Prime grane per la maggioranza di centrodestra al Comune dell'Aquila.
Neanche il tempo di 'celebrare' il primo Consiglio comunale della nuova legislatura che il sindaco Pierluigi Biondi deve fare i conti con la prima spaccatura.
Nel pomeriggio, una delegazione di 'L’Aquila al Centro', composta dal segretario cittadino Mauro Cappelli e dal segretario regionale Mimmo Srour, ha incontrato il primo cittadino: ebbene, "nell’ambito della consultazione con il sindaco - si legge in una nota -, è stata proposta alla lista una posizione in giunta residuale, derivata al termine dei contatti e degli accordi con tutte le altre forze che hanno sostenuto Biondi alle ultime elezioni amministrative".
Questo dato - pur comprensibile alla luce del fatto che ‘Italia al Centro’, per quanto decisiva e portatrice di un risultato lusinghiero, è stata seppur di poco la lista meno suffragata - "si aggiunge a quello di una composizione della giunta francamente squilibrata" sottolinea il movimento che fa riferimento al senatore Gaetano Quagliariello e che ha eletto, in Consiglio comunale, Daniele D'Angelo e Stefano Flamini.
Una Giunta che appare "assai poco rappresentativa delle forze centrali, che hanno svolto un ruolo decisivo e compiuto alle amministrative: una scelta non obbligata vista la pluralità delle opzioni in campo, e ampiamente tarata sulle esigenze egoistiche dei partiti più forti".
In sostanza, Biondi avrebbe chiesto a 'L'Aquila al Centro' l'indicazione di una donna per la composizione della Giunta: il movimento, però, ha ritenuto di non fornire un nome, sentendosi, da un lato, poco considerata e valutando, dall'altro, che l'esecutivo sia troppo sbilanciato a destra, con tre assessorati di peso a 'Fratelli d'Italia' e tre alla 'Lega'.
"Alla luce del combinato disposto delle suddette circostanze, dunque, l’assemblea dei candidati di 'L’Aquila al Centro' ha deciso all’unanimità di non entrare a far parte della giunta e di non accettare alcun altro tipo di compensazione di potere".
Non vi sarà - viene spiegato - "alcuna ostilità pregiudiziale nei confronti della nuova amministrazione Biondi, alla quale si augura buon lavoro, ma la libertà di giudicare di volta in volta sulla base del merito e nell’esclusivo interesse della città".
Di fatto, la maggioranza di centrodestra potrà contare su 18 consiglieri e non su 20; numeri che lasciano ancora tranquillo il sindaco Biondi ma che mostrano come le politiche prima e le regionali poi saranno d'intralcio al buon andamento dell'amministrazione attiva. D'altra parte, è chiaro che la decisione di 'L'Aquila al centro' sta dentro un ragionamento politico più ampio: a livello nazionale, 'Italia al Centro' con Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello sta discutendo con Carlo Calenda e Matteo Renzi sulla ricomposizione di un campo centrista che potrebbe avere un ruolo rilevante alle politiche del 2023.
Non solo.
In vista delle regionali, i 'centristi' non intendono sostenere la ricandidatura di Marco Marsilio; per questo, 'L'Aquila al centro' ha preferito tenere le mani libere non entrando nella Giunta comunale di Pierluigi Biondi per avere spazio di manovra nella costruzione di una alternativa credibile.