“C’è una grande attenzione alle aree interne nei punti che oggi ‘Italia al Centro’ ha presentato quale contributo programmatico al confronto in vista delle prossime elezioni politiche”. Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del movimento.
“Accanto a temi di carattere generale come l’inequivoca collocazione del nostro Paese nell’Occidente euro-atlantico, l’autonomia energetica, le infrastrutture materiali e immateriali, il no all’aumento del debito pubblico a tutela della nostra sovranità, la pace fiscale e il taglio del cuneo, lo stop alle disfunzioni dei superbonus e alle distorsioni del reddito di cittadinanza, accanto a proposte su formazione e mercato del lavoro e su una transizione ecologica che non si trasformi in transizione ideologica, su liberalizzazioni e concorrenza, sull’organizzazione sussidiaria dello Stato e il presidenzialismo – spiega Quagliariello -, interi capitoli del nostro programma sono dedicati al rilancio socio-economico dell’entroterra appenninico".
"Innanzi tutto - prosegue -, nell’ottica degli obiettivi del Pnrr, bisogna da un lato garantire la coesione territoriale assicurando un uniforme accesso ai servizi essenziali alle reti logistiche e digitali e dall’altro potenziare la capacità di spesa e la qualità strategica degli investimenti per mettere a frutto i fondi a disposizione attraverso le varie tipologie di finanziamenti interni e comunitari".
"Nello specifico, per le aree interne – aggiunge il senatore – le principali proposte individuate riguardano l’efficientamento dei livelli di governo istituzionale; un grande piano di messa in sicurezza sismica e idrogeologica del territorio; un ripensamento della rete dei servizi e dell’assistenza sanitaria per coniugare razionalizzazione, efficacia qualitativa e capillarità territoriale, sfruttando anche le potenzialità delle nuove tecnologie; una concezione dello smart working che non sia né ideologicamente acritica né pregiudizialmente ostile, ma sia funzionale al ripopolamento di borghi e aree non urbane, previa ovviamente una riduzione del gap digitale e tecnologico; la messa in rete ‘dal basso’ di iniziative di sviluppo territoriale contigue per dislocazione geografica e per filiera; la promozione delle nuove forme di turismo; la razionalizzazione e la specializzazione dei centri di formazione professionale e universitaria; la rivalutazione del credito di prossimità".
"Infine, in luogo delle misure assistenziali come il reddito di cittadinanza delle quali i numeri hanno decretato il fallimento – conclude Quagliariello -, ‘Italia al Centro’, recependo un’idea provenuta proprio dal partito aquilano, ha proposto quello che potrebbe essere chiamato ‘reddito di resilienza’: invece di incentivare la nullafacenza, l’introduzione di una misura di sostegno a chi tiene aperta un’attività in aree disagiate nonostante la penalizzazione in termini reddituali, fornendo un servizio e aiutando a combattere lo spopolamento”.