Venerdì, 11 Luglio 2014 14:55

Consiglio regionale, Febbo presidente della Commissione Vigilanza: l'ira dei 5 stelle

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Bufera intorno all'elezione di Mauro Febbo (Forza Italia), ex assessore, alla presidenza della Commissione Vigilanza del Consiglio regionale. E non solo perché il grande favorito era Lorenzo Sospiri, il padre della contestatissima legge elettorale d'Abruzzo. L'elezione di Febbo conferma l'importanza crescente - in seno ai forzisti - di Fabrizio Di Stefano e crea qualche scompenso negli equilibri del centrodestra: l'ex assessore, infatti, è capogruppo in Consiglio regionale di Forza Italia e, per prassi istituzionale, dovrebbe lasciare la guida del gruppo. A chi, però?

Non solo. A ribellarsi con forza all'elezione di Febbo è il Movimento 5 Stelle. La capogruppo Sara Marcozzi, a margine del primo consiglio regionale, era stata molto chiara: la presidenza della Commissione vigilanza, aveva detto, "dovrà necessariamente andare al M5S, altrimenti potrete tutti tranquillamente parlare di dittatura". I cittadini pentastellati non avevano preso affatto bene l'elezione dell'ufficio di presidenza, equamente suddiviso tra centrosinistra e centrodestra: presidente Di Pangrazio, Paolini (centrosinistra) e Gatti (centrodestra) alla vicepresidenza, Monaco (centrosinistra) e D'Ignazio (centrodestra) consiglieri segretari.

"Noi ci abbiamo provato, abbiamo provato a ragionare sul fatto che all’interno dell’Ufficio di Presidenza tutte le forze di opposizione dovessero essere equamente e proporzionalmente rappresentate", aveva spiegato Sara Marcozzi. "Il M5S è la prima forza politica di opposizione con il 21,27% ma, come al solito, Partito Democratico e Forza Italia, perfettamente allineati al modus operandi in voga in Parlamento, si sono mostrati fintamente divisi in campagna elettorale e solidalmente uniti nella spartizione degli incarichi e, soprattutto, delle indennità aggiuntive".

Poi, la sfida: vogliamo la presidenza della Commissione vigilanza che, invece, è andata a Forza Italia. "Non si mostrino offesi se parliamo di inciucio. Non facciano i finti indignati se li chiamiamo partito unico. E’ esattamente quello che sono PDL (oggi FI) e PD-L. Ma, ahinoi, lo sapevamo!", ha attaccato Marcozzi. "E' accaduto esattamente ciò che immaginavamo: la coalizione di centro-sinistra è andata di nuovo in soccorso di FI! Persino nell’assegnazione della Presidenza della Commissione di Vigilanza - ha attaccato la capogruppo del Movimento 5 Stelle - in violazione di una prassi consolidata e mai interrotta, quella secondo cui nelle precedenti legislature, mai la maggioranza ha espresso preferenze sul Presidente della Vigilanza alterando la volontà delle opposizioni".

Cosa è accaduto? Il M5S ha votato compatto il proprio candidato: Sara Marcozzi, appunto. Che ha ottenuto i 6 voti dei 'pentastellati'. Il consigliere Mauro Di Dalmazio di Abruzzo Futuro ha dichiarato di votare per sé, raccogliendo anche il voto di NCD, per un totale di 2 voti. Forza Italia, invece, ha deciso all’ultimo minuto di non candidare più Lorenzo Sospiri presentando il nome del consigliere più anziano: Mauro Febbo. E il capogruppo di Forza Italia ha ottenuto 6 voti: per anzianità, dunque, ha ottenuto la presidenza della Commissione.

L’opposizione però, sottolinea Marcozzi, "è formata da 13 consiglieri. Quel voto della maggioranza – senza il quale il M5S avrebbe avuto la meglio - ha inficiato e determinato la Presidenza della Commissione di Vigilanza. Siamo all’assurdo: dopo aver regalato (con 3 voti) la Vice Presidenza del Consiglio a FI e (sempre con tre voti) il Segretario a NCD, oggi la maggioranza ha determinato con il proprio voto quello che sarà il proprio controllore, Forza Italia. Ne saranno certamente contenti gli elettori del PD".

Infine, l'affondo: "il controllato che controlla il proprio controllore, siamo all'aberrazione!"

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