Si è riunita ieri, a Palazzetto dei Nobili, la quinta commissione consiliare 'Garanzia e Controllo'.
All’ordine del giorno, "l’audizione dei dirigenti scolastici, supportati dai rispettivi responsabili per la sicurezza, riguardante i piani di sicurezza elaborati e approvati, con particolare riferimento a criticità rilevate e/o migliorie da apportare con il contributo degli enti proprietari degli edifici scolastici".
La commissione, riunita dal presidente Giustino Masciocco a poco meno di due settimane dal terribile incidente all'asilo Pile-Primo maggio, costato la vita al piccolo Tommaso D'Agostino, col ferimento di altri cinque compagni di giochi, non è entrata nel merito della tragedia che ha sconvolto la comunità aquilana, e non poteva essere altrimenti, considerato che c'è un'indagine in corso che dovrà appurare le responsabilità, per non strumentalizzare in alcun modo ciò che è accaduto a quindici giorni dalle elezioni; tuttavia, è stato un utile momento di confronto e riflessione, tardivo certamente, affinché ciò che è accaduto non accada più.
Alla presenza, tra gli altri, del sindaco Pierluigi Biondi e del consigliere provinciale delegato all'edilizia scolastica Vincenzo Calvisi, ciò che è emerso in modo chiaro, ad ascoltare le parole di alcuni dei presidi delle scuole aquilane, è l'assenza di una interlocuzione costante delle amministrazioni con i dirigenti scolastici, la mancanza di risposte rispetto a continue richieste che pure le scuole hanno avanzato negli anni, sui temi della sicurezza, a Comune e Provincia; c'è chi ha chiesto persino una pec, un indirizzo di posta elettronica certificata, per avere un riferimento certo cui inoltrare le comunicazioni.
Di nuovo è arrivata la sollecitazione a Comune e Provincia, per quanto di competenza, ad investire sulla manutenzione degli istituti scolastici, ed in particolare dei Musp che, a 13 anni dal terremoto, danno preoccupazione ai dirigenti scolastici, e sulla viabilità, con il caso limite di Colle Sapone dove i dirigenti scolastici delle scuole interessate hanno descritto una situazione davvero al limite per l'assenza di parcheggi e per i flussi di automobili non regolamentati. E non aiuta, di certo, la promiscuità pomeridiana delle attività didattiche con quelle sportive delle società private che, dopo le 17, si svolgono nelle palestre degli istituti.
"Abbiamo bisogno di supporto, collaborazione e ascolto", hanno ribadito i dirigenti scolastici; servono "azioni concrete", hanno aggiunto.
Un grido d'allarme che fa parecchio rumore; la dimostrazione, l'ennesima, che le amministrazioni che si sono succedute in questi anni hanno fallito sulla ricostruzione dell'edilizia scolastica, su cui andava rifondata la comunità e che invece rappresentano un vero e proprio buco, con i milioni, tanti, che giacciono nei cassetti e i cantieri che non vengono avviati: non si può far finta di non vedere che, ad oggi, sono soltanto due gli edifici scolastici di nuova realizzazione. Per il resto, si è proceduto - nella migliore delle ipotesi - al restauro di quelli danneggiati, sebbene vi fosse la possibilità di ripensare completamente l'edilizia scolastica con la costruzione di scuole nuove, pensate con i paradigmi attuali, sicure e confortevoli, localizzate in area accessibili e con adeguata viabilità.
Erano disponibili oltre 40 milioni di euro, già nel 2013; ed invece, ad oggi non abbiamo neanche un piano di localizzazione delle scuole e si preferiscono interventi di riqualificazione a nuove costruzioni, come nel caso dei licei afferenti al Convitto nazionale 'D. Cotugno'.
Una occasione colpevolmente persa.
