A sorpresa, l'ex governatore Gianni Chiodi e l'ex presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, e con loro gli ex consiglieri Nicoletta Verì, Alessandro Petri e Carlo Masci, hanno presentato ricorso al Tar per l'annullamento delle elezioni regionali del 25 maggio che hanno incoronato Luciano D'Alfonso.
A scriverlo Antonio De Frenza, sulle pagine de 'Il Centro' stamane in edicola. Viene contestata l'illegittimità dell'ammissione delle candidature dell'ex sindaco di Pescara e delle liste collegate nella coalizione di centrosinistra, perché "i nomi dei candidati sarebbero stati trascritti successivamente alle firme degli elettori presentatori". In particolare, Chiodi e Pagano rilevano un "difetto di compatibilità cronologica, poiché tutti i collegamenti recano la data del 24 o 25 aprile 2014 mentre le firme sarebbero state apposte prima della dichiarazione di apparentamento".
E non può valere, sostengono i ricorrenti, la "laconica" dichiarazione di collegamento di D’Alfonso, qualche giorno prima, senza peraltro che i rappresentanti delle liste interessate formulassero contemporaneamente una dichiarazione di collegamento al candidato presidente: la norma infatti, precisano gli avvocati dei ricorrenti Alessandro Piccinini e Leo Nello Brocchi, stabilisce che "il patto di coalizione è reso con dichiarazioni convergenti".
Rilievi anche sulla lista del Partito Socialista Italiano che mancherebbe delle firme dei presentatori, passaggio necessario dato che il Psi non ha gruppi autonomi costituiti né in Parlamento né in Consiglio regionale. E infatti per il Psi, notano i ricorrenti, "ha fatto dichiarazione esonerativa un esponente del Sudtirolen Volkspartei".
L'aspetto più clamoroso del ricorso però, riguarda i problemi di corretta applicazione della Legge elettorale che Chiodi, Pagano e gli altri ricorrenti considerano di difficile interpretazione e con un difetto di costituzionalità. Peccato sia stato proprio il centrodestra a scrivere e poi difendere la vigente legge. In particolare, i ricorrenti sottolineano una "idiosincrasia costituzionale" tra la legge regionale e la legge nazionale nel sistema di assegnazione dei seggi. Tanto è vero, sottolineano, che la coalizione di Chiodi ha ottenuto gli stessi seggi del Movimento 5 Stelle nonostante gli oltre 52 mila voti in più
Il ricorso verrà discusso l'8 ottobre prossimo, al Tar dell'Aquila. Dinanzi ai giudici del Tribunale Amministrativo anche Antonio Innaurato, candidato consigliere del Pd nella circoscrizione di Chieti, in un primo momento annunciato come eletto e poi depennato per effetto del riconteggio dei voti dovuto ad un errore materiale dell'Ufficio elettorale di Teramo. Al posto di Innaurato, è stato infine nominato Alessio Monaco di Regione Facile.
Le reazioni
Camillo D'Alessandro: "Anche questa volta saranno battuti"
"Dicono che i disperati azzeccagarbugli sconfitti in Abruzzo hanno presentato ricorso al TAR per annullare le elezioni regionali. Dopo aver allungato la legislatura, dopo aver avuto 66 mesi a disposizione, dopo essere stati indiscutibilmente battuti, dopo aver lasciato devastata la Regione, sull'orlo del fallimento Arpa, Mario Negri, Centri di ricerca ecc... , non spesi i fondi comunitari che ora rischiano di tornare indietro, incuranti della crisi che colpisce famiglie ed imprese, ora vogliono gettare nel caos gli abruzzesi colpevoli di averli mandati a casa. Anche questa volta saranno battuti".