Al termine di un lungo braccio di ferro sull'ammissibilità di migliaia di emendamenti presentati dai consiglieri di opposizione, la seduta del Consiglio regionale riunita nel pomeriggio all'Emiciclo è stata sciolta per mancanza del numero legale e rinviata a martedì prossimo.
All'ordine del giorno, il progetto di legge n. 245/2022 recante la "Semplificazione del sistema regionale mediante abrogazione di leggi regionali", un provvedimento che mira al taglio di decine di norme considerate inutili; a rallentare i lavori, lo scontro sull’ammissione degli emendamenti presentati dalle minoranze che hanno denunciato l'illegittima bocciatura, in commissione bilancio, di mille proposte di modifica di natura finanziaria "con la motivazione inaccettabile che non c’era copertura perché i capitoli sono vuoti": tutto ciò, secondo le forze di opposizione, mentre il centrodestra aveva inserito i propri emendamenti, tra cui quello sul contributo di 180mila euro per gli europei di pallavolo fissati per il prossimo mese di settembre.
Poco dopo le 20, dopo ore di lavoro caratterizzate dall’esame di 319 emendamenti, questa volta non di natura finanziaria e quindi non cassabili, la maggioranza si è dovuta arrendere ed è venuto meno il numero legale.
"Il centrodestra calpesta il regolamento consiliare e le prerogative delle minoranze e, ancora una volta, interpreta le regole solo a proprio vantaggio. Uno spettacolo indecoroso quello andato in scena durante il Consiglio di oggi, che ha visto approvati solo gli emendamenti proposti dalla maggioranza”, la durissima protesta dei consiglieri dei gruppi di centrosinistra Pd, Legnini Presidente, Gruppo Misto e Abruzzo in Comune. "La Presidenza ha delegittimato il ruolo della Prima Commissione per evitare che esprimesse un parere finanziario sulle centinaia di emendamenti presentati – l'affondo dei consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo De Benedetto, Marianna Scoccia e Sandro Mariani – e attraverso ripetute forzature, ha fatto passare solo gli emendamenti di parte, inserendoli in materie che nulla avevano a che fare con l’oggetto delle modifiche proposte e facendo decadere tutti quelli della minoranza. Un gioco al massacro che di fatto mette di nuovo il bavaglio alla dialettica politica e che non tollereremo più".
Da oggi in poi sarà battaglia dura su ogni provvedimento, promette il centrosinistra: "non si può ridurre la Commissione a un fantoccio, né si può asservire il Consiglio a logiche di potere che non trovano giustificazione nelle regole e nella contrapposizione politica. Una pratica davvero d’altri tempi, metodi che nulla hanno di utile per la comunità che rappresentiamo e che ha bisogno di un Governo regionale capace di dare risposte e non di cercare ogni pretesto per mostrare i muscoli".
Sulla stessa lunghezza d'onda il Movimento 5 stelle: "Oggi, davanti alle forzature continue del regolamento del centrodestra, abbiamo detto basta. Non si può impedire il confronto nelle istituzioni solo perché non si hanno più numeri certi in maggioranza", il commento della capogruppo Sara Marcozzi a margine dei lavori. "Non si possono negare le prerogative dell'opposizione solo perché non si è in grado di approvare i provvedimenti seguendo le regole. Non si può mettere il silenziatore a Consiglieri regionali che portano le istanze dei territori dentro l'Emiciclo. Il Consiglio regionale di oggi si è concluso prima dell'approvazione delle norme previste all'ordine del giorno perché questa maggioranza, divisa in più parti, non è stata in grado nemmeno di tenere il numero legale".
Si dimostra un'improvvisazione continua che rischia di fare il male dell'Abruzzo. "In questi anni di emergenza sanitaria ed economica, il Movimento 5 Stelle ha fatto il proprio dovere di opposizione responsabile", rivendica Marcozzi; "abbiamo messo davanti a ogni cosa gli interessi degli abruzzesi. Abbiamo lavorato affinché venissero approvate norme per stanziare risorse per i cittadini che, puntualmente, Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno bloccato nei cassetti della regione per la cronica lentezza di rendere esecutivi i fondi stanziati in Consiglio. Adesso è il momento che il centrodestra si dimostri in grado di governare la regione. Altrimenti è preferibile che tolgano il disturbo in fretta".