siamo felici che finalmente, anche se dopo 5 anni di richieste cadute nel vuoto, ci sia stata un’assemblea pubblica con il sindaco e i suoi collaboratori. Spiace dover rilevare però che l’assemblea sia stata concessa dal primo cittadino solo in virtù della richiesta dei tre ex Ctp e non per le richieste fatte in 5 anni da cittadini comuni; spiace dover pensare che esistano cittadini di serie A e cittadini di serie B".
"Perché riesumare il fantasma del consiglio di partecipazione, se è stato fatto decadere proprio con le dimissioni dei 3 ex consiglieri organizzatori?", si chiede Crosta; "e perché ricorrere al Ctp se il Sindaco nei suoi 5 anni di mandato non li ha riconosciuti?".
Ma andiamo ai progetti. "45milioni di euro sono un’enormità, una mole di denaro pubblico che trasformerà radicalmente il territorio: i cittadini hanno il diritto di sapere come e quando cambieranno le loro vite. Abbiamo chiesto un cronoprogramma con dati e date certe: il sindaco ci ha risposto che non si può fare. Tre quarti dei progetti proposti appartengono al lavoro fatto nel Masterplan 2016. La maggior parte dei lavori sono le proposte su cui abbiamo lavorato e per cui ci siamo battuti per cinque anni. Ci fa piacere che il nostro lavoro e la nostra presenza siano servite".
Il nuovo plesso scolastico, la nuova strada, i semafori, la messa in sicurezza del fronte franoso per la strada fra San Martino e Foce di Sassa, i collettori fognari con gli allacci per tutte le frazioni alte, il raddoppio del depuratore, la ciclo pedonale del torrente Raio, la sentieristica fra le frazioni, il recupero della ex Sercom, il recupero della ex scuola di Sassa Scalo e tanto altro: "dove sono gli strumenti amministrativi e urbanistici? Tutte le Scuole Nazionali previste, quella dei VVFF, quella dell’Amministrazione Pubblica, quella della Protezione Civile, sono varianti significative e sostanziali al Piano Regolatore e non possono essere decise né in camera caritatis né con un PRG vecchio di 50 anni".
E a proposito del nuovo plesso scolastico, Crosta denuncia "confusione sul consumo di suolo e tempi che arrivano al 2023 per la gara d’appalto. Si provvederà al ripristino dei terreni occupati dai MUSP grande e piccolo? Altrimenti quale consumo evitiamo? Su questo intervento ci sono state fornite, oltre gli importi, le date: maggio 2022 progettazione definitiva, agosto 2022 progettazione esecutiva, primi mesi del 2023 gara d’appalto. Insomma, nessuna nuova scuola neppure per il 2023 visto che per la realizzazione occorreranno almeno 2 anni".
Sulla ex scuola di Sassa Scalo e sulla ex Sercom: che senso ha, ad un chilometro di distanza, realizzare due strutture simili, destinate a ricreatività e sport? "Non vogliamo nuove cattedrali nel deserto. Che uno dei due venga abbattuto per creare un parco verde. Chi e con quali risorse gestirebbe due impianti così impegnativi e complessi? Che si faciliti la nascita di una cooperativa di comunità, così come previsto dalla legge regionale dell’8 ottobre 2015, n°25".
Nel masterplan 2016 era stata proposta la realizzazione di un asilo nido: "che ce ne sia uno nel nuovo edificio di Sassa Scalo insieme ad un parco".
Arriviamo alla nuova variante, attesa e sognata da 50 anni: si procederà alla realizzazione di una strada di quartiere, già prevista tra l'altro dal vecchio PRG, soluzione che il Ctp stesso aveva bocciato. "La risposta del sindaco è stata disarmante: si è assunta questa scelta per fare prima e perché il PRG quello è, quello teniamo e non ci possiamo fare niente. Perché barattare un progetto di rigenerazione urbana potente, partecipato e innovativo con una stradicciola vecchia mezzo secolo, perché rinunciare alle opere di urbanizzazione, all’illuminazione, ai marciapiedi, alla ciclopedonale, alla sistemazione verde, alle connessioni con il tessuto esistente? Nessuno lo sa. Però sappiamo che entro metà aprile avremo la validazione della progettazione definitiva ed esecutiva, entro l’estate avremo l’appalto integrato e entro sei mesi la realizzazione".
Sulle fognature. invece, l’attuale Presidenza della Gran Sasso Acqua eredita il lavoro prezioso dell’ex presidente Americo Di Benedetto: "la realizzazione del collettore primario, del depuratore in fase di conclusione e la progettazione dei collettori secondari per le frazioni alte. Si sarà omesso di raccontarlo, per dimenticanza forse. Siamo felici che le nostre battaglie e le nostre sollecitazioni abbiano avuto utilità".
Infine, l’antenna di Pagliare di Sassa: "Abbiamo informato noi l’attuale amministrazione, la medesima che nel settembre 2017 ha autorizzato la realizzazione dell’antenna di 35 metri esistente, che il suolo su cui sorge è di sua proprietà e che è in scadenza di concessione. Proponiamo di rivedere la concessione, di far smontare quel turpe obbrobrio ambientale in favore di una localizzazione più consona".
Dunque, Crosta ha voluto tirare le fila di queste riflessioni: "45 milioni di euro non possono essere usati come fumo negli occhi per 5 anni di disservizi, degrado e abbandono culturale – politico e sociale delle frazioni. Se non è stato fatto nulla finora, neppure una programmazione, nonostante il programma di mandato 2017, come possiamo credere ai 45.000.000,00 di euro? Una riflessione la rivolgiamo ai cittadini e alle cittadine: è troppo facile presentarsi nelle frazioni dopo 5 anni di silenzio, annunciando interventi milionari, promettendo opere stratosferiche senza avere in mano delibere e determine, capitoli di bilancio comunale e progetti approvati in giunta e in consiglio comunale. A 4 mesi dalle elezioni, fare annunci da sogno e dare la responsabilità di eventuali fallimenti ai tempi della burocrazia anche no, grazie".