Eppure, "le soluzioni sono facili" ha sottolineato nei giorni scorsi Massimo Prosperococco del Comitato scuole sicure: "bisogna avere il coraggio delle scelte: piccole isole pedonali ad orario intorno alle scuole durante ingressi e uscite. Fare prevenzione simulando criticità anche con le ipotesi più improponibili. Ricostruire come priorità politica assoluta del prossimo Sindaco o Presidente della Provincia tutte le scuole dell’Aquila, mettendo a frutto gli enormi fondi a disposizione". Se ci fosse stata una concertazione costante, in questi anni, con i dirigenti scolastici, probabilmente almeno alcune risposte ai problemi sarebbero già arrivate.
Come FLC CGIL della provincia dell’Aquila, si legge in una lettera aperta firmata dal sindacato, "nei giorni scorsi, abbiamo scelto di osservare il silenzio nel rispetto della tragedia del piccolo Tommaso e di tutte le persone che ha coinvolto, ma adesso riteniamo che i tempi siano maturi per capire che direzione questa città voglia prendere relativamente alla mai risolta ricostruzione dell’edilizia scolastica e a tutte le questioni di sicurezza inerenti l’edilizia scolastica che, proprio quanto è accaduto alla scuola dell’infanzia Primo maggio, ha fatto emergere con ancor maggiore violenza".
La singolarità dell’edilizia scolastica nelle scuole del Comune dell’Aquila, anche rispetto ad altre aree della nostra provincia, deriva dall’inadeguatezza degli interventi post sismici. O meglio, dalla loro assenza. "Ancor di più, però, deriva dalla mancata occasione di ri-pensare la città, ponendo al centro della pianificazione urbana ed extraurbana la scuola", l'affondo del sindacato. "Non per una qualche forma di prepotenza, ma perché la scuola è trasversale: alla scuola afferisce tutta la cittadinanza. Pensare che sia un argomento da addetti al mestiere è un ulteriore torto che si fa alla popolazione. La scuola ha collegamenti e ramificazioni in tutta la città, attraverso una rete di servizi, anche di competenza comunale, che ne completano la connotazione. La posizione degli edifici scolastici regola l’andamento del traffico nelle ore di punta. La vicinanza delle scuole ai centri produttivi dei diversi settori economici in cui operano lavoratori e lavoratrici, è criterio di scelta, insieme all’offerta formativa, da parte delle famiglie".
Amaramente, come detto, l’occasione per ripensare la città, ponendo la scuola al centro delle scelte, è stata offerta dal terremoto, insieme alla possibilità di ricostruire l’intera mappa delle scuole aquilane. "Amaramente, il terremoto ha fornito l’occasione per ricostruire scuole sicure, dove i figli e le figlie di questa città non avessero più nulla da temere. Amaramente, il terremoto ha offerto l’occasione per avere edifici scolastici all’avanguardia, spazi adatti a nuove esigenze di didattica e di conoscenza. Constatiamo che nulla di tutto ciò è stato quanto meno recepito da chi ci ha amministrati/e finora" ribadisce la Flc Cgil; "lo facciamo a ridosso di una tragedia che, pur se dovuta ad un errore umano, si è consumata in un edificio scolastico posizionato malamente e, forse, non adeguatamente sicuro. Nello svolgimento del nostro mandato sindacale, come FLC CGIL in tutti questi anni abbiamo conosciuto e ci siamo confrontati/e quotidianamente con il grande lavoro che svolgono Dirigenti Scolastici ed RSPP per garantire misure di sicurezza, spesso rese vane dall’inadeguatezza delle strutture e delle risorse dedicate".
La nostra città ha avuto la possibilità di diventare modello esemplare di ricostruzione dell’edilizia scolastica ed ha avuto i contributi economici perché questo avvenisse, dei quali forse la cittadinanza dovrebbe avere contezza. E invece, "abbiamo assistito a tristi balletti di incompetenza durante i tavoli del dimensionamento delle scuole del comune dell’Aquila, così fortemente voluto dall’amministrazione uscente, dove ad ogni incontro ci veniva presentato un piano di ricostruzione diverso da quello precedente. Dove abbiamo potuto constatare l’inadeguatezza addirittura terminologica nell’esporre piani fumosi e mai realizzati. Dove non abbiamo mai visto un progetto. Chiedevamo, insieme alla maggior parte del personale scolastico cittadino e alle famiglie, che si giungesse ad un dimensionamento delle istituzioni scolastiche cittadine solo dopo la ricostruzione; non siamo stati ascoltati, la città non è stata ascoltata e, a distanza di tre anni, il dimensionamento della rete scolastica del Comune dell’Aquila, come avevamo previsto, è condannato ad essere ritoccato costantemente se e quando si procederà alla ricostruzione e finalmente i figli e le figlie di questa città potranno uscire dai MUSP e sapere cosa sia una vera scuola".
L’importanza della scuola nella costruzione di una città e della sua cittadinanza passa, però, anche per altro "e qui - mette nero su bianco il sindacato - ci piacerebbe conoscere i programmi dei futuri amministratori. L’importanza della scuola passa per la rete dei servizi. Passa per la gratuità dei servizi stessi laddove si rilevano condizioni di povertà (e in questa città ce ne sono tante). Passa per la pianificazione della rete 0-6 di cui non abbiamo mai sentito parlare. Passa per la difesa del tempo pieno, o di quel che ne resta. Passa per la capacità di creare situazioni che permettano alle madri una maggiore conciliazione tra la vita personale e quella lavorativa: il segmento 0-6 certo, ma anche il dopo scuola, gli spazi ludici e ricreativi nelle periferie e nelle frazioni, perché va bene il Parco del Sole, ma questa città vive e soffre anche e soprattutto fuori le mura. Passa per la capacità di rimuovere le barriere architettoniche perché ogni cittadino ed ogni cittadina possa fruire degli spazi. Passa per la capacità di riconoscere che c’è un problema di povertà educativa e approntare insieme ad altri ed altre le misure per combatterla. Passa per la capacità di stabilire protocolli e convenzioni con ASL ed altre agenzie sul territorio che intervengono nelle scuole a tutela del diritto allo studio degli utenti e delle utenti più fragili. Passa per la capacità di garantire la qualità dei pasti senza ricorrere ai bandi al ribasso, perché si riconosce in prospettiva il valore di un’alimentazione sana. Passa per la capacità di interloquire con gli uffici scolastici a difesa degli organici e delle esigenze del difficile territorio di competenza. Passa per la capacità di farsi portavoce di un territorio strangolato da parametri nazionali inadeguati, riconoscendo che, accanto alla classe pollaio del centro città (che centro poi non è, perché nessuna scuola pubblica è stata riportata nel centro storico) ci sono scuole all’interno di questo Comune che rischiano di chiudere. Passa per la capacità di creare una rete con gli amministratori delle aree interne dove insistono scuole che rischiano di scomparire e, in quanto comune capoluogo di una particolare e difficile provincia, non possiamo fingere che questo non sia un nostro problema".
Dunque, la Flc Cgil chiede che si apra un dialogo permanente sulla scuola, sulla sua centralità e su un progetto condiviso di città".
Una prima occasione sarà l'assemblea aperta convocata alla Villa comunale per il prossimo 3 giugno, alle 17, da Comitato Scuole sicure e Oltre il Musp; "abbiamo invitato le candidate sindache e i candidati sindaci per analizzare le cause della non ricostruzione scolastica e della precaria sicurezza degli edifici scolastici della nostra città", spiegano gli organizzatori; "abbiamo invitato anche il Ministro dell'Istruzione quale garante istituzionale. Saranno presenti i comitati cittadini che da anni hanno seguito i finanziamenti e i progetti mancati evidenziando superficialità e incompetenza operativa. L'intento è quello di trovare le energie e le capacità per dare una svolta a questa situazione e promuovere la partecipazione delle cittadine e dei cittadini. Una nuova idea di città parte dalla scuola pubblica